Yanbu e le promesse mantenute

PREMESSA:

Aprile 2007, Veneto orientale. Le tamerici del giardino espongono alla luce pomeridiana i rami che si stanno riempiendo di fiori mostrando una chioma verde e viola. Penso alle fronde di corallo nero ondeggianti nel vento leggero della corrente e agli alcionari rosa gonfi sulle pareti. La scia bianco rosata del jet a 30.000 piedi diventa un ramo di gorgonia a frusta e un motorino che passa il gommone che posa le cime sul reef. Domani prenderò un volo della Saudi Arabian: Jeddah e i reefs del sud..…

.. E’ rapidamente passata una settimana, sono tornato e già penso a come possano essere i reefs del nord, i famosi Seven di Yanbu.

YANBU : LE PROMESSE MANTENUTE

E’ passato un anno da quando scrivevo di questi preparativi e, finalmente, è arrivato il momento di ripartire: e sono proprio i sognati reefs di Yanbu la meta della mia nuova avventura. Come in un magico sogno, mi ritrovo all’alba appollaiato sulla delfiniera del “Miss Veena” che si stacca dalla marina e fila verso il mare aperto, verso un mare ancora sconosciuto. Appena fuori dal porto, alcuni delfini saltano sulle onde della prua: buon segno, il dio del mare ci manda un messaggio. Anche con il viaggio sulle spalle non vedo l’ora di saltare in acqua. Le voci del giro dicono meraviglie di questi luoghi …
Già, nella prevedibilmente umile ceck dive a Gotha Sharm, intuisci che qui tutto è diverso e te ne accorgi subito dai rigogliosi coralli e dai tonni che scorrazzano nel basso fondale. Poi è tutto un passare di branchi di sfreccianti fucilieri azzurri, di pigri azzannatori dalla macchia nera e strisce gialle e, infine, altro buon, ottimo presagio, una tartaruga che vola verso la luce intensa della superficie. Altro tratto di mare lucente ed entriamo nel cuore dei Seven Reefs. Saranno fatte molte immersioni (19), tutte splendide comprese le notturne, ma queste descritte mi resteranno nel cuore per sempre.

ABU GALAWA: Dallo zodiac scendiamo sulla parete Ovest in direzione della punta. Non ho occhi sufficienti per godere della ricchezza di questo “muro” di alcionari e isolate, grandi gorgonie.
Dalla sommità del reef scendono maestose pareti sovrapposte di coralli. Mio Dio ma che mare è questo? Una mano mi accarezza leggera: una sirena? Potrebbe anche essere, ma è solo una frusta, rossa alla luce della torcia. Più avanti, prima che la corrente ci si metta contro, un enorme branco di barracuda volteggia sopra le nostre teste. Rifacciamo la parete (più alti). Anfratti nascondono meraviglie e, se ti volti sul blu, vedi passare enormi tonni e carangidi gialli. Prima di risalire un raro anemone fluorescente e dal corpo verde esibisce i suoi simpatici guardiani. Il sito sembra offrire molto. Le immersioni si susseguono e il mare generoso continua a offrirci meraviglie senza fine: sorvolando il pianoro su una “piazzetta” sabbiosa riposano stanchi 2 trianodon obesus (chissà perché chiamano così i quieti pinna bianca che tutto sono tranne che obesi). Mentre la “cavalleria leggera” li va ad osservare da vicino, gode dei colori degli alcionari e si infila in un grosso branco di barracuda, il”gruppo incursori” si fionda sulla punta, esce nel blu e si scontra con quattro grigi che girano con scatti nervosi e si incrociano con alcuni grossi carangidi come sempre indaffarati a cercar prede. Altro giro e altro regalo (così dicevano quelli delle giostre). Stavolta giù sul pianoro e poi sulla punta: passano veloci un paio di grigi ma ombre lontane si materializzano. Prima due martelli emergono dal blu per osservarci, poi tutto il branco si fa ammirare. Sono molti, una squadra al nostro livello, un altro gruppo sotto le pinne in perfetta formazione. Sono vicini, uno punta verso di noi e vediamo benissimo la lama piatta della testa, il corpo potente e sinuoso, la coda ondeggiare. Lo spettacolo è magnifico: ”loro”, il blu, la profondità. E’ un momento di grande magia. Quando se ne vanno esplode la gioia. Un erogatore per mano lancio bolle verso il cielo. Meno male che ho la 15 litri… (che servirà poi a qualche “incursore” da 12 per fare deco).
E’ primo pomeriggio e voci e grida disturbano chi sonnecchia al sole. Antonio (pescatore accanito e fornitore di carpacci di ogni tipo) rischia le dita per allamare e portare a bordo un enorme barracuda di 20 chili con denti calibro 9 lungo.

SHA’AB SUFLANI: è a sud ed è un bel reef lungo 2 miglia con la parte iniziale larga con una bellissima piscina interna color turchese. Lo percorriamo tutto seguiti da una elegante sula che vola raso onda e preceduti da delfini sulla schiuma di prua. Sul pianoro che precede la punta sottile un enorme branco di barracuda compie evoluzioni e cattura l’attenzione. Troppi e troppo belli per essere veri. Ma ci sono veramente e ci sembra di sognare. Io non mi perdo l’opportunità di nuotarci in mezzo… Più in basso piccoli balestra dalla coda blu passano a centinaia. La quantità di pesce è impressionante, alcionari e gorgonie dai candidi polipi aperti completano il quadro. Più in basso ancora un piccolo balcone serve da osservatorio e ombre inquietanti (o è l’effetto martini?) che popolano il blu. E’ tempo di risalire per godere la deco sotto reef tra ombrine e colonie di anemoni.

MANSI: Ti strappa simpatia appena lo vedi. E’ tondo, piccolo ma viene su da profondità abissali. Mantiene le promesse, la corrente, quando c’è lo deve nutrire molto bene. Pareti straboccanti di alcionari e coralli magnifici. Passa di corsa in fuga un branco di pesci argentei e uno, due squali seta inseguono: o cacciano o forse si divertono. A -40 metri una foresta fittissima di gorgonie di ogni tipo: su una gigante, tra i suoi merletti, mostra il suo musetto affilato il pesce falco a quadretti, quasi una piccola, gentile tovaglia rustica. Anche a quote alte lo spettacolo non manca: al movimento di pesci di barriera si oppone la severa immobile bellezza dei coralli duri. E, nelle spaccature, è un fiorire di colori, tubi, piastre, spugne, piccole gorgonie: una vita esplosiva e in continua attività. Mansi è grande. Da rifare!

MARKER 39: altro pianoro, altra punta, altra uscita nel blu. E altri martelli. Ne arrivano due in coppia serrata: con i loro movimenti sinuosi e potenti si avvicinano molto e, quando girano, sembra di sentire lo spostamento d’acqua della grande coda falciforme.
Dal fondo intanto sale un grigio a curiosare.
Nel ritorno incontriamo una grossa tartaruga: è timida si avvicina, ci guarda, scappa e ritorna più volte. E’ innamorata di Hamam Rashid il nostro mitico divemaster e capobarca….
La sera,dopo la notturna, carpaccio e penne all’acqua pazza di barracuda. Ricetta di Antonio che fa spuntare il suo allegro sorriso dalla finestra della cucina e annuncia la fatidica parola: “ E’ PRONTO !!!”

ABILI BARAHM: dopo tante pareti e tante punte ci voleva un diversivo. Si approfitta del mare calmo per fare una secca inesplorata. E’ un “abili”, un grosso panettone che sale da una dorsale sui 20 mt. Accompagnato da 3 torri minori è una meraviglia da sogno. Una tridacna gigante tipo quelle che nei romanzi d’avventura intrappolavano gli ardimentosi palombari, spalanca le labbra blu violetto, anemoni e relativi pagliacci in enorme quantità, corallo uva, a placche, a piastroni a coni. Uno ha i coni di un metro colorati di blu con la punta giallo intenso. Verso la sommità,nella luce azzurra,nuvole di anthias tingono di arancio. Definirlo “giardino” è molto riduttivo……

MANSI: avevo detto” da rifare” e infatti… La scena (cinematografica) che da sola vale il viaggio è questa: Esterno giorno, 8 del mattino, lato Est del reef, profondità 40 mt. Dal blu quasi nero arriva un branco di martelli. Prima solo ombre, poi sempre più vicini. Sono più bassi di noi. Scendiamo e ci avviciniamo, saranno una trentina. Stupendi! Sono curiosi e alcuni si staccano dal branco per osservarci. E’ una giostra di teste, pinne e lunghe e flessuose code. Siamo a 55 metri. Improvviso, non avvistato arriva da sinistra un grosso missile grigio scuro che si avventa sugli squali. Il branco esplode in tutte le direzioni. La dimensione, le punte bianche delle pinne fanno capire che il “missile” è un Albimarginatus di circa 3 mt. L’attaccabrighe territoriale fa due passaggi seminando scompiglio. In una manciata di secondi il blu torna vuoto. Tutti gli attori sono spariti, restano le comparse (noi) che non credono ai propri occhi....

CONCLUSIONE:

Ci si può innamorare di un pezzo di mare? Io ho avuto tanti amori, ma Yanbu mi ha sedotto, stregato, trafitto. Non posso più farne a meno. Devo ASSOLUTAMENTE ritornare.

Bruno Fullin

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