Il viaggio di Alessandro

Mi chiamo Alessandro, ed ho 15 anni: senza dubbio la prospettiva per un ragazzo della mia età di trascorrere quindici giorni su un’imbarcazione di 20 metri e percorrere 588 miglia lontano da televisione, computer, telefonini, amici e agi della vita di tutti i giorni, con la sola prospettiva di compiere delle immersioni ed esplorazioni può non essere delle più esaltanti, ma vi assicuro che ne vale la pena, il fascino e la bellezza di questo mare, valgono bene qualche rinuncia. Il viaggio compiuto da me e mio papà, non è per la verità cominciato nel migliore dei modi, sempre che qualcuno non consideri piacevoli ed entusiasmanti 8 ore trascorse in aeroporto a causa del ritardo aereo; nonostante ciò siamo partiti: alle 20.00 di sera di domenica 1 settembre, per arrivare in aeroporto ad Hurghada alle 24.30 locali e raggiungere l’ imbarcazione, il M/Y Filicudi verso le 3.00 del mattino.
Il mattino del nostro primo giorno ci siamo svegliati verso le 9.00 e pronti a trascorrere questa prima giornata con noi, oltre a Bobo (alias Capitan Cuciolotto), Mary ed i nostri compagni di viaggio Alberto (soprannominato Albergo), Maurizio, Massimo e Laura ci attendeva un mare non dei migliori, ma decisamente burrascoso e sferzato da onde alte fino a 2 metri, che purtroppo ci hanno fatto compagnia per i primi 4 giorni, costringendoci a rinunciare ad alcune delle più belle immersioni al mondo (Elphinstone, Dolphin, Zabargad e Daedalus) anche se successivamente siamo stati ampiamente ripagati regalando ad Alberto e Maurizio un mal di mare durato per quasi tutta la prima settimana. Tuttavia, qualche momento di maggiore calma, ci ha comunque consentito di effettuare le prime immersioni, e la vista degli splendidi coralli e dei bellissimi pesci del Mar Rosso ci hanno sollevato il morale. Fortunatamente, a partire dal quinto giorno, il mare si è leggermente calmato, consentendoci di immergerci con tranquillità anche nei reef in mare aperto, nei quali abbiamo fatto bellissimi ed entusiasmanti incontri con delfini, squali, e con banchi di maestosi barracuda e carangidi di vario tipo. Dopo i 1000 sacrifici (per esempio le 17 ore di navigazione no stop, dove anch’io per 2 ore come gli altri ho dovuto “pilotare” la barca) siamo entrati nella splendida Marsa di Khor Shinab dove davanti a noi si è presentato un paesaggio mozzafiato. Un particolare incantevole che ricorderò sempre, è stato l’incontro con le bellissime e maestose mante, (per la gioia di tutti noi ma specialmente per Massimo) avvenuto a Masharyfa, infatti soprannominato il tempio delle mante l’unica mattina che il mare ci ha graziato regalandoci una piatta spettacolare. Esemplari grandi fino a tre metri e mezzo, che si muovono in gruppi numerosi fino a dieci esemplari, e che giungono in quelle acque solo per 3 mesi all’anno. Ma immersioni e mare, non vogliono dire solo fondale e pesci, ma anche qualcosa di meno colorato e conosciuto, per certi aspetti addirittura misterioso, ma altrettanto affascinante e che per me, sarà impossibile da dimenticare: sto parlando delle esplorazioni ai relitti di due imbarcazioni: il Blue Bell (relitto delle Toyota) e l’ Umbria che giacciono immobili sul fondale sudanese. Il Blue Bell è un relitto che si trova nei pressi del reef di Sha’ab Su’adi, è, o forse è meglio dire era, una nave mercantile di nazionalità sconosciuta, che trasportava appunto svariate automobili e camion Toyota, affondata verso la fine degli anni ’70 a seguito della collisione contro il reef: lunga circa 150 metri, giace abbandonata per una profondità che và dai 20 agli 80 metri.
L’ Umbria, si trova a ridosso di Wingate reef, una nave mercantile con passeggeri di nazionalità italiana venne invece autoaffondata il 10 Giugno del 1940. Giunge ad una profondità massima di 38 metri e misura 155 metri, per 18 di larghezza: proprio l’esplorare all’interno di questa imbarcazione: stive, sala macchine, ristorante, cucine, depositi di armi è stato uno dei momenti più coinvolgenti, e per certi aspetti anche inquietanti: spesso lo si vede fare nei film, e già in quelle circostanze, seduti sul divano di casa propria, si avverte un senso di inquietudine, quasi di paura, e quando sei lì davvero vi assicuro che queste sensazioni vengono esaltate in maniera indescrivibile, perché sei realmente lì sotto, al buio, e non sai cosa ti attende anche se tutto svanisce dopo aver visto la maestosità e particolare bellezza di queste navi. In conclusione mi ritengo fortunato ad aver vissuto un’esperienza del genere e credo che pochi ragazzi della mia età abbiano avuto la fortuna di vivere questo genere di avventure: e se avrete anche voi l’occasione di andarci, fatelo: il M/Y Filicudi è una barca accogliente, e comoda nella quale non vi mancherà nulla: ottima cucina, e soprattutto avrete vicino Bobo e Mary, che vi coccoleranno per tutta la crociera, rendendo il vostro soggiorno indimenticabile, ed il viaggio unico nel suo genere.

Alessandro Zaia

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