Vi voglio proporre da questa pagina, ancora odorante di inchiostro da stampa, una tra le più belle e complete immersioni che si possano fare in tutto il Mar Rosso e precisamente quella chiamata Elphinstone Sud. Ma, invece di farvi una scheda che potete trovare in altri modi, vi conduco in una immersione virtuale che possa solleticare la vostra fantasia e, magari, farvi sognare un poco. Si comincia:
Siete a bordo di una barca da crociera che, già
alle prime luci dell’alba, si è ormeggiata alla punta sud dell’atollo
corallino lungo circa un miglio e disposto da
sud a nord. La guida è già
passata per tirare giù la gente dalle cuccette e voi state prendendo il
primo caffè, la colazione vera e propria si farà dopo. Rapidamente ma con
sicurezza avete controllato che l’attrezzatura, già montata, sia a posto.
Aprite l’aria, il manometro segna 210, il pallone è già agganciato al gav,
il resto è nella cesta. Va bene. La campana suona per il briefing. Sono le
7.
Il sole è già alto sull’orizzonte, il mare scintilla calmo e indolente.
Sulla piattaforma di poppa vi godete il suo tepore, è giugno. Avete
scherzato con quel vostro compagno che ha dimenticato di aprire la bombola,
avete sputato nella maschera prima di metterla al collo. Siete tonici ed
emozionati, sapete, lo sentite che vi aspetta qualcosa di speciale. I meno
esperti scherzano di più ma pensano “speriamo che me cavo …”. Il gommone
accosta, è bello stabile, facile salirci. Passate le pinne e, seduti sui
tubolari dello Zodiac, vi sentite dei veri incursori. Il motore accelera, il
marinaio in piedi vi sorride confortante in fondo, per lui, è un’immersione
come tante altre ma voi avete il cuore in gola, non si deve dire ma è così,
solo un insensibile non può non avvertire la tensione, l’aspettativa
dell’ignoto anche per chi ci fosse già stato.”Hic sunt leones” Qui ci sono i
leoni, le acque sono ignote e piene di sorprese. Ci sarà corrente, consumerò
più degli altri?
La guida guarda il marinaio, uno sguardo poi vi dice: “maschera!” e “pronti
al mio tre“. E , al tre, vi rovesciate ed entrate come una spada nel ventre
di questo mare benedetto che suona la sua magica musica visiva, l’armonia
della creazione del mondo e voi ne sarete parte .Magari qualcuno
stramaledice le orecchie che non ubbidiscono e tarda ad entrare nella magia,
ma poi tutto si compone e tutti si ritrovano insieme.
Ora siete sul plateau che continua la linea della parte emersa a circa -25 e
vi dirigete verso la punta estrema. Corrente accettabile da nord, ne terrete
conto per rientrare, ma ora proseguite tenendovi sul lato ovest, quello con
il versante illuminato e ricco di coralli molli che si agitano lentamente.
Tutto è già splendido, ma voi siete pronti per quello che deve ancora
succedere: verso la fine del pianoro vi buttate sul fianco, sfiorando i
fiori di carne di una gorgonia bianca, e allora vedete quello di cui si era
parlato tanto: il famoso Arco di Elphinstone. E’ una caverna passante, si
alza enorme dal fondo a -55 metri, buca come una galleria la roccia di
corallo e voi ci entrate, emozionati. Da est sciabolano raggi di luce, ci
siete dentro, i sentimenti, le emozioni si accavallano. Guardate il
manometro, il computer, quasi non individuate la grande roccia quadra
appoggiata al fondo, la leggenda narra che si tratta del sarcofago di un
faraone pazzo che si sarebbe fatto seppellire lì sotto. Per un secondo siete
stregati, sopraffatti e non vi rendete ancora conto di quanta forza e
bellezza la natura ancora una volta vi faccia dono. Poi subentra in voi il
controllo e risalite lentamente verso il chiarore della superficie per
ritornare sul pianoro dall’altro lato. Ancora i coralli ondeggianti,
l’infinita moltitudine di creature che approfittano della luce per vivere,
amare, uccidere. Mentre state ammirando questo straordinario spettacolo uno
di voi si sbraccia indicando qualcosa nel blu che si avvicina rapidamente e
non potete credere ai vostri occhi: un magnifico longimanus vi sta puntando
e “vola” verso di voi con le lunghe pinne pettorali bordate di bianco. Lo
precedono, incollati al muso i pesci pilota , lo scortano 5 grossi carangidi
d’argento. Mentre siete bloccati, immobili contro il reef, adrenalina a
mille mentre Lui si avvicina ancora, sarà a due metri. Vedete tutto come al
rallentatore: il muso aguzzo, le branchie, la grande e arrotondata pinna
dorsale. Siete ipnotizzati dalla sua eleganza e dalla sua potenza, dietro i
carangidi sembrano aspettare .L’attacco? Ma no, gira, vi sembra di sentire
lo spostamento d’acqua causato dalla grande coda falciforme e si allontana
facendo un largo semicerchio. Ritorna, ma un pò largo, si fa ammirare ancora
una volta poi, sempre scortato svanisce nel blu.
Entusiasmo generale e,
forse, nelle bolle di qualcuno, c’è un sospiro di sollievo…
L’immersione continua, sono passati circa 20 minuti, ne avete circa 6 da
smaltire e per fortuna corrente zero. Il ritorno verso la barca avviene con
calma e relax e vi godete il piccolo circo dei pesci di barriera e lo
sviluppo di mille varietà di spugne e coralli. State risalendo su questo
stretto pianoro che cade da entrambi i lati e questo vi dà la strana
sensazione di essere su una cima che sprofonda negli abissi. Poco dopo siete
alla base del muro che sale verticale alla parte semiemersa del reef, a
destra e a sinistra le pareti cadono a picco. Vi trattenete ancora: una
enorme murena si lascia accarezzare uscendo a metà dalla tana, due pesci
lima si esibiscono in un balletto. Sono passati 37 minuti, avete 60 bar, no
deco. Date ancora un’ultima occhiata alle vostre spalle, non si sa mai e vi
avviate a fare la sosta di sicurezza appesi alla cima della barca. Sotto le
vostre pinne tutte le meraviglie del mondo, sopra il luccichio della
superficie, nella vostra mente il canto delle mitiche sirene di Omero…..
Bruno Fullin