DUE Rumi
Siamo ridossati a Rumi aspettando che Poseidone la smetta di scompigliare il mare a colpi di tridente, intanto, si va a visitare il pianoro. Non stanca mai questo posto, sbuca dal nulla un martello solitario, un grosso maschio un po' inquietante da come ci scruta, poi, davanti, tre grigi in perfetta formazione sfilano ordinati come le Frecce Tricolori. La cigliata pullula di Anthias tremolanti in filo di corrente, sotto a -40 alcionari giganteschi e gorgonie a frusta rosso sangue, in alto nuvole di fucilieri e tonni dannati a correre sempre. Mi infilo in un branco di giovani barracuda sospinti da un grigio. Su un anemone, quasi chiuso, un pesce falco maculato a muso corto sorveglia le proprie uova, il Grande Circo è infinito: alcuni carangidi si corteggiano, comincia la stagione degli amori. Una grossa cernia ringhia contro un giovane grigio che si è avvicinato troppo….
Altro giro, ma stavolta non va proprio, ho preso vento e non compenso. Niente da fare, avviso gli altri e mi rassegno a fare “snorkeling” a cinque metri (con la 15 litri!). Laggiù però qualcuno mi ama, riesco a scendere e vado sul possibile punto di rientro del gruppo. Non credo che molti abbiano provato la stupenda emozione di essere sospesi sull’abisso, soli tra meraviglie di alcionari, gorgonie bianche e saettanti jackfishs ascoltando il proprio respiro e… il canto delle Sirene. Sono in paradiso, nel giardino di Allah. A rompere l’incanto (e i cabasisi) dal blu arriva un solitario sub, il sempre frettoloso G.C., inseguito dal resto del gruppo. Sembra un ciclista in fuga.
TRE Sanganeb
Stiamo puntando a Sud (finalmente il mare si sta
calmando, Poseidone starà amoreggiando). Sulla rotta abbiamo Sanganeb,
non vogliamo vedere il faro? la splendida laguna? e quello che c’è sul
pianoro? Si va a vedere tutto e l’enorme branco di barracuda che scende
dalla superficie verso di noi oscura il cielo. Poi la notte prima del
Grande Balzo: il Sudan continua a tirar fuori magie dal suo cappello
(pardon, turbante). Salgo sul ponte alto, lontano dalla camurria del
gruppo dei Friulani. C’è un’ombra nell’angolo, sta pregando verso la
Mecca. Sto indietro, resto nel buio silenzioso. E’ un momento speciale,
molto emozionante: la stellata, le luci lontane e tremolanti del porto,
il faro che spazza il mare, l’uomo che prega. L’immensità dell’universo,
la presenza di un Dio sono lì. Li puoi toccare.
QUATTRO ll Sud
Devo fare una pausa e dare qualche “numero”.
Mi sono immerso: 13 volte a Sanganeb e 24 a Sha’ab Rumi. Nonostante
questa frequentazione (i grigi ormai mi conoscono come quello dal
vecchio GAV Dacor) devo dire che questi due luoghi conservano una
quantità tale di delizie per i sub che sarebbe folle non visitarli.
Premesso
questo, brucio dalla voglia di scoprire posti nuovi e, complice il mare
che ce lo consente, ci muoviamo alle 3 di notte (bravo il rais
Abdallah!) per arrivare a JUMNA, il primo dei magnifici “abili”
dell’arcipelago di Suakin, verso le 6 del mattino. Come metto la testa
sott’acqua capisco che qui la musica è diversa: un enorme branco di
fucilieri blu a coda gialla si apre al nostro passaggio mentre si esce
nel blu cobalto. C’è qualcosa là davanti a noi, l’attenzione è
spasmodica e, finalmente ecco apparire delle sagome lontane, sono tanti,
sembra spariscano ma i fantasmi si materializzano preceduti dalla
sentinella ed eccoli curiosi, quasi giocosi. Tutto il grande branco che
si avvicina, adulti e giovani a girarci attorno con il loro grande punto
interrogativo: che volete strani umani? Per quante volte uno possa
averli visti si resta sempre affascinati dall’eleganza e dalla loro
potenza di animali preistorici. Quando uno di loro, il più curioso (o
coraggioso) punta verso di te e vedi l’affilata testa avvicinarsi
ondeggiante, un timore antico ti entra nel sangue e ti immobilizza.
Trattieni il fiato fino a che “lui” non ti scansa, perfetto, una formula
uno con gli alettoni. Avverti lo spostamento dell’acqua provocato dalla
bellissima coda falciforme e riprendi a respirare in un groppo di
enorme felicità.
Torni alla parete strapiena di ogni genere di coralli rigogliosi ed ecco
un’altra apparizione. Due giovani squaletti seta si avvicinano a me e
Giovanni, Giò per gli amici. Uno va via subito ma l’altro rimane. Giò
non l’interessa ma io si e ha inizio un balletto da Lago dei Cigni con
il piccolo che mi gira attorno stretto stretto a 50 centimetri. Non
capisco perché, Giò è certamente più fascinoso ma … forse ho ancora
sulle mani l’odore delle sardine sottosale pulite poco prima. Potenza
dei profumi nella seduzione.
Avvicinandosi alla barca, ancora dei
giovani eleganti silky che girano quasi dorati nella luce. Una grossa
tartaruga sale in superficie, respira e si rituffa.
C’è con noi anche un'altra imbarcazione. Il nostro amabile G.C. (il
ciclista) tanto per produrre un diversivo, tenta di salire a bordo
sbagliando barca (una su due..!). Ne viene cacciato con ignominia.
Dormiamo
sotto la luna a Sha’ab Ambar, dove un gruppo di Stenelle ci fa
un’allegra visita durante un’immersione interlocutoria. Alle 6 del
giorno dopo gli zingari del mare muovono alla volta dell’ABILI NAKALAT
il famoso PINNACOLO. Il mare è sempre calmo. Una collana di nuvole
grigie che diventeranno presto rosa attornia tutto l’orizzonte, la falce
di luna è sempre appesa in un cielo limpido. Lontano un mercantile va a
nord, siamo soli …è un SOGNO !
Il Pinnacolo è un regalo della
natura, la parete strapiombante è ricchissima di piccole gorgonie rosse,
giallo oro che la tappezzano, boschi di corallo nero ospitano i pesci
falco a quadretti delizia e dannazione dei fotografi. Pesce dappertutto!
Grosse e colorate cernie vanno e vengono indifferenti, carangidi
d’acciaio e grigi, ingrugniti Caranx Ignobilis sfilano come sempre
indaffarati alla ricerca di cibo. Il tutto condito da tonni in branco
che sembrano siluri con la bocca aperta. Non serve uscire alla ricerca
di martelli, lo spettacolo stavolta è la parete. A Nord un goloso
pianoro promette altre delizie: dei canali di sabbia scendono fino a -
45/50, intravedo un bel grottone sulla parete a – 35 e mi ci ficco. Due
enormi carangidi entrano ed escono, vorrei scendere ancora ma il mio
Viper spara raffiche di deco che smaltirò sul cappello pieno di coralli a
cupola e brulicante di vita sotto l’ombra protettrice della bella
Suzanna che si dondola sopra di me.
Si cambia e la dolce Susanna va
su LOGAN un reef semiaffiorante. Sul bordo pascola una grossa mandria di
Bolbometopon Muricatum nome irresistibile per dire semplicemente
Pappagallo Bisonte o Cornuto che si mangia 5 tons/year di scogliera
producendo altrettanta sabbia. Sotto di loro un bel pianoro con grossi
“panettoni” che lo delimitano. La mappa sul sito della CDMR dà un altro
goloso, piccolo plateau più sotto. Stavolta non resisto e infilo un
canale di sabbia che tra i due panettoni sprofonda verso il basso e
l’esterno. Bellissimo e ricco passaggio che termina con molte fruste
rosse e poi … l’abisso con le Nereidi e le Sirene che cantano. Risalgo a
quote più accessibili sui panettoni e, da lontano, più su, macchie
bianche. Un longimanus? Noo, le macchie si muovono volteggiando è una
Manta Gigante che si avvicina. Mi appiattisco al suolo e lei mi passa e
ripassa morbida sopra la testa, le piacciono le mie bolle. I grandi
rostri sembrano indicare la strada, batte lentissima le ali. Il nero del
dorso, spezzato dalle classiche macchie bianche, sembra velluto. Si
esibisce la vanitosa, fa un looping, si allontana un poco poi torna per
farsi ammirare dal resto della banda che nel frattempo è arrivato.
Stupefacente
la sua tranquillità, brava la mia Manta ti voglio un gran bene! E’
veramente una grossa ciliegia su una torta già ricca, una torta da
matrimonio miliardario.
Si ripassa da YUMNA e si rivedono i nostri martelli (che noia…) ma
anche un magnifico gruppo di gorgonie dai rami rossi e polipi candidi
(la mia passione). La parete è sempre uno spettacolo.
CINQUE Il Ritorno
E
come la “casta Susanna” (vedi la storia narrata nella Bibbia, Daniele
13) sfugge alle insidie dei vecchioni libidinosi e ritorna con onore
alla sua casa cosi la nostra Suzanna torna a bandiere spiegate volgendo
la prua a Nord verso le ultime due immersioni del 1° Aprile. A furor di
popolo e approfittando della costante benevolenza di Nettuno ci godiamo
il raro pianoro di Sanganeb Nord che oltre alla possibilità di
incontrare qualcosa di grosso offre una collina di corallo uva e un
prato di alcionari bianchi venati di viola non altrove presenti. Poi
l’UMBRIA, l’ultima pallottola (è il caso dato il carico). Sempre magico,
strepitoso, misterioso, non ancora del tutto esplorato nei meandri più
profondi questo gran relitto del Wingate Reef è la gloriosa conclusione
di una avventura magnifica. Lo amo, ci sono stato 9 volte, come si può
amare una bella donna. Ho con lui/lei un rapporto particolare quasi
fisico.
Non mi dilungo su questo aspetto, potrei sembrare un maniaco sessualrelittario. Chiedendo il permesso faccio la guida ai miei due compagni. Il percorso: elica e timone, il passaggio sottochiglia, il locale delle 3 FIAT, la forneria, l’officina, tutta la sala macchine fino in fondo ai manometri e al telegrafo, le ultime stive. Sessanta minuti di gioia, in tre. Da soli.
Bruno Fullin