Il giorno tanto atteso

Non mi appassionano i porti ma per fortuna rimaniamo solo il tempo necessario per imbarcarci e trascorrere la prima notte ormeggiati tranquilli. La banchina del porto di Port Sudan è un via vai di persone che si soffermano a curiosare a bordo delle barche ormeggiate. Siamo tutti attori inconsapevoli ai loro occhi. Cala la notte e il silenzio sulla piccola cittadina, si spengono le flebili luci dei lampioni e assieme a loro anche le mie palpebre.
Il mio umore migliora decisamente la mattina, quando il rumore dei motori mi sveglia, avvisandomi che stiamo finalmente prendendo il largo. Mi lascio cullare dal dolce rollio della barca per qualche minuto prima di alzarmi, pensando che è finalmente giunto il momento di spegnere il cervello, riporre la ragione al sicuro in uno scrigno ed iniziare  a sognare.
L’emozione aumenta man mano che la costa si allontana e ci avviciniamo all'amato faro di Sanganeb.
Pochi minuti ed eccomi alle prese con la tanto sospirata prima immersione. Finalmente sospesa nel mondo liquido con i cinque sensi  in estasi totale.

La prima immersione è un po’ come bussare alle porte di Nettuno e chiedere il permesso di entrare nel suo regno, in punta di piedi, con discrezione e senza aspettarsi nulla in cambio. Un po’ come dire: “sono di nuovo qui, accompagnami in questa nuova avventura”. D'ora in poi starà al Dio col Tridente decidere quali emozioni regalarmi. Mi affido a lui senza nessuna pretesa.
Navighiamo diretti verso il Sud del Sud con l’entusiasmo di sapere che ci tufferemo su reef già noti e di bellezza ultraterrena ma anche su reef sconosciuti.

Fin dalle prime immersioni mi rendo conto che il Dio del Mare sarà magnanimo. Avvistiamo i primi branchi di squali martello che, eleganti e maestosi si avvicinano con diffidenza. Non mancano i grigi e i curiosissimi seta, presenza costante attorno alla barca ormeggiata e poi i tanto amati delfini, compagni immancabili di navigazioni indimenticabili.

Fino a che, in un giorno senza tempo, sospeso tra cielo e mare, finalmente il grande incontro tanto sognato. Non credo ai miei occhi, decine e decine di squali martello che ad un tratto compaiono dal blu, avvicinandosi lentamente.

In pochi attimi i signori del mare sono ovunque attorno a noi, scrutandoci imperturbabili. Non so più in che direzione guardare. Si concedono per diversi minuti prima di svanire nel blu con la stessa velocità con cui avevano preso vita. Non so se urlare, piangere di gioia o esultare, ma non ho tempo di decidere. Il branco ricompare. Sono ancora più numerosi, come se si fossero passati un tam tam per radunarsi curiosi attorno a questo gruppo di esseri alieni che odorano di neoprene,  emettono bolle rumorose e fanno di tutto per accecarli con improvvisi colpi di flash. Imperturbabili continuano la loro danza, quasi a voler imporre il loro predominio.I miei cinque sensi sono nuovamente in estasi. Sono ubriaca di gioia o di azoto?

Forse sto sognando penso, sì sto sognando.  Mi rendo conto di essere sveglia solo quando il computer mi richiama bruscamente alla realtà urlandomi una deco al limite dell’indecente. E' ora di tornare nel mondo composto d’aria; purtroppo non sono ancora dotata di branchie e pinne, ma ci sto lavorando.
Ringrazio il Dio del Mare con una mano sul cuore per il privilegio impagabile che mi ha concesso. Sono felice e pazza di gioia!

Alessandra Mari

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