Ascolta il cuore

Quando decidi di scrivere il diario di un viaggio ti rendi conto che può capitare ogni giorno di riscrivere le stesse identiche righe. Beh forse sarà così, quello che cambia però è la memoria dei ricordi che affiorano man mano che si rileggono…
Ascolta il cuore e incontra il mare
… a volte pensi di non essere padrone del tuo destino, perché tutto è già scritto.
… altre volte  rimpiangi di aver dovuto scegliere.
… altre volte invece guardandoti indietro pensi di essere stato molto fortunato.
Per un subacqueo la fortuna è l’incontro, anzi gli incontri dato che questi avverranno sott'acqua e fuori dall'acqua. L'incontro fuori sarà con le persone con le quali hai condiviso questo tempo. Sott'acqua invece con i tesori che lo scrigno del Sesto Continente racchiude, sia esso un nudibranco o un grande pelagico poco importa. Tutto ciò è estremamente personale.
Mar Rosso, magico luogo che per lungo tempo ho respirato solo attraverso gli agi di un mega villaggio extralusso prima di capire che se vuoi arrivare ad ascoltare quello che chiede il tuo cuore, devi andare oltre per incontrare il mare.
In crociera quest’anno ci dovevo già tornare ma su altre mete: contratto firmato, acconto versato e tutto definito. Ma quando poi ti fanno una proposta e ti rendi conto che il tuo cuore ti consiglia, allora è il momento di seguire l'istinto e buttarsi senza pensare. E così il mio itinerario cambia, si va “A SUD DEL TROPICO” alla scoperta di vecchi e nuovi siti d’immersione. Un’occasione da non perdere!
Non sono neppure le 15 e siamo già seduti sul Veena. Voli da Milano, Roma e Bergamo, arriviamo tutti alla spicciolata. Montiamo l’attrezzatura ancora prima di prendere possesso della cabina. Siamo subacquei e abbiamo priorità da rispettare. Poi la cena, quattro chiacchiere e la curiosità di scoprire chi saranno i compagni di viaggio.
La notte per fortuna trascorre in fretta e il porto lentamente si allontana.
L’attesa è finita, finalmente si comincia. Saltiamo in acqua per la check dive e mi sembra finalmente di ricominciare a respirare. Pesata corretta, un giretto come da copione e al termine tanti pedagni arancioni che spuntano sulla superficie.
Non ne potevo più di aspettare.
Sarà l’ora relativamente tarda o solo fortuna ma non c’è nessuno in acqua per la nostra seconda immersione ad Elphinstone. Si riparte da dove avevo finito lo scorso anno. Mi rivedo sulla Punta Nord, che, se osservata di fianco ha proprio la forma della testa di elefante con la proboscide levata verso il cielo. E poi, quasi sia rimasto li ad aspettarmi, lentamente mi vien incontro muovendosi nella corrente uno squalo martello. Mentre il blu profondo, quello che mi è mancato durante il lungo inverno, esplode prepotente nell’acqua limpida e  tutto diventa magicamente poesia. Dimentico il cielo grigio che ho lasciato a casa, ora il solo grigio che voglio incontrare è quello degli squali. Cominciano a tuonare i colori della parete tanto bella e rigogliosa, con i ventagli di gorgonie aperti alla corrente che non vorresti veder finire mai. Ma siano solo all’inizio. 
Comincia la navigazione su un mare che proprio tavola non è, lontano vediamo il sole che pian piano si nasconde all’orizzonte e poi le stelle, ma soprattutto i riflessi di una luna magica quasi piena, diventano le uniche luci e compagni di questo viaggio. Finalmente dopo qualche ora di navigazione ecco comparire all'orizzonte fiochi e intermittenti i bagliori della luce del faro. Il giorno dopo percorriamo il pontile, raggiungiamo il faro e iniziamo ad inerpicarci. Gli scalini della scala a chiocciola sembrano non finire mai, ma dalla cima la vista di un tramonto nell’aria tersa della sera è un’immagine che merita questa fatica. La sveglia al mattino è molto presto, la prima delle tante che faremo perché “il mattino ha l’oro in bocca”. Ma soprattutto perché non vediamo l’ora di rispettare quell'appuntamento che avevo fissato un anno fa mentre mollavano gli ormeggi da questo pontile. 1-2-3 capovolta dallo Zodiac ed eccoci subito sotto la Punta Nord, dove speriamo che la corrente spacchi. Lentamente, dolcemente ti lasci scendere con la parete alle spalle mentre punti nell’amato blu, scrutando ogni ombra. All’improvviso dei riflessi bianchi, riflessi indecifrabili. Poi finalmente l’emozione dell'incontro. Maestosi appaiono: prima un solitario, la vedetta. Seguito da due, tre …ma quanti sono??? Il branco di martelli qui è stanziale. Ma non dobbiamo pensare che siamo noi a trovarli, sono loro che decidono di farsi vedere. Freni la voglia di corrergli incontro, se ne andrebbero in un lampo. Sono per natura molto timidi, anche se di strani esseri che emettono bolle, ne abbiano visti diversi, gli squali rimangono per natura diffidenti… e a malincuore devo ammettere che non hanno poi tutti i torti. Il tempo trascorre pigro mentre riassaporo mentalmente l’immagine appena svanita. Relax meritato tra un’immersione e l’altra che stempera un anno di duro lavoro. I tuffi si susseguono, siamo fortunati: il branco non lesina visite, spesso anche molto ravvicinate. Sembra non vedano l’ora di incontrarci. Ancora prima uno o due sparuti esemplari e poi a seguire gli altri. Esci con la gioia dipinta sul volto e mi meraviglia notare come tra i miei compagni (subacquei con tante immersioni e tanti avvistamenti) sia dipinta la stessa felicità, come se fosse la prima volta che si presenta loro questo spettacolo.

Siamo all’inizio di un lungo viaggio, molte miglia ci attendono, è il momento dell’ultima immersione a Daedalus. Decidiamo di immergerci sul pianoro a sud saltando direttamente dalla barca e con immenso stupore…"ma non si era detto che gli squali si incontrano solo a nord???”. Invece davanti ai nostri occhi un bellissimo ed elegantissimo squalo volpe viene a farci visita. La sua lunga coda gli dona un senso di grazia, lo vediamo danzare intorno a noi. Leggero, etereo, restiamo incantati dall'armonia e dalla potenza che si fondono insieme. Poi forse stufo di guardare e farsi ammirare, si allontana e ritorna a confondersi col blu da dove era apparso. Arriva la sera, l’ultima “all’ombra” del faro. Lontano nel tramonto le sagome di un incrociatore e di una portaerei…elicotteri da ricognizione fanno la spola tra i due mezzi. Le battute su chi stiano cercando si sprecano… Certo che come avvistamenti non ci facciamo mancare davvero nulla!
Mollate gli ormeggi! Il navigar mi è dolce… domani saremo in un altro luogo magico… sempre che l’incrociatore e la portaerei non si mettano di mezzo!
Le tavolate a cena sono allegre, sott’acqua siamo divisi in due gruppi e i subacquei sono un po' come i pescatori, fanno a gara a chi ha visto il pesce più grosso!!! Le risate e le burle la fanno da padrone. Una barca da crociera è un ambiente ristretto, il clima che si viene a creare è quello di una famiglia allargata, dove l'iniziale timidezza lascia presto spazio al piacere di condividere un’esperienza bella come questa vacanza.
…Il sole è appena sorto, guardo fuori dall’oblò. Strano qui siamo lontani dalla costa eppure ci sovrasta una alta montagna o meglio, da un lato la montagna e dall’altro uno scoglio molto più piccolo.

La piccola Rocky Island composta da roccia bruciata al sole, inospitale e piatta che non offre il minimo riparo. Terra di nessuno con sparuti nidi di sule che disturbate si sollevano in volo, quando qualcuno di noi decide di sbarcare e farci un giro. Fuori è affascinante e desolante allo stesso tempo, ma lì sotto ci chiamano i nostri amici. Si ricomincia! Saltiamo in acqua con la voglia di scoprire cosa ci riserva. Arriviamo da giorni molto fortunati, non sempre può andar bene ma ci speriamo. Non ci posso credere, ma ci hanno seguito??? Sono due, sempre eleganti, si incrociano e ci girano intorno. Naturalmente sono ancora loro gli squali martello! Poco dopo viene a farci visita un bello squalo grigio. Restano con noi per un po' poi se ne tornano nel blu profondo dove non ci è concesso seguirli mentre noi siamo costretti, si fa per dire, a riportarci sulla parete. Rimaniamo catturati dalla sua bellezza dove il corallo è rigoglioso, vivo e coloratissimo e poi tantissimo pesce di barriera, dai carangidi che si lasciano cullare dalla risacca alle cernie che si affacciano curiose dalle fenditure del reef per finire agli enormi tonni. Senza dimenticare le murene, tante e spesso fuori tana. Sarà una costante questa loro presenza non usuale, soprattutto di giorno quando normalmente se ne stanno nascoste. Altra costante  saranno gli incontri con i magnifici delfini sia in navigazione quando giocherelloni saltano tra le scie della barca sia sott’acqua, quando intento a scrutare la parete ascolti il loro richiamo o semplicemente facendo snorkeling quando ti passano tanto vicini che sembra di poterli accarezzare ma sono in realtà troppo veloci che in lampo spariscono lontano.

L'isola più grande è la mitica Zabargad, già conosciuta ai tempi dei Romani per le miniere di olivine. Di quei tempi passati rimangono solo i molti buchi nella montagna, gli ingressi delle antiche miniere. E' una strana sensazione, come se una volta sbarcato ritornassi indietro nel tempo…
…il gommone scivola su una laguna cristallina, scendiamo sull’isola e subito capiamo che per chi lavorava in miniera la vita non era così semplice. La leggera brezza marina si tramuta in calma piatta, la temperatura aumenta. Si fatica a salire sulla roccia friabile senza aver nulla in spalla, immaginiamo la sofferenza di chi da queste mulattiere scendeva e saliva carico di pietre. Con questo caldo poi! Sudiamo e beviamo, stiamo attenti ad ogni passo, è facile scivolare. Chissà i rari cespugli d’erba che incontri come fanno ad essere così verdi…
Ma quando arrivi in cima il panorama è bellissimo: roccia dorata levigata dal vento che si fionda in un mare trasparente. E quella spiaggia dove, oltre ai coralli solidificati dai millenni si incontrano le tracce delle tartarughe che vengono a deporre le uova e che ci ricordano che non bisogna mai cedere alle prime apparenze. C’è sempre vita anche dove pensi che non ce ne possa essere. Così come la montagna di ossa al suo margine è suggestiva se pensiamo che tutto finisce dove è cominciato.


“La torcia funziona? Si, anche quella di scorta. Perfetto. yalla yalla!!!”
E’ il primo luogo dove è possibile fare la notturna, siamo stanchi ma nessuno ha intenzione di perdersela. Le nostre luci rischiarano un mondo appena addormentato. I colori di nuovo esplodono, molti lion fish ci seguono, oscuriamo le torce quando si fanno troppo vicini. La caccia notturna è cominciata. Il reef  è un ambiente spettacolare e tranquillo di giorno, ma al calar del sole la lotta per la sopravvivenza diventa cruenta, non per niente i pesci pappagallo che rosicchiano il corallo per trovare nutrimento si infilano in fondo per un riparo sicuro.
Non sono ancora le 7 di mattina e siamo già in acqua, 8.30 colazione, 10.30 seconda immersione e poi pranzo seguito dalla pausa, fino alle 15.30 per la terza immersione. E poi appena buio di nuovo notturna con le stelle e la luna che ci salutano quando torniamo in superficie. Siamo soli qui e sembra che il mondo sottomarino non sia disturbato da quegli strani esseri che fanno le bolle. Sono tornati a trovarci di nuovo gli squali martello, i grigi, tartarughe, barracuda e carangidi. Anche oggi nessuno manca all’appello. A volte è sufficiente incrociare queste meravigliose creature per ricordarci che la semplicità e l’attimo, valgono più di ogni altra cosa. Tutto estremamente semplice come le quattro chiacchiere scambiate con chi ha più esperienza per via dell'età e può sembrare tanto distante da te ma in realtà è così vicino soprattutto quando ti ricorda che non devi mai sentirti inferiore a nessuno. Tutti uomini uguali con gli stessi pregi e difetti. Ma soprattutto tutti sommozzatori….e l’azoto non mente.
Basta divagare, il viaggio prosegue. Lasciamo questa terra isolata a malincuore e ci avviciniamo alla costa per fare cambusa. La sosta deve durare il meno possibile, l’impazienza è tanta. Il nostro prossimo obiettivo saranno i reef semi inesplorati di Abu Fendera ai confini con il Sudan. Poche barche navigano in questo tratto di mare troppo lontano dai comuni porti d’imbarco. C’è la voglia di andare a scoprire nuovi siti di immersione. C’è l’attesa di scoprire come saranno questi luoghi poco esplorati, c’è l’orgoglio di contribuire nell’aprire nuovi itinerari per la subacquea. La navigazione è lunga e impegnativa, comincia poco dopo il tramonto e va avanti per tutta la notte. Per nostra fortuna il mare sembra clemente. Sento i motori spegnersi mentre comincia ad albeggiare. I reef si intravvedono appena sotto la superficie. Siamo di nuovo isolati da tutto e da tutti. Questa zona non è molto profonda, i drop off a cui ci siamo abituati nei giorni passati qui non ci sono infatti la batimetrica raggiunge al massimo i 40 metri, il fondale intorno ai pinnacoli è sabbioso. Aumentiamo la nostra attenzione sott’acqua, l’obiettivo è quello di commentare poi insieme le caratteristiche morfologiche che incontreremo. Il corallo è intatto e rigoglioso, solo in pochi e sparuti punti mostra di essere rovinato dall’uomo. Probabilmente tutta questa zona viene battuta dai pescatori, il pesce c’è e non poco ed è anche molto più diffidente infatti è difficile avvicinarlo. Vedo per la prima volta in Mar Rosso un pappagallo gibboso di discrete dimensioni e un nudibranco camminare sul fondo. Ho fatto una scoperta, non ne avevo mai visto uno muoversi! Speriamo che le pause tra le immersioni passino veloci, la voglia di andare a scoprire è tanta anche se sappiamo che corriamo il rischio di non trovare nulla, anche se poi il nulla in questo mare non è proprio un termine corretto. Un amico di un paese lontano tanti anni fa, parlando con una persona che non sapeva vedere o forse aveva solo smesso di sognare le diceva “ha ragione signora, qui c’è solo sabbia”. La prendeva in giro, noi uscivamo da 2 ore di immersione in cui avevano visto veramente di tutto e così è stato anche qui: scendi sott’acqua desideroso di trovare tutto, ma poi alla fine non sei capace di vederlo, perchè è troppo evidente. In questi casi ti rendi conto di quanto sei assuefatto a quello che vedi, senza pensare a quanta magia si nasconde in ogni centimetro di reef. Qualche mugugno forse c’è stato, era da mettere in conto che qualche sito sarebbe stato meno felice di altri. Ma l’esperienza è senza dubbio positiva, anche quando abbiamo allungato ancora più a sud verso Ohrob, dove ancora di più si notavamo i segni lasciati dai pescatori.

Le notturne sono forse la parte più spettacolare di questa zona, i colori si accendono come non mai e il pesce è davvero sorpreso. Tante murene fuori tana, la caccia è davvero spietata. Ma anche un tritone, gamberi e granseole. Descrivere tutto è impossibile, troppa la varietà e purtroppo troppo corta la memoria. Poi chiudi gli occhi, silenzio assoluto se non per il rumore delle bolle. Ascolti le tue sensazioni. Tutto nero intorno, dove la torcia non illumina. Una, dieci, cento ombre sfuggenti e qualcun’altra che si ferma a guardarti per poi sparire in un batter di ciglia. Sono le sensazioni di una notturna… e poi continuano a chiedermi perché vado sott’acqua.
A malincuore dobbiamo cominciare a rientrare, con la speranza però di ripetere presto un’altra esperienza come questa. Ricominciamo a navigare verso nord. Le prime luci della sera ci accolgono sui reef più meridionali di Saint John. Il nostro isolamento termina qui purtroppo. All’orizzonte le prime barche e soprattutto, guardando verso ovest, il sole non si tuffa più nell’orizzonte vuoto ma incendia di arancio il cielo e si va a nascondere dietro le alte e nere montagne della costa che è tornata in bella vista.

C’è una cosa che in questi pochi giorni ci è mancata molto, quel blu profondo che qui possiamo finalmente ritrovare. La parete di Abili Ali sale da oltre 300 metri di profondità e si porta il suo fascino sino alla superficie. Zona di grandi correnti, luogo dove le gorgonie raggiungono la maggior dimensione che io conosca e dove un rarissimo pesce falco si fa vedere padrone dell’enorme ramo di corallo nero nel quale vive.
Alzo la testa verso la superficie e incontro il vortice di barracuda. Si apre e ci permette di entrare, il vortice ora è intorno a noi. Rimaniamo estasiati mentre tutto ruota intorno a noi. Poi se va e di nuovo tutt'intorno l'amato blu. Su Saint John ho letto molti commenti, tanti ne parlano con un po' di malinconia quando qualche anno fa..… Forse la sorte ci è davvero amica, non so in quanti abbiano avuto la fortuna di vedere due murene che giocano tra di loro, che sembra si vogliano fare del male e poi arrivano a fissarsi una di fronte a l’altra come due amanti. E poi la remora solitaria che ci girava intorno velocemente, quasi cercasse di capire se poteva attaccarsi a qualcuno di noi. Rimasta per molto tempo vanitosa a farsi fare primi piani,  per una volta è lei la regina e non ombra dei grandi pelagici a cui si accompagna normalmente. E poi avete presente Sha’ab Claudio e Umm Kararim? Con tutti quei giochi di luce e quell’attesa per capire cosa si nasconde quando giri l’angolo? Luoghi incantati, teatro di immagini subacquee che hanno fatto il giro del mondo e dato lustro a questa zona.

Qui ho un altro appuntamento importante. Ci ho pensato prima di entrare in acqua, proprio la sera in cui mi sono tuffato e dimenticato la bombola chiusa. Scendo e accendo la torcia, mi guardo intorno sul reef dove la maggior parte del pesce giace addormentato, cerco una macchia rosso rubino incastonata su un reef che definire un gioiello è riduttivo. Eccola finalmente la ballerina spagnola, è proprio lei quella a cui avevo dato appuntamento. Non mi delude, si fa trovare. Non ha molta voglia di volare, ma non importa. Il pensiero questa volta è molto personale e va ad una persona che ha amato il mare e bramato questo incontro tante volte. E poi ancora in un’altra notturna ne incontro altre due, anche loro chiamate da un appuntamento a cui non dovevano mancare, a cui io non potevo mancare. Arriviamo addirittura a sfiorare una murena enorme che ci passa davanti incurante oppure una cernia pazzesca, infilata in una spaccatura che ci guarda con odio quando le nostre torce la accecano e poi ancora magnifici platax che appaiano come ombre tenendo fede al loro soprannome di pesci pipistrello.
“ hai visto che stella cadente??? Esprimi un desiderio!” “Fatto!”
…saltiamo in acqua e ci rendiamo conto subito che c’è molto plancton, mi viene quasi da pensare che nevici. Gotha Seghira è un'altra bellissima parete che finisce nel blu più assoluto. Il termoclino quasi assente, sembra che oggi la fortuna ci abbia abbandonato. Alzo lo sguardo verso l’alto e vedo indicare nel blu, ma il riflesso del sole mi acceca. Di nuovo indicano qualcosa, ma cosa?!? Prima uno spettro sfuggente, appare e scompare. Poi un’immagine che si fa sempre più nitida. Possibile che sia davvero una manta? Sembra che voli. E’ solo una? No! altre due bellissime, volteggiano intorno a noi. Sono enormi, sotto di loro numerose remore sono a stretto contatto. Ci girano attorno come consumate primedonne si fanno ammirare ma altrettanto sfuggenti e altezzose, quando sono stufe delle nostre attenzioni se ne vanno. “Allora? Esaudito il desiderio?” “si, bellissimo!!!”

“Senti, ma adesso cosa avresti voglia di vedere?” “beh, per scaramanzia non te lo dico…” In realtà poi quello che volevamo non l’abbiamo visto ma forse la richiesta era troppo esagerata…. Questo desiderio ce lo teniamo per il futuro, vedremo se  si avvererà. Il viaggio volge ormai al termine, ultime puntate sui reef di Gotha el Sharm dove un enorme squalo grigio, un po' profondo in verità, è l’immagine più forte e poi quel camino sulla parete in cui ti infili per poi spuntare sotto una volta che entra per diversi metri nella parete, tanto buia e ampia che a fatica la torcia la illumina. Sotto la barca salutiamo per l’ultima volta un signore di una specie che stavo dimenticando ma che ci ha fatto spesso compagnia: tanti napoleoni sono stati i nostri complici mentre attendevamo di risalire in barca.
Rimetto le scarpe ai piedi, mi ero ormai quasi dimenticato come allacciare le stringhe. Salutiamo i ragazzi dell’equipaggio e le guide che con noi hanno condiviso le emozioni. Il pullman ci porta in villaggio a “desaturarci”. Abituati allo spazio che ci offre la barca, la hall dell'hotel sembra un immenso stanzone nel quale ti puoi perdere facilmente. La camera è tanto grande che ci stai in sei senza problemi ma quando sei in spiaggia e guardi verso il mare…ti volti a cercare la rastrelliera con le bombole… Dove sono le pinne? La mia cesta dov’è finita?
Abbiamo navigato per oltre 500 miglia, toccando punti inesplorati. Esaudendo molti dei nostri desideri. Quattro righe scritte non potranno mai descrivere le infinite emozioni, ma mi piace pensare che un pizzico di quelle sensazioni ci accompagneranno nei prossimi tempi. Grazie Blu. Grazie Mar Rosso

Abbiamo navigato su Miss Veena con itinerario da Elphinstone a Deadelus Reef da Zabargad e Rocky Island a Abu Fendera, da Saint John Reef fino Wadi Gimal percorrendo 500 miglia

Grazie alle nostre pazze guide Max, Monica e Ahmed.
e a quei pazzi dei miei compagni di viaggio Rosanna, Marco, Manuela e Alessandro, Letizia e Fabrizio, Fulvia e Umberto, Marco e Massimo, Emanuela e Michele, Roberto, Paolo, Alessandro, Flavia e Alessandro.

….non contano i respiri, ma i momenti che te li hanno tolti.
Marco Ferrazzini e Marco Ravelli i Marco's

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