PROLOGO“L’isola di Topazos che si trova in Mar Rosso a trecento stadi dal
continente che siccome è nuvolosa e battuta da forti venti, é cercata a
lungo dai naviganti” Naturalis Historia di Plinio il Vecchio 77 d.c.
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L’ISOLAIl sole è alzato da poco, dritta di prua ecco finalmente, quasi sospesa
sul mare, la sagoma grigio azzurra di Zabargad. Lentamente ingrandisce e si
definisce:alta, triangolare, una sottile linea chiara denuncia la laguna che
la circonda. Un anello turchese prezioso come le pietre che l’isola regalava
ai Faraoni. La lasciamo al traverso per puntare su Rocky Island, circa 2
miglia a sud dove, finalmente, ci immergeremo.
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ST. JOHNIl giorno dopo il nostro vagabondare continua: siamo nel cuore dei reefs
di St, John e quando, al tre! mi butto dal gommone, entro come una
spada nel ventre di questo Mare generoso di bellezze, ne avverto il profondo
pulsare della Vita in uno scenario incomparabile: le enormi gorgonie di
Abili Ali e Mahrus, l’infinito acquario di Abili Gafar. La sosta sul suo
cappello a -3 è quanto di meglio un sub in deco (mi capite vero?)
possa mai immaginare….
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I DELFINI e IL RELITTOAltro spettacolo al mattino dopo: si fa il bagno coi delfini !!!. Famiglie intere di stenelle,femmine, adulti,piccoli intrecciano con noi evoluzioni nell’acqua tiepida e turchese della laguna .Si lasciano quasi toccare. Un’ora di giochi, fantastico e indimenticabile! Ma la giornata ci riserva altre sorprese: mentre arriviamo a Sha’ab Makrus qualcosa attira la nostra attenzione: una riga bianca sul blu, strana, troppo bassa per una barca da crociera, troppo chiara per una barca di pescatori. Avvicinandosi si rivela essere una grossa barca da safari semiaffondata. Io e altri tre “pirati” con lo zodiac andiamo a curiosare. L’acqua cristallina copre tutto il ponte principale, le finestre del salone sventolano lugubri tendine, davanti spunta solo la delfiniera. A poppa casse di bibite, lattine, libri gialli, uova, pacchi di fagioli, un gruppo di azzannatori sbranano roba informe. Con qualche apnea recuperiamo delle cinture da sub nuove di pacca. Quei pazzi di Paolo, Rossano e Gianni salgono sul ponte alto: due parole “jalla,jalla” al marinaio del gommone e li pianto lì. I finti naufraghi sventolano le mutande, impietosito li ripesco.
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IL BUCOSul pianoro di Maksur c’è un buco in terra. E allora ?!? Beh, ci si può infilare dentro e dopo pochi metri sbucare su un canyon che scende verticale fino a fermarsi a -60 su due uscite. Sotto di noi ancora acqua. E’ come avere due porte sull’abisso….
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L’ATTACCO NOTTURNOGotha el Sharm. Notturna. Si fa sulla parete e si parte a coppie. Le luci
vanno lente verso il reef. Una torna alla scaletta è Gian: “ Una gran botta
e un dolore al petto” Lo aiutano a svestirsi, è pallido ma controllato. Ha
un taglio sulla muta e, sotto, sul petto, una ferita e i segni di una botta.
Gesù! ma cosa, chi !? “avevo la torcia spenta, come l’ho accesa ho
sentito un colpo violento, non ho visto cosa mi ha colpito” Dario prende la
situazione in mano, ha quello che serve: qualche punto senza anestesia ma
con un bel sorso di brandy nella più bella tradizione marinaresca e il
ferito viene dimesso. Visto che è un duro potrà immergersi domani….. Il
resto del gruppo, ignaro, si gode l’immersione. La parete é molto ricca di
anfratti e coralli duri arricchiti da crinoidi e alcionari viola. Un grosso
polpo sfodera tutti i suoi travestimenti e poi si lascia carezzare
dolcemente sulla testa. Centinaia di occhietti luminosi osservano nel buio,
due musdele scodinzolano tranquille e al riparo.
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IL GIORNO DEL LONGIMANUSOggi mi sveglio presto, sembra che mi aspetti succeda qualcosa. Sono le 5
e una leggera luce sfuma a Est. Alcune nuvole già formate cominciano a
prendere colore. Poi il sole inizia a spuntare dall’orizzonte e rapidamente
sale fino a quasi completare il suo cerchio ma all’ultimo momento è indeciso
se staccarsi dall’orizzonte. Il riflesso sul mare immobile crea un’appendice
sulla quale sembra appoggiarsi e non volersi più alzare. Poi, come tirato
dal carro di Febo, si decide e, di colpo, il cielo africano esplode in un
mare di luce. Un volo di gabbiani da ovest è un buon segno .E noi siamo
pronti per una giornata piena di presagi.
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LA SQUADRAZEEV: rara specie di brontosub (brontola sempre,o quasi …) LE GUIDEANDREA & ROBERTO: bravi, simpatici, professionali. Riescono a fare il briefing senza la lavagna FINALEL’airbus 320 spinto dai due Rolls Royce si solleva dalla pista di Marsa Alam, vira sul deserto. L’ombra dell’aereo sulla sabbia rimpicciolisce mentre prende quota. Guardo dal finestrino le marse, il mare increspato. Musica nella cuffia. Dormo. Irrompono nella mia mente branchi di carangidi, barracuda, alcionari e spugne dai mille colori. Un rullo di tamburi annuncia squali grigi, mante, longimani, ma …non è stato un sogno. A . C. ( Anonimo Cronista ) XXI sec. |