La
vacanza che ci attende non è proprio la solita meta dove quello che ti attende è
già scritto sui cataloghi, le notizie che arrivano in Italia non sono molte e quelle
poche sono frammentarie. Inoltre l’itinerario non è il solito pubblicizzato a sud
di Jeddah, che tocca l’arcipelago delle Farasan, ma saremo pionieri ed andremo alla
scoperta dei reef non ancora esplorati a nord di Yanbu. Forse è proprio questo ad
averci spinto in questa avventura, quando, per la prima volta abbiamo parlato con
Massimo e ci ha affascinato raccontandoci di un mare da scoprire e reef da esplorare
con la speranza di tracciare nuove mete per un turismo sub ancora agli inizi, in
un Mar Rosso completamente vergine.
La partenza è stata di venerdì dalla Malpensa, il ritrovo al terminal 1 con i nostri
amici e altri compagni di viaggio che avremo modo di conoscere meglio, comunque
tutti amanti del mare come noi, con cui condividere una nuova e bellissima esperienza.
Al pomeriggio ci siamo imbarcati sul volo di linea della compagnia araba che ci
ha portato fino a Jeddah, per poi, con un volo nazionale raggiungere Yanbu. Solo
quarantacinque minuti dividono l’aeroporto di Yanbu dal piccolo porticciolo dove
ci attendeva all’ormeggio la barca che per quindici giorni ci avrebbe ospitati.
Lo yacht di proprietà di un principe è stato riadattato per le crociere sub, ci
sono otto cabine con tre bagni in comune al piano inferiore, un ampio salone e all’esterno
la zona diving. La mattina successiva siamo tutti pronti per la partenza, l’attrezzatura
sub è montata e gli ultimi preparativi per l’attrezzatura fotografica sono stati
conclusi, la curiosità invade tutto il gruppo. Finalmente si parte!
Gli unici riferimenti saranno la carta nautica, e qualche notizia che Massimo è riuscito ad avere dai pescatori locali. I breefing saranno indicativi, si cercherà di capire le correnti, ma soprattutto bisognerà stabilire il punto migliore per effettuare la discesa, avendo comunque la possibilità del recupero con un piccolo gommone.
Le prime discese sono entusiasmanti, non ci sono barche
in zona e gli unici riferimenti sono i marker (piloni metallici con segnalazione
luminosa) contrassegnati con un numero. Il mondo che si apre davanti ai nostri occhi
è incontaminato, i coralli sono intatti e la barriera è una distesa immensa di vita,
le acque limpidissime di questo mare fanno si che la profondità non sia un problema
e quindi ci ritroviamo costantemente attorno ai 45 metri con la speranza di fare
qualche incontro spettacolare. Gli squali sono molto timorosi, infatti, l’uso di
qualsiasi avvisatore sonoro li spaventa, addirittura le bolle che escono dall’erogatore
li fanno fuggire in profondità. Questo sarà un “problema” che avremo per tutta la
vacanza, sicuramente non avendo mai avuto contatti con i sub, qualsiasi rumore li
allerta. Intanto la navigazione procede tranquillamente, il mare è favorevole e
le correnti sono abbastanza “toste”, ma questo certo non scoraggia nessuno, infatti,
dopo solo tre giorni siamo a battezzare il primo punto d’immersione degno di questo
nome “gorgonia reef” (rif. Marker n. 3). La settimana trascorre piacevolmente e
velocemente, ritrovandosi ogni sera a tavola per gustare un’ottima e abbondante
cena, ma soprattutto per discutere sulle mete del giorno successivo. I gruppi che
si sono formati sono molto affiatati e la competizione è presente ad ogni uscita,
il gruppo dei “deep diver” composto da siciliani d.o.c. che della profondità ne
hanno fatto una ragione di vita, i “super diver” che della programmazione e perfezione
ne fanno un vanto e per ultimi “gli scapestrati” l’unico gruppo dove tutto l’impossibile
rientra nella normalità. Purtroppo però il tempo è inesorabile e anche la prima
parte della vacanza si è già conclusa. Prima del rientro al porto per lo sbarco
degli amici che hanno trascorso solo una settimana con noi, ci fermiamo a “Gotha
el Sharm”, per effettuare un’ultima immersione nei pressi di un relitto turco affondato
nel 1915. E’ arrivato anche il momento dei saluti, le valige sono pronte per essere
caricate sul transfer che li accompagnerà a Jeddah per il rientro in Italia, sul
molo si sprecano i baci e i saluti, un briciolo d’invidia nei confronti di chi rimane
e dei bei ricordi che lasceranno il segno di un’ottima prima settimana.
Il venerdì trascorre con due immersioni in prossimità di Yanbu, per poi la sera
accogliere a bordo il gruppo dei nuovi amici con i quali trascorreremo la settimana
successiva.
Il giorno seguente siamo pronti per la partenza, prua rivolta a nord e si comincia la navigazione, dopo le prime due immersioni di check dive, ci spingiamo verso formazioni coralline incontaminate e scopriamo anche questa volta uno spettacolo bellissimo, ai marker 11 e 7 abbiamo la fortuna di scendere in una vera e propria foresta di gorgonie, grandissimi ventagli di almeno 3 metri di diametro, ma soprattutto una distesa che si perde fin dove l’occhio può arrivare.
Le discese continuano in uno spettacolo unico, dove possiamo ammirare piccoli anthias arancioni che si muovono freneticamente per contrastare il vento del mare, qualche banco di barracuda si diverte a compiere continui cambi di direzione e piccoli squali pinna bianca si aggirano fra pinnacoli di corallo che si ergono dalle profondità del blu. Spesso ci ritroviamo di fronte a foreste di alcionari viola che ricoprono intere pareti, contornate da coralli a frusta che si allungano quasi a voler toccare la superficie. Giardini di corallo intatto dove è possibile incontrare acropore tavolino talmente grandi da lasciare a bocca aperta anche i sub più esigenti. Ma la vera ciliegina sulla torta è stata l’immersione del mercoledì a Sha’ab Suflani (Marker 44), una discesa a 50 metri oltre la cigliata che delimitava il pianoro, e dopo pochi attimi l’emozione è stata fortissima con la danza di alcuni squali martello molto curiosi, le loro evoluzioni ci hanno regalato uno spettacolo senza uguali, animali splendidi che in questi momenti riescono sempre ad emozionarci. In risalita poi il gran finale con qualche banco di carangidi, barracuda e un solitario squalo grigio dimenticato da tutto il gruppo che aveva ancora l’adrenalina in corpo per la straordinaria immersione che si stava concludendo.
Purtroppo anche la seconda settimana è giunta ormai al termine, e in barca si tracciano le prime conclusioni di un viaggio che lascerà un ricordo bellissimo, un’avventura indimenticabile in un mare ricco di vita e di colori, ricorderemo discese mozzafiato nel blu con correnti da mettere alla prova anche i sub più esperti, una barriera corallina incontaminata dove il turismo di massa non è ancora arrivato, un mare solcato solamente da qualche barca di pescatori dove ogni incontro riporta alla mente ricordi di un passato per noi molto lontano.
Ringraziamo a questo punto i nostri amici, Ory, Enry e Alberto che ci hanno fatto compagnia la prima settimana, tutti i nuovi amici che abbiamo conosciuto in questa bellissima vacanza, ma soprattutto un ringraziamento particolare va a Massimo, un accompagnatore attento e paziente che è riuscito ad organizzare una crociera indimenticabile.
Roberto Erta e Nadia Chiesi