Schizzi d'artista

Lunedì 26 giugno
Vengo svegliato da un fracasso tremendo: voci, rumori. Un caicco ha ormeggiato di fianco a noi e scarica compressori e altre diavolerie. Quelli di bordo e quelli di terra dialogano in arabo che pare si scannino…. poi un bell’applauso e poi il silenzio. Se ne vanno ma ormai il sonno è rotto. Mi godo il mattino. Piano piano mi raggiungono i compagni di viaggio, ci si guarda meglio: la compagnia sembra buona! Si staccano gli ormeggi e l’Amelie punta diritta verso Sha’ab el Erg per il check dive. Tutto bene, il gruppo è omogeneo. Dopo la pausa pranzo ci dirigiamo verso Abu Nuhas, il mare si è ingrossato costringendo l’Amelie a giochi di motore per contrastare le grosse onde di prua. Ormeggiamo a ridosso del reef, con il gommone raggiungiamo il relitto del Ghiannis D. Scendiamo nella sala macchine, raggiungiamo il motore, la posizione inclinata dello scafo crea strane prospettive. Scale, passaggi, scalette, squarci di luce dagli oblò e dall’apertura sul ponte, fiumi di glass-fish. Usciamo e ci dirigiamo verso prua, parte del carico composto da legname è sparso sul fondo. Il grosso bigo e la catena dell’ancora adagiati sul fondale danno l’idea del colpo subito. Tre grosse cernie maculate sotto un tetto di lamiera mostrano i denti come degli aggressivi mastini da guardia. Impassibili ed immobili ci osservano. Il tempo sta per scadere, ci dirigiamo verso il gommone che scalcia in superficie. Immersione bellissima per la grandiosità della scena. Ora navighiamo in direzione Nord Ovest verso l’isola di Gobal dove ormeggeremo per la notte e per una suntuosissima cena. Bellissima giornata. Conferma della simpatia della comitiva. A cena Christoph ci intrattiene con racconti di avventure e disavventure. Tra fiumi di parole e un goccetto rintemprante, arriva l’ora di buttarsi in branda.

Martedì
La barca si sveglia alle 6,30 e noi con lei. Il gruppo assonnato esce a fatica dalle cabine gentilmente sollecitato da Christoph. Breve tratto di mare e poi ormeggiamo in modo da avere una cima guida a poppa ed una a prua. Mare buono “Inshallah”, la Rosalie Moller è sotto di noi. Scendiamo con l’emozione del nuovo relitto; lungo la cima di poppa la visibilità è mediocre e per primo appare la testa d’albero, poi la poppa e scendiamo fino all’elica passando tra questa e il timone. Tutto ben concrezionato, la luce del faro illumina il cassero e i molti lion fish appoggiati sul pianale, sui verricelli e alla base dell’albero, posto ideale per ospitare le innumerevoli cernie. Vale la pena di trattenersi e guardare. Sopra la testa un branco di priacantidi dagli occhi grossi e intorno uno sfacelo di carangidi. Risaliamo con molto rimpianto anche perché ho ancora aria nelle bombole. Il mare intanto si è ingrossato, scendiamo per la seconda immersione, con l’aiuto di una cima si scende diretti sulla prua. Davanti agli occhi la torretta dell’albero, poi i verricelli. Raggiungiamo la prua e scendiamo ancora un poco per ammirare la sua linea filante, la grossa ancora è ancora all’interno dell’occhio di cubia. Rientriamo verso il centro nave. Sempre gli occhi grossi e lucenti sopra di me. Una piccola murena bianca, una ciprea, poche spugne. L’atmosfera è magica e mentre il gruppo sale, mi trattengo un attimo per godere di questa visione. Rivedo la prua e i glass-fish intorno alla base dell’albero. Un’occhiata al manometro e al computer, si risale. In dinette stanno già apparecchiando la tavola. Degna conclusione di questa bellissima mattinata. Pranzeremo dopo essere entrati in laguna a Gobal Seghira che è il posto più bello che io conosca per ormeggiare. Questa è la quarta volta che ci torno e sono sempre incantato dalla visione al tramonto, delle lontane cime del Sinai da un lato e dal continente dall’altro. Dalla luce che rade dolcemente le piccole gobbe dell’isola e la pacifica spiaggia a sud. Ci attende una notturna apparentemente poco significativa; in realtà il piccolo relitto di notte si popola di creature. E’ indescrivibile la quantità di animali che popolano il piccolo spazio della bettolina. Simpaticissimi gamberetti, crinoidi, paguri, ricci di ogni specie. Poi una grossa murena esce da sotto la chiglia mentre un platax volteggia intorno. Cercando sotto la barca vedo una strana cosa blu e verde poi il fascio della lampada illumina un grosso occhio aperto; è un enorme napoleone che riposa. Una ricchissima cena e poi l’ormai immancabile “cicchetto” prima di andare a letto. Vorrei leggere un po’ ma lento e inesorabile arriva l’omino della sabbia……….

Mercoledì
Ormeggiati sempre in laguna a Gobal. Il vento ha soffiato tutta la notte ed il mare non fa presagire l’immersione sull’Ulysses. La prima immersione la facciamo a Bluff Point partendo dall’ormeggio ma la visibilità è scarsa. Ripetiamo l’immersione a metà mattinata, questa volta ci portiamo con il gommone a nord e seguiamo la parete verso sud. La visibilità è migliorata e ci godiamo una lunga passeggiata attraverso i ventagli di gorgonie, alcionari e grotticelle dorate. Incontriamo un piccolo pesce coccodrillo e due grossi pesci pietra attaccati tra loro. Molto belli. Con lo snorkel ne sollecito cautamente uno che sfila le grosse pinne dalla sabbia e si mette di fianco all’altro. Una bellissima coppia. Osserviamo le grosse spine con reverente timore…… Arriviamo quasi alla barca, dal blu nulla ma stavolta ci siamo proprio goduti questa immersione. Si pranza con una bella pizza. Ma che miracoli compie questo cuoco! Si parte per attraversare il canale e raggiungere Sha’ab Mahmoud per la notturna. Prima di cena preparo uno “spritz” con noccioline per tutti. Grande successo! A tavola tutti piacevolmente allegri e si cena a lume di candela. Poi si ride e si scherza a volontà. E’ già mezzanotte, una bella luna, vado a dormire.

Giovedì
Dormito benissimo “tutto un dritto” fino alle 6,30. Gli altri dormono, io mi godo la barca e attendo i risvegli. Dunraven. Il relitto lo conosco e scendiamo subito sull’elica. Entrati nel cassero di poppa trovo subito la grossa cernia malabar stanziale, poi una seconda più piccola. Passiamo nel locale caldaie, spugne e bivalve sulle pareti, piccole belle gorgonie oro e ostriche sul soffitto. In uscita verso prua un grosso scorfano immobile e mimetico. Ritorniamo verso l’elica per poi raggiungere il reef dove un masso ospita delle bellissime gorgonie bianche. Sopra di noi un branco di fucilieri circondato da tre carangidi in caccia. Risalendo una famigliola di pesci palla mascherati e una grossa murena. Su verso la superficie! Si naviga a Nord Ovest per arrivare a Sha’ab Ali sul relitto del Thistelgorm. Niente corrente e buona visibilità. Scendiamo lungo la cima fissata a poppa del relitto. Numerose cernie vi navigano attorno. Passiamo sui due cannoni poppieri poi alla locomotiva esterna sulla sabbia e ancora verso prua con una catena filata e l’altra ancora nella cubia. Molto imponente! Il dramma si avverte ritornando verso poppa dove le lamiere squarciate e piegate come carta danno l’idea dell’esplosione. Una lamiera contorta si alza come una scultura moderna verso la superficie a ricordo dei cannonieri morti in battaglia. In quella zona sparsi dappertutto i resti del carico di munizioni inesplose e i due carri armati leggeri. Abbandoniamo la nave con un lieve senso di nostalgia, come lasciare un vecchio caro amico. Scendiamo per la seconda immersione: stavolta c’è molta corrente in superficie, ci attacchiamo alla cima per raggiungere la prua dell’Amelie e scendere di nuovo sulla poppa del Thistelgorm sempre seguendo la cima principale. La corrente sotto è minore ma purtroppo la visibilità è scarsa. Io e Chicco avremmo preferito evitare l’entrata nelle stive dato che c’eravamo già stati e goderci il relitto sui ponti osservando i branchi di pesce che gli volteggiano sopra. Invece la visibilità è troppo scarsa e quindi scendiamo nelle stive. La grande quantità di camion e moto ci è familiare e non la descriverò nei particolari. Certo che gli inglesi nel ’41 facevano affluire una bella quantità di armi e materiale bellico alle loro forze. Ci sono nelle stive casse e casse di fucili Enfield, generatori, stivali, carbone, moto, pezzi d’aereo e mille altre cose. Ciao Thistelgorm, chissà se ci rivedremo ancora …… Si riparte verso sud, siamo tutti abbastanza stanchi. In cabina a recuperare. Un po’ di mare di traverso fa rollare l’Amelie. Dagli oblò entrano, a ritmo delle onde, lampi di sole vivissimi. Mi gusto anche questo momento di riposo conscio della forza naturale che è intorno a me. Arriviamo a sha’ab Umm Usk nel tardo pomeriggio. Non faremo la notturna, ne abbiamo già tre sulle spalle. Si fa un bagnetto e si aspetta l’ora di cena che puntualmente sarà servita dal bravissimo “Chef Mohammed”. Prima però, con gaudio generale, diamo fondo allo Chardonnay Pivetta con un generale spritz arricchito di patatine e arachidi. E tutti felici …… a tavola! Fuori una bella luna illumina e fa impallidire le stelle. Il vento è calato, tornerà stanotte.

Venerdì

Si naviga a Est verso Sha’ab Abu Nuhas e ci si ferma a ridosso. Mare tranquillo e bella laguna. Naturalmente subito un bagno. Arriva l’ora del Carnatic. Sempre bello dentro e fuori fino al foro del bompresso a prua. Nel cassero a prua, i cocci delle bottiglie di vino. Ci godiamo ancora un secondo giro di poppa con la luce che entra dalle aperture, poi tagliamo verso il reef dove c’è un bel panettoncino pieno di gorgonie bianche aperte. Sempre bella! Ci lasciamo Abu Nuhas alle spalle, passiamo l’isola di Shadwan, ci attendono circa 3 ore di navigazione per avvicinarci ad Hurghada. Durante la traversata peschiamo una grossa cernia che gusteremo cruda con il limone. Ottima! Non male anche i due dentici al forno con peperoni, pomodoro e capperi. Prima però ci facciamo una bella notturna alle torri di Giftun Seghira. Le torri sono strapiene di crinoidi e alcionari, su una alcionaria rossa trovo due stranissimi granchietti, mai visti prima. Ottima cena, ormai è la norma, poi chi guarda la luna, chi gioca a scopa e arrivano certi moccoli in bergamasco da far paura. Le luci del litorale di Hurghada tremolano basse all’orizzonte e ci ricordano che “domani è l’ultima” ma almeno io non ci faccio caso. Mi godo la notte!....

Sabato
Siamo arrivati alla 15ma immersione, l’ultima classica del viaggio: la drift di Gorgonia reef. Quelli che non l’hanno fatta sono elettrizzati dal breefing anche perché, per generosa concessione di Christoph detto “il Grande Sabbione”, si passerà all’interno della grotta. La corrente è debole e a favore, ammiriamo le siepi di gorgonie giganti sfilare sotto di noi. Mi tengo bene in quota per risparmiare aria in vista della grotta.

Arrivati allo sperone, tutti in tuffo a -45. Bello e ricco di vita il tratto fino alla grotta, poi “un godimento” di alcionari, spugne, gorgonie d’oro, di tutto! Colori stupendi sullo sfondo chiaro all’uscita. Merita certamente un’immersione a sé, quadra, per poterci restare più a lungo possibile. C’è troppo da vedere e con calma. Conclusa l’immersione, ci godiamo il resto dell’aria nuotando tra centinaia di triglie gialle. Poi veniamo salutati da un grosso napoleone con prole. Ormai alla frutta e sotto la barca, saliamo su mentre una grossa murena si sderena nella sabbia. Ci attendono i commenti del gruppo, già a bordo da diverso tempo e…… un pranzetto di arrivederci con tanto di torta e candeline. Notte di sabato “brava” (per qualcuno) ad Hurghada.

I compagni di crociera:
Alessandro e Ilona: lui bravo e simpatico, lei bellissima e luminosa come una romana “de Roma”
Angelo: detto “il grosso” bonario Longobardo, gli mancano solo l’elmo e lo spadone
Alain e Barbara: due extraterrestri, sempre a smorosare in cabina. Acqua poca.
Elena: sembra un’inglese. Colta e molto simpatica.
Eugenio: veste di robe strane. Simpaticissimo.
Gerardo: bonario romano, arguto e simpatico.
Gianni: lombardo d.o.c. detto “scarface” per via delle cicatrici tipo calibro 45.
Chicco: tiene banco. Avvocato civilista. Simpatico
…….. e poi io Bruno.

Bruno Fullin

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