18 Marzo 2006 - Da Malpensa a Port Sudan.
Bene, le valigie sono pronte, le mie da più di una settimana.
Il “Nonno Max” passa a prendermi alle 7 per essere alle 8 circa a Malpensa e
prendere il nostro volo Alitalia per il Cairo. Arrivati al Cairo,
girovaghiamo in autobus tra un terminal e l’altro per poi raggiungere il
gate 1 ad attendere l’imbarco sul volo Sudan Airways per Port Sudan.
Superato il gate, saliamo su di un datatissimo 737 che ci porterà a
destinazione.
Ed eccoci finalmente a Port Sudan; dopo aver aperto le valige davanti ad uno
scrupoloso agente di dogana, usciamo dall’aeroporto e saliamo su un pulmino
decisamente sgarrupato. L’unico mio pensiero è di arrivare in barca per
farmi una bella doccia.
Appena entrati in porto, riconosciamo subito la nostra barca, il Katharina
Maha, un caicco molto grande dipinto di verde. Capitan Maurizio ci accoglie
al molo e ci carica sul suo gommone, ricordandoci di togliere le scarpe
(puzzolenti) appena saliti sulla scaletta ma ad attenderci troviamo delle
pizze goduriose servite al tavolo che ci rimettono finalmente in pace dopo
una giornata infinita.
Senza altri indugi, dopo la gustosa pizza, disfiamo i bagagli, facciamo una
doccia a ci diamo la buona notte. E’ tardissimo qui in Sudan, ed il viaggio
è stato lungo e pesante. Domani mattina incomincerà la nostra vera
avventura.
19 Marzo 2006 - Navigazione e relitto dell’Umbria
Sono le 6 del mattino, cosa sono questi rumori? Ah, sì, sono in barca e
siamo in navigazione verso nord… quasi non ci credo ancora… perciò mi alzo,
mi lavo e raggiungo il Capitano e Laura già in plancia. Il sole non è ancora
sorto e il viaggio dura poco. Nel tempo in cui raggiungiamo il punto
d’immersione i miei compagni di viaggio dormiglioni, si svegliano e facciamo
colazione. Laura si esalta appena vede la ciotola del foul, una strana crema
a base di fagioli, che lei definisce “Energia pura”. Dopo la pantagruelica
colazione, eccoci pronti per il briefing della nostra prima immersione. Ci
troviamo sul relitto dell’Umbria, una nave dell’esercito Italiano
autoaffondato, beffando gli inglesi di stanza a Port Sudan. Il Capitano ci
descrive come si svolgerà l’immersione, tranquilla all’esterno del relitto
che riposa sul fondo inclinato verso sinistra.
Io sono emozionata e non nascondo un po’ di timore; sono la più giovane e
quella con meno esperienza, perciò appena entrati in acqua mi tramuto in
cozza e m’incollo ai miei buddies, Max e Moraldo.
Bellissima!!!! Girare per il relitto mi provoca come al solito emozioni
contrastanti, da una parte l’emozione di vedere tanta vita su un ammasso di
ferro arrugginito… è impagabile, mentre dall’altra parte, il pensiero che su
quei ponti, più di sessanta anni fa, c’era un via vai di marinai e di
ufficiali, mi fa capire che la vita scorreva dove oggi c’è la ruggine…
Tra tutte le cose degne di nota, la più sbalorditiva è accaduta a Cristina:
durante la seconda immersione, decide di seguire un altro gruppo, guidato da
un baffone, abbiamo tutti il dubbio che lei l’abbia seguito perché
segretamente innamorata dei suoi baffi… da quel momento non faremo altro che
prenderla in giro!
Beh, qui mi sembra tutto un’emozione… il blu del cielo, il mare pieno di
sfumature e di vita… e chi non vorrebbe vivere su questa barca? Io ci
metterei la firma.
20 Marzo 2006 - Da Port Sudan a Sanganeb
Un’altra partenza mattutina, navighiamo verso nord est fino a Sanganeb dove
ci sarà il suo faro ad attenderci. Il periodo di navigazione dura molto di
più ed io mi sono goduta un’alba come mai avevo visto prima, in mezzo al
mare con nulla intorno, che meraviglia! Da ieri il mio cellulare non riceve
più. Per fortuna, che bello, niente più squilli e messaggini, siamo
finalmente in vacanza!
Arrivati a Sanganeb facciamo colazione e ci riuniamo vicino al tavolo ancora
ingombro di caffé per il briefing. C’immergeremo alla punta sud. Beh senza
perdere altro tempo andiamo verso prua a vestirci, inforchiamo pinne e
maschere e ridendo saliamo sul gommone. Oggi dovremmo vedere finalmente gli
squali, e, se siamo fortunati, anche gli squali martello.
Ahimè, niente martello, ma il mio primo grigio e il mio record di
profondità, 49 metri.
Dato che rientrando dall’immersione, incontriamo un bel gruppo di delfini,
alcuni di noi decidono di farci una nuotata, e, tornando alla barca, notano
due bei dentici e avvisano il capitano che prontamente si arma di maschera e
fucile e scende a fiocinare i due grossi esemplari… evviva! Pesce crudo per
pranzo…
Tra le due immersioni giornaliere abbiamo l’opportunità di andare a visitare
il faro. Due uomini vivono lì e sono responsabili del suo buon
funzionamento. Abbiamo una gran fortuna, Laura ha passato qui un mese per un
progetto di eco villaggio e ci farà da guida. Ci divertiamo a girare per lo
spiazzo di fianco al faro mentre Max e Riccardo fanno i bambini sul carrello
del molo di carico. Saliamo sul faro fino alla lampada: gran fatica ma ci
aspetta un premio arrivati in cima, una veduta spaziale, da togliere il
fiato. Davanti a noi si estende il mare con le sue mille sfumature di blu,
la nostra barca al sicuro nell’anello di corallo sembra un puntino, è
comprensibile, siamo a 55 metri di altezza! Ridiscendiamo i 268 scalini e ci
disperdiamo per fare le foto, poco dopo risaliamo sul gommone assolutamente
soddisfatti.
La seconda immersione si svolge più o meno come la prima ma ad una
profondità minore, tanti carangidi e barracuda oltre che squali e pesci
colorati d’ogni genere e numero. La sera la trascorriamo in allegria, tra le
chiacchiere e le barzellette sconce di Max. Appena ci alziamo tutti, ci
spostiamo sul divano di poppa ad ammirare le stelle, non è quasi possibile
distinguere le costellazioni, ce ne sono troppe, molte più di quelle segnate
sul libro che Laura porta fuori. La luce del faro ci saluta con il suo
lampeggiare ad intervalli fissi e ci da la buona notte.
21 Marzo 2006 - Da Sanganeb a Shab Rumi
Oggi ci siamo mossi abbastanza presto, io mi sono svegliata intorno alle sei
per quella che sta diventando un’abitudine ma per fortuna nel pomeriggio c’è
tutto il tempo per sdraiarmi e fare una pennica. Il mare è un po’ grosso
dato il vento, teso da nord, stiamo navigando verso sha’ab Rumi ad una
velocità di otto nodi. Qui faremo tre immersioni, due sulla famosa punta
sud, dove speriamo di avvistare i tanto agognati squali martello, la terza a
“Precontinente 2”, la famosa base di Cousteau, ma io la seconda non la farò.
( Sono in vacanza sì o no?...)
Durante l’immersione a punta sud, le emozioni sono accentuate dagli squali
che ci girano intorno e, finalmente, dai primi (ed ultimi) due squali
martello… mamma mia che grossi!!!!!
Quella che mi è piaciuta di più è la terza della giornata: ci siamo buttati
dal gommone e quasi subito ci siamo trovati di fronte alla cupola dove
veniva tenuto il batiscafo. Giriamo intorno ai resti della base scientifica
e aspettiamo che i fotografi finiscano di scattare come dei matti.
Appena abbiamo campo libero, Laura, Cristina ed io entriamo nel fungo pieno
di incrostazioni e di aria rimasta intrappolata nella struttura. La
sensazione di essere degli astronauti di una base su mercurio è molto forte.
Rientro alla barca con un po’ di tristezza, non avrei mai voluto uscire
dall’acqua ma mi aspetta una cena con i fiocchi! Oggi, rientrando dalla
seconda immersione, il Capitano ha comprato dai pescatori un buon numero di
grosse cernie, ed il “magnifico cuoco” ne ha portata in parata e servita una
maestralmente cucinata!
22 Marzo 2006 - Shab Rumi
Oggi giornata all’insegna dei problemi della barca vicina d’ormeggio, una
piccola barca a vela bianca di un gruppo di francesi. Prima hanno avuto dei
problemi con l’ancora, poi la cima di questa si è incastrata e strappandola
hanno causato la rottura dell’albero dell’elica cominciando ad imbarcare
acqua.
Il Capitan Maurizio è andato prima a dargli una mano per ancorarsi in un
posto giusto, e quando si è offerto di aiutarli ad aggiustare il motore, per
via di incomprensioni linguistiche, si è arrabbiato molto. Per fortuna la
sera si è chiarito tutto con l’arrivo in barca della ragazza a capo della
“spedizione” francese.
Comunque noi ci siamo fatti le nostre belle immersioni, compresa la notturna
a Cousteau.
Siamo anche andati a fare un po’ di pesca… Riccardino e “Nonno Max” alle
canne, Laura, Eleonora ed io, per farci un giro. Sarà stato l’orario
sbagliato (mezzogiorno), sarà che siamo stati un po’ sfortunati… beh non
abbiamo tirato su nemmeno un’acciuga presa per caso!
Alla notturna pare che si siano divertiti molto, io non l’ho fatta perché
sono troppo scottata (o forse perché soffro di pigrite acuta?)… ho aspettato
gli altri in barca godendomi la calma e il silenzio di questo luogo
favoloso!!!
Domani pare che resteremo ancora a Shab Rumi, causa il mare un po’ grosso
fuori da questo stupendo anello di corallo.
23 Marzo 2006 - Da Shab Rumi a Sanganeb
Oggi ci muoveremo ma nel pomeriggio (anche se a mio giudizio potremmo
restare qui per sempre). Alle 7 del mattino, Laura passa a bussare nelle
varie cabine. Il mio problema è che se non vengo scrollata o c’è molto
silenzio, non mi sveglio. Per fortuna avevo l’oblò aperto e mi sono
svegliata grazie ai passi dell’equipaggio che preparavano le bombole.
Ormai punta sud la conosciamo abbastanza bene perciò ce la giriamo senza
molta fretta ognuno cercando quello che più desidera trovare.
Durante la seconda immersione siamo circondati dagli squali, forse chi ci ha
preceduti ha fatto dello shark feeling e questi si aspettano un altro po’ di
pappa… peccato che rimarranno delusi.
A pranzo il “magnifico cuoco”, oltre a rimpinzarci con goduriose
prelibatezze, ci delizia anche riproponendoci il fantastico budino che solo
pochi giorni prima era stato molto gradito da tutti.
Verso le 17.30 purtroppo ripartiamo, puntando la prua del Katharina verso
sud, stiamo ritornando verso Sanganeb… li ci fermeremo per la notte e per le
ultime immersioni di domani.
24 Marzo 2006 - Da Sanganeb al relitto dell’Umbria
Ebbene, oggi sono in programma ben tre immersioni: punta nord, punta sud e
parete est. Io da pigrona che sono penso di saltare la prima… peccato perché
mi hanno detto che si è visto di tutto e di più… mi mangerei le mani! Gruppi
di barracuda che si muovevano a mulinello creando delle palle enormi, squali
e pesci napoleone stupendi…
Io giro punta sud con la sicurezza di conoscerla già abbastanza e mi diverto
come una bambina a giocare con dei piccoli pesci pagliaccio.
La terza immersione è dedicata ai fotografi. La parete est è a dir poco
stupenda…
Piena di colori ci stupisce per gli enormi gruppi di alcionari rosa rossi e
gialli, per le gorgonie rosse e per il grande numero di pesci che nuotano
tra i coralli. Fenomenale l’arrivo di un banco di sardine che ci sfreccia
vicinissimo in fuga dai barracuda. La luce si diffonde obliqua creando dei
giochi tra pesci e coralli, molto graditi dai nostri fotografi armati di
flash e mega obbiettivi. Il Capitano si accompagna a Eleonora che fa il suo
Discovery…
Mi piange il cuore ma siamo obbligati a finire la nostra ultima immersione
dopo quasi un’ora. Il sole sta calando e noi risaliamo sul gommone pieni di
emozioni contrastanti… per quanto mi riguarda non vorrei più uscire! Le
emozioni provate in questi luoghi del Mar Rosso mi riempiono il cuore ma al
contempo sono molto triste… non so quando potrò tornare.
Appena risaliti in barca, Capitan Maurizio si prepara per salpare verso sud
est, questa notte la passeremo sull’Umbria.
25 Marzo 2006 - Port Sudan, gita a Suakin, partenza per il Cairo.
Arriviamo in porto, che tristezza… ma la nostra avventura non è ancora del
tutto finita, prenderemo di nuovo uno sgangherato pulmino… destinazione
Suakin.
Suakin è il vecchio porto del Sudan, con una storia alle spalle lunga un
migliaio di anni ma abbandonato dagli inglesi a partire dal 1905 perché non
più sufficientemente ampio per accogliere le nuove navi da carico.
Abbandonato alla furia degli elementi, oggi ci appare come una città
terremotata. Molto poco è rimasto in piedi e quel poco è tenuto insieme da
putrelle e pali sistemati quà e là. Giriamo tra le rovine sotto un cielo
terso e un sole a picco sulle nostre teste. Il silenzio è quasi palpabile,
le emozioni ingigantite… mi sembra che il nostro piccolo gruppetto sia
l’unico sopravvissuto ad un cataclisma o ad una guerra e questo mi fa
pensare a quanto è effimero l’uomo e quello che esso costruisce.
Usciamo dalla città sbigottiti, per buttarci nel mercato lì vicino, dove
siamo circondati dalla vita giornaliera dei sudanesi. I bambini ci seguono e
si mettono in posa per essere fotografati mentre i venditori ci esortano a
comprare carne e spezie. Gli odori forti ci accompagnano nel nostro
girovagare, profumi speziati e poco identificabili attaccano le narici
accentuando le nostre sensazioni, fino a quando non saliamo di nuovo sul
pulmino per tornare a Port Sudan.
Mangiamo per l’ultima volta in barca e terminati i preparativi sbarchiamo
con la tristezza nel cuore. Capitan Maurizio, visibilmente toccato, ci
saluta al pulmino e se ne torna in barca…
Stiamo per riprendere il datatissimo 737 dell’andata per il Cairo (Urca!
Vola ancora???)… ed io vorrei legarmi all’albero del Katharina per non
partire, ma non trovo una catena adatta allo scopo, perciò salgo sul pulmino
e parto con quella che in questi giorni è diventata la mia famiglia.
Quando arriviamo al Novotel del Cairo, ognuno prende possesso della propria
stanza per fare una doccia, poi ci ritroviamo per mangiare.
Vado a letto molto presto, domani alcuni di noi andranno a vedere le
piramidi di Giza, invece Laura, il Doc ed io andremo in giro per il centro
della città!
26 Marzo 2006 - Da Il Cairo a Milano (sob sob, sniff sniff).
Lasciate le nostre stanze e rifocillati da una buona colazione, ci
ritroviamo nella hall. Verso le 10 carichiamo i nostri bagagli sul pullman e
partiamo.
Ad un certo punto, Laura, il Doc, Stefano ed io veniamo lasciati sul ciglio
della strada per prendere un taxi che ci porterà vicino al museo, Stefano ha
deciso di visitarlo mentre noi altri andremo in giro a scattare foto.
La mattinata passa velocemente tra mercati e strade trafficatissime, tipiche
del Cairo. Riusciamo ad arrivare all’aeroporto in contemporanea al pullman.
Dopo la coda al controllo bagagli ed il check in, facciamo un giro veloce
per il duty free e ci imbarchiamo sul nostro volo per Milano. Che tristezza,
questa settimana è volata.
Rientriamo a Milano la sera e l’unica cosa che mi rallegra è la possibilità
di rivedere la mia famiglia e la speranza di riunire tutto il gruppo davanti
alle salamelle alla griglia a casa del Nonno Max… al più presto possibile.
Fine del viaggio ma non dell’avventura. Ringrazio tutti!
Tutti i partecipanti:Giulia De Capitani