Biologia
Probabilmente lo squalo più comune e osservabile di tutto il Mar Rosso è il Triaenodon obesus, noto con il nome volgare di squalo pinna bianca, unico rappresentante del genere Triaenodon. Il pinna bianca è uno squalo a tutti gli effetti e come tale riveste la sua notevole importanza nell'ecosistema marino. Riconoscibilissimo dalla punta bianca della prima dorsale e dalla caudale, oltre che da un muso largo squadrato e dalla sagoma triangolare quando viene osservato dall'alto. Il pinna bianca può raggiunge i 2 metri di lunghezza, anche se molto spesso lo si trova di taglia minore, ha una colorazione grigio bruna dorsale, rispetto a quella grigio chiaro ventrale. Vive fino a circa 25 anni di età e comincia a riprodursi già a partire dall'età di cinque anni.
Profondità
Squalo molto abitudinario e sedentario, lo abbiamo inserito tra i pesci che "guardano il reef" anche se il più delle volte lo incontriamo solitario o in sparuti gruppetti che riposa sul pianoro del reef o sotto le acropore. Lo si può incontrare anche in profondità entro i primi 40 metri dalla superficie. Il pinna bianca, che non è considerato una specie pericolosa per l’uomo, è attivo per lo più di notte, si ciba di pesci pappagallo, murene, pesci scoiattolo, pesci damigella, polpi e crostacei, mentre di giorno si limita a pattugliare la barriera. Non è un animale territoriale e divide le grotte in cui riposa, dove ritorna con regolarità, con altri membri della stessa specie.
Curiosità
Sembra difficile da credersi, ma spesso il pinna bianca, chiamato in inglese white-tip reef shark viene confuso con il pinna bianca oceanico, oceanic white-tip shark anche se l'ambiguità rimane soltanto nel nome dato che le caratteristiche dei due squali sono agli antipodi a partire dalla loro colorazione, dal comportamento, per non parlare dei quasi due metri di differenza nella taglia massima che rendono i due pesci assolutamente diversi tra di loro. Quindi fate molta attenzione a quando parlate di "white tip shark" la piccola differenza sta nelle parole reef e oceanic.
Avvicinamento e Osservazione
Abbiamo scritto e ripetuto fino all'esasperazione ma ci siamo ripromessi di ricordarlo ogni qualvolta parleremo di tecniche di avvicinamento a qualsiasi tipo di pesce, una sorta di mantra che ogni subacqueo deve sempre ricordare: mai nuotargli contro, mai piombargli dall'alto, se riposa sul fondo ci si dovrà avvicinare al fondo ed accostarci lentamente tenendoci a una distanza che non sia di disturbo all'animale. Se invece l'animale sta nuotando, specialmente di notte, non costringiamolo a bruschi cambi di direzione che sarebbero di sicuro fastidio per lo squalo, e potrebbero essere male interpretati dal subacqueo troppo zelante.
Fotografare
Come abbiamo visto dalle sue abitudini, lo squalo pinna bianca potrà essere incontrato in due situazioni totalmente differenti ovvero: adagiato sul pianoro di un reef, mentre sonnecchia sotto una acropora oppure mentre nuota nel blu. Nel primo caso, in particolare quando si trova a nuotare in grotta o a sonnecchiare sotto una acrocora, le possibilità di ottenere belle immagini sono sicuramente maggiori di quando lo incontreremo a nuotare nel blu. Questo per via della distanza che ci separa dal soggetto. In ogni caso sarà importante, anche nel primo caso, fare attenzione al colpo di flash che dovrà illuminare correttamente il soggetto ma allo stesso tempo non dovrà creare macchie di sovraesposizione sulla sabbia o sul corallo. Sarà importante mantenere il flash ad una distanza tale da non colpire direttamente la sabbia corallina. Non dimenticatevi che la livrea dello squalo assorbe molta luce pertanto fate molta attenzione all'intensità del colpo di luce e alla sua direzione. Tutt'altro discorso è quello che riguarda invece il soggetto mentre nuota in mare aperto e difficilmente sarà così vicino da poter essere colpito dalla luce del flash. In questo caso potrete sfruttare l'ambiente circostante come scenografia della vostra immagine ed il piccolo squalo come soggetto in secondo piano a meno che non siate così fortunati che vi passi molto vicino. Un grandangolare medio è certamente l'obiettivo che vi garantirà la maggior resa dal punto di vista qualitativo mentre, nel caso degli squali in grotta anche con un grandangolo spinto potrete ottenere un ottimo risultato.
Testo di biologia curato da Emilio Mancuso (I.S.M. Istituto per gli Studi sul Mare)