RAZZE

Biologia
Nel piccolo mondo dei pesci cartilaginei l'ordine Rajiformes è rappresentato da circa 600 specie diverse appartenenti ad una categoria biologica di cui si sa molto meno di quel che potremmo immaginare. Queste 600 specie circa, comprendono infatti organismi che spaziano dalla Manta gigante, che può superare, con la sua apertura alare, i 6 metri di larghezza, fino ai circa 15 cm dei Narkidi. Anche nelle forme vi è una diversità che rende complicata la descrizione della "razza generica", dovremo infatti limitarci all'osservazione delle 5 o 6 paia di fessure branchiali che sono sempre in posizione ventrale ovvero "sul lato basso" di questi organismi, tendenzialmente compressi tra dorso e ventre; con le pinne pettorali modificate a formare delle ali che a volte circondano anche la testa. In altre specie la testa è distinta del disco delle pinne pettorali.

Profondità
La profondità è un altro elemento che ci fa capire quanto questi animali, che hanno una storia evolutiva molto antica, si siano distribuiti pressochè ovunque nei mari del mondo. Anche se nel nostro immaginario la razza vive appoggiata al fondo, l'esempio più evocativo per il Mar Rosso è certamente il Trigone a macchie blu (Taeniura lymma), ma conosciamo anche razze pelagiche che vivono appena sotto il pelo dell'acqua. Ancora meno si conosce sulle razze che  vivono negli ambienti profondi; infatti, dalla fine degli anni '90 ad oggi, più di 70 specie di razze sono state scoperte in ambienti abissali (dai 3000 metri in giù).

Curiosità
Poichè avete ormai capito quanto vario sia questo piccolo mondo, tra le curiosità voglio elencare alcune particolarità morfologiche che ci aiutano a capire "che razza di razza" stiamo osservando: Per riconoscere un trigone ci tocca osservare attentamente le pinne pelviche: se ogni pinna pelvica è divisa in due lobi (e molto spesso la testa non è inclusa nel disco delle pettorali) allora è un trigone. Razze a macchie blu se invece ogni pinna pelvica è composta tendenzialmente da un solo lobo allora è un dasiatite (testa inclusa nel disco delle pettorali), o un myliobatide (testa parzialmente distinta dal disco pettorale come l'Aquila di Mare). Certo di non aver reso la vita di subacquei e snorkelisti nè più bella nè più semplice con questa contorta descrizione ma speranzoso che possa servire a scatenare osservazioni curiose e qualche domanda in più.

Avvicinamento e Osservazione
Per poter osservare questi organismi, concentrandoci naturalmente su quelli bentonici che andremo a cercare sul fondo, dovremo avvicinarci molto lentamente, mantenendo sempre una corretta distanza di non disturbo, senza mai arrivare di impeto di fronte, e tantomeno da sopra. Un atteggiamento pacato ci permetterà di osservare i loro bellissimi occhi, le livree variegate e gli spiracoli (particolare adattamento che favorisce la respirazione) che si trovano molto vicini agli occhi. Un avvicinamento aggressivo comporterà la fuga immediate dell'animale, e ricordiamoci che molte di queste specie hanno sviluppato, come strumento di difesa da predatori, la presenza di un rostro seghettato e velenifero in prossimità delle fine della coda.

Fotografare
Le razze sono per la maggior parte animali marini che vivono tranquillamente appoggiate su un fondo sabbioso; facilmente avvicinabili ma abbastanza impegnative da fotografare correttamente. Essendo animali da sabbia, al momento dello scatto dovremo fare molta attenzione a non colpire il fondo sabbioso con la luce del flash rischiando di ottenere una immagine sovraesposta per via degli elevati riflessi generati dal fondo bianco rispetto alla corretta esposizione del nostro soggetto principale. Una volta individuato l'animale, ci avvicineremo facendo attenzione a non sollevare la sabbia. La razza rimarrà adagiata sul fondo fino a quando non verrà spaventata pertanto, se avrete la delicatezza di avvicinarvi con molta calma, l'animale rimarrà immobile al proprio posto. Considerata la sua particolare fisionomia piatta, dovremo avere ben chiaro come vogliamo riprenderla per evitare di muoverci troppo intorno a lei. Potrà essere fotografata con un obiettivo macro se si decide di riprendere alcuni suoi dettagli oppure, con un obiettivo grandangolare se decidiamo di inserirla in un contesto più ad ampio respiro. Per illuminarla correttamente sarà necessario tenere il flash leggermente rivolto verso l'alto in modo che venga raggiunta solo in minima parte del colpo di luce, ma soprattutto che meno luce possibile colpisca il fondo sabbioso. E' bene fare qualche scatto di prova prima di realizzare gli scatti corretti. Un altro consiglio è quello di pensare bene all'inquadratura dato che la maggior parte dei Rajiformes hanno una forma poco dinamica essendo praticamente tondi e piatti. L'inquadratura migliore la si ottiene con l'animale che si solleva dal fondo e inizia ad ondeggiare.

Testo di biologia curato da Emilio Mancuso (I.S.M. Istituto per gli Studi sul Mare)

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