FLAUTO

Biologia
Pesce talmente conosciuto che persino il nome scientifico, Fistularia commersonii, riesce ad essere evocativo anche se per la maggior parte dei comuni sub, questo pesce dalla forma inequivocabile chiamato volgarmete flauto o al massimo pesce trombetta. Raggiunge anche a un metro e mezzo di lunghezza, facilmente riconoscibile dalla caratteristica sagoma filiforme lunga e stretta, con bocca molto allungata che si apre solo nella parte terminale. La pinna dorsale e quella anale sono simmetriche, espostate molto indietro. Dal centro della pinna caudale invece si allunga un flagello abbastanza sottile ma visibile. Il corpo del pesce flauto è privo di scaglie e la sua colorazione tendenzialmente grigio-bluastra nelle ore diurne, cambia di notte facendogli assumere una serie di bande marmorizzate.

Profondità
Gli esemplari giovani solitamente si trovano in piccoli banchi mentre da adulti spesso nuotano solitari, prediligendo i primi piani del reef o le praterie di fanerogame marine fino a circa 30-40metri di profondità, dove va a caccia di piccoli pesci e di invertebrati.

Curiosità
La prima curiosità riguarda il comportamento di questo formidabile predatore: la sua silhouette scompare quando si va a posizionare sul dorso di un soggetto più grosso, come ad esempio un pesce farfalla o un pesce angelo che non vengono riconosciuti come predatori, così che, non visto, potrà avvicinarsi alle sue prede. Quando la distanza sarà quella giusta, si fionderà sulla preda per poi tornare immediatamente in posizione sul suo "compagno di viaggio". In zone molto frequentate dai subacquei, le bombole diventano anche loro ottime compagne di viaggio sulle quali nascondersi!
Un altro curiosità, sicuramente meno divertente ma più attuale ha una annata ben precisa: anno 2000. Questo è l'anno del primo avvistamento di un Fistularia commersonii in Mediterraneo. Passando attraverso il canale di Suez, questo pesce come altri, sono ormai osservabili in buona parte del Mare Nostrum provenienti dal Mar Rosso.

Avvicinamento e Osservazione
In generale nel suo approccio bisogna ricordare di rispettarne la "dignità da predatore" e lasciare sempre lo spazio che serve a non invadere la sua zona di caccia, vanificando magari le energie che il pesce ha speso per individuare la preda.
Di notte spesso, sui bassi fondi sabbiosi ci capiterà di trovarlo in cerca di crostacei sul fondo, seguiamolo a giusta distanza illuminando il pesaggio intorno, senza esagerare con la luce e avremo qualche chance in più di vederlo lanciarsi di scatto in caccia del suo boccone.

Fotografare
Certamente il pesce flauto del Mar Rosso appartiene a quella categoria di soggetti abbastanza impegnativi da fotografare per via di un corpo affusolato e stretto e una livrea che tende a  confondersi con il blu del mare. Ecco allora che realizzare un buono scatto richiede un po‘ di attenzione e soprattutto necessita, nella maggior parte dei casi, dell’utilizzo del flash, utile a staccare la sagoma del pesce dal resto della scena. Il o i flash, dipende quanti ne userete, dovranno essere tenuti ad una potenza minima per eviatare che il colpo di luce sia troppo violento e rischi di sovraesporre la livrea argentea e riflettente del soggetto, inoltre un altro rischio è quello di creare forti ombre che andrebbero a riflettersi sui pesci che si trovano in secondo piano.  
L’aspetto positivo è che i pesci nuotano spesso in banchi e questo permette di riprendere più soggetti insieme che creano una massa. Avvicinarsi con molta cautela in modo da non spaventarli permetterà di ridurre al massimo la distanza tra voi e il soggetto da riprendere, a quel punto dovrete inquadrare e scattare. L’uso di un grandangolo vi darà la possibilità di inquadrare anche l’ambiente circostante sfruttando la luce proveniente dall’esterno, infatti i pesci trombetta si incontrano il più delle volte in bassa profondità e questo è un grande vantaggio per una corretta illuminazione. Usate il flash come fonte di luce secondaria in modo da sfruttare la luce esterna come fonte primaria; se ci sono le condizioni giuste, anche la ripresa in controluce potrà essere utile per realizzare un scatto suggestivo.
Nel caso in cui decideste di usare una lente macro il tutto si renderà meno complicato anche se con qualche difficoltà relativa all’avvicinamento del pesce.

Testo di biologia curato da Emilio Mancuso (I.S.M. Istituto per gli Studi sul Mare)

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