Biologia
Questa è una delle otto specie di meduse che fanno parte della famiglia delle Cassiopeidae; famiglia di medusa che è rappresentata solamente da queste otto meduse, che si riconoscono facilmente in quanto dispongono di un ombrello piatto, circolare, di dimensioni che raggiungono anche 30 cm di diametro e che popolano pressochè tutti i mari caldi e temperati del nostro pianeta. La caratteristica più saliente di Cassiopea Andromeda è che vive "ribaltata a testa in giù"! A differenza delle altre meduse, l'ombrello piatto rimane a contatto diretto sul fondo sabbioso con i tentacoli sono rivolti verso l'alto. Questa posizione rimane immutata anche se viene scalzata dal fondo, dove si riporta facendo battere l'ombrello (col classico movimento da medusa) sempre ribaltata al contrario.
Profondità
Tendenzialmente legate a fondali non particolarmente profondi, sia sabbiosi che detritici, queste meduse sono presenti fin dove la luce riesce a filtrare con buona intensità. Nelle acque cristalline del Mar Rosso, Cassiopea Andromeda è presente fino anche a 20 metri di profondità.
Curiosità
Indubbiamente la curiosità più lampante è quella legata al suo nome comune di "upside-down jellyfish". Questa caratteristica nasconde una curiosità ben più particolare: come tutte le medusa anche queste sono munite di cellule urticanti che servono a catturare il cibo, ma nel caso delle Cassiopee il numero di cellule urticanti è estremamente basso, e sono presenti dei tentacoli espansi (quasi a formare delle piccole punte di lancia) con i quali le medusa hanno imparato a "coltivare" zooxantelle, microalghe delle stessa categoria di quelle presenti all'interno dei polipi delle madrepore. Ecco svelato perchè le Cassiopee vivono su fondali poco profondi e ribaltate a testa in giù. I tentacoli contenenti le zooxantelle devono essere esposti alla luce, così che queste microalghe possano generare la fotosintesi. Come beneficio di questa simbiosi le meduse ricevono gran parte del loro nutrimento sotto forma di semplici zuccheri prodotti proprio dalle zooxantelle per via della fotosintesi.
Avvicinamento e Osservazione
Certo che osservarle ferme immobili appiccicate al fondo può anche non essere l'emozione più grande dell'immersione, ma questo non ci autorizza a maltrattare questi delicatissimi organismi. Anzitutto una visione ravvicinata ci permetterà di osservare l'eleganza della forma, dei tentacoli colorati dalle zooxantelle all'interno e se proprio non resistiamo all'emozione di vederla volteggiare in acqua il minimo che si possa fare è prendere questi due accorgimenti: se siamo in gruppo lo si fa una volta e tutti assistono - non tocchiamola direttamente con la nostre calde, ruvide manone ma infiliamo piuttosto un dito sotto la sabbia e facciamo in modo che la sabbia stessa faccia da protezione per la delicatissima medusa. Ricordiamoci le meduse che son composte per più del 90% da acqua e la nostra smania potrebbe causarne la morte; quindi ancora una volta ricordiamoci di essere osservatori attenti e innamorati del mare, e non fonte di disturbo e danno.
Fotografare
Poche volte ho avuto la fortuna di imbattermi in Cassiopea Andromeda, a dire il vero una sola volta mi è capitato di incontrare un gruppo di Cassiopee che fossero fotografabili con buoni risultati. Non nascondo che averle osservate all'inizio appoggiate sulla sabbia con i loro tentacoli rivolti verso l'alto non aveva suscitato in me un grande interesse fotografico se non quello di realizzare uno scatto di archivio e nulla più! Però, mea culpa, dopo averle osservate con attenzione e preso tutte le precauzioni del caso, non ho resistito al tentativo di sollevarla leggermente dal fondo sabbioso per capire come si sarebbe presentata fluttuante a mezz'acqua. E' stato sufficiente averla sollevata dalla sabbia per trovarmi davanti agli occhi lo spettacolo di un essere totalmente diverso da come lo avevo visto pochi secondi prima. Cassiopea ha cominciato a sprigionare una gamma di colori straordinari e ogni elemento mi regalava un emozione diversa. Dal punto di vista fotografico è stato tutto abbastanza semplice grazie alla straordinaria trasparenza dell'acqua, al fondo di sabbia bianca che rifletteva la luce e soprattutto grazie alla magia di questi meravigliosi esseri. L'utilizzo di un grandangolo e un leggero colpo di flash hanno fatto il resto. Dal giorno di quel memorabile incontro sono trascorsi tanti, troppi anni e da allora non ho mai più avuto la fortuna di incontrare Cassiopea. Tutte le volte che mi capita di fare un tuffo all'interno di una laguna cerco sempre Cassiopea, purtroppo senza grossi risultati.
Testo di biologia curato da Emilio Mancuso (I.S.M. Istituto per gli Studi sul Mare)