CORALLO NERO

Biologia
Sempre di Cnidari stiamo parlando, ma nel caso dei coralli neri l'ordine è quello degli Antipatari; anche qui lo scheletro non è calcareo ma bensì cheratinoso, quindi molto più consistente e tenace rispetto a quello molle e idrostatico degli Alcionacei. I polipi, grandi qualche millimetro, questa volta sono muniti di sei tentacoli corti e tozzi, poichè anche gli Antipatari fanno parte degli Esacoralli.

Profondità
Di abitudini tendenzialmente sciafile, cioè amanti dell'ombra, i coralli neri formano colonie di varia forma tendenzialmente in acque più profonde o comunque in porzioni del reef poco battute dalla luce solare. Anche loro manifestano una sorta di adattamento all'intensità media delle correnti, sono infatti presenti in zone a corrente medio bassa o moderata. Di norma in queste condizioni si insediano specie che danno origine a colonie di forma ramificata o cespugliosa, mentre nelle zone a corrente più sostenuta, le specie più adatte sono quelle che crescono con un unica ramificazione a frusta che possono essere confuse, se non osservati attentamente con le gorgonie a frusta.  

Curiosità
Corallo nero è un nome anomalo per organismi che hanno colori che variano dal brunato al giallo ocra. Il loro nome lo devono allo scheletro molto tenace e di colore nero intenso o marrone scuro. Questa scoperta unita al fatto che lo scheletro si presta bene alla lavorazione in gioielleria per la produzione di monili vari, ha portato però ad una diminuzione a volte netta della distribuzione di corallo nero, soprattutto nella zona caraibica.

Avvicinamento e Osservazione
Anche per questi organismi coloniali l'attenzione e le tecniche di avvicinamento richiedono un occhio allenato e curioso che potrà scorgere diverse tipologie di "epibionti" ovvero organismi che usano come substrato di appoggio altri organismi come in questo caso le colonie di corallo nero. Tra le ramificazioni di colonie "a cespuglio" (ad esempio A. Dicotoma) un inquilino abbastanza frequente è il pesce falco delle gorgonie (Oxycirrhites typus) che nonostante sia di colore difforme, trova comunque evidenti possibilità di mimetismo nel fitto cespuglio, lì dove la sua "scacchettatura" rossastra sfuma facilmente. Alle forme "a frusta" troviamo invece spesso associati diversi gobidi, piccoli ghiozzi che hanno come unico spazio dell'intera vita la frusta di corallo nero su cui si trovano. Se il momento è giusto, potremmo addirittura osservare uno dei gobidi che solleva i lembi di tessuto molle del corallo nero per preparare il nido, lì dove verranno deposte le minuscole uova.

Fotografare
Come abbiamo appena letto, nelle acque del Mar Rosso potremo incontrare due differenti tipologie di coralli neri: quelli a cespuglio e quelli a frusta. Ognuno di questi ci offrirà situazioni scenografiche totalmente diverse e per questo molto stimolanti con un problema comune relativo all'assorbimento della luce per via di quello scheletro dalla colorazione brunata se non addirittura marrone che assorbirà notevolmente il colpo di luce del nostro flash. Quando si fotografano i grossi cespugli di corallo nero è necessario valutare con molta attenzione il bilanciamento della luce artificiale, in particolare se sul corallo sono presenti soggetti dalla colorazione brillante che rischieranno di essere sovraesposti rispetto al corallo nero. Conviene sempre realizzare un primo scatto di prova per controllare l'esposizione ed apportare le modifiche prima dello scatto finale. Sarà importante anche verificare la presenza di sospensione nell'acqua e nel caso, allontanare i flash lateralmente in modo da ridurre al massimo la sospensione. Usando il grandangolo cercate di sfruttare anche l'ambiente circostante in modo che il vostro cespuglio di corallo diventi parte integrante di una scenografia più ampia. Gli obiettivi Macro saranno invece molto utili per fotografare i dettagli della frusta sulla quale può essere presente qualche minuscolo pesce come i piccoli ghiozzi dalla livrea trasparente oppure microscopici granchi che si muovono lungo la frusta. In questo caso prima di pensare allo scatto trovate il corretto assetto che vi permetterà di rimanere in posizione neutra. Avvicinatevi alla frusta e facendo molta attenzione a non toccare il corallo, potete iniziare a mettere a fuoco e scattare.

Testo di biologia curato da Emilio Mancuso (I.S.M. Istituto per gli Studi sul Mare)

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