Anatomia molle e sistema radulare
I Coni sono fra i gasteropodi marini predatori più altamente evoluti. Alla loro Superfamiglia di appartenenza, Conoidea (detta anche Conacea o Toxoglossa (lingua tossica ), appartengono anche i Turridi e le Terebre.
La loro anatomia esterna comprende un largo piede per lo scivolamento, che in quasi tutte le specie supporta un piccolo opercolo corneo; due piccole antenne con gli occhi, una a destra e una a sinistra; un sifone sul lato sinistro che si protende al di fuori della sabbia quando il mollusco è infossato e che serve per portare acqua alla branchia; una proboscide, che si trova sopra al piede e della quale è normalmente visibile il rostro (o guaina) della proboscide che la copre quando non è in uso. Il rostro può essere molto piccolo e non molto distinto dalla proboscide, oppure grande ed avere un margine con lunghe frange. Questo organo è molto elastico e si può allargare ed allungare molto, soprattutto nei grandi piscivori. Sulla parte destra si trova poi, nei maschi, il pene che contiene il condotto spermatico, mentre nelle femmine c’è un foro a volte con un collare rialzato. Questo dimostra che i Coni hanno sessi diversi. Di norma, le femmine hanno una conchiglia di dimensione maggiore rispetto ai maschi perché devono portare le uova all’interno del loro corpo che poi depongono dentro a delle capsule ovigere. Al momento della schiusa ci sono due differenti situazioni. Alcune specie di Coni hanno lo stadio di veliger, vale a dire un “momento di vita” in cui la larva si lascia trasportare dalle correnti marine ed è quindi in grado di viaggiare verso ogni angolo degli oceani. Per contro, altre specie non hanno questo stadio e la larva rimane nel luogo della schiusa ed il mollusco avrà un’area di distribuzione molto più limitata.Torniamo alla descrizione del mollusco: alla base del sifone c’è la branchia che consiste di una struttura singola abbastanza piumata e variabile nel numero e nella dimensione dei filamenti a seconda delle differenti specie.Dell’anatomia interna, quello che ci interessa qui conoscere è tutto ciò che riguarda il sistema radulare.La radula, nei molluschi, è composta da numerose file di piastre chitinose di varia forma e misura che si trovano nella parte anteriore della faringe e che servono per raschiare il cibo, composto soprattutto da erba e piantine acquatiche.
Nei Coni invece non troviamo niente di tutto questo. Il loro sistema radulare è più complesso ed è formato da tre parti base: un grande bulbo velenifero trasversale, un condotto velenifero lungo e molto contorto e il sacco radulare che contiene i denti radulari.Il bulbo velenifero non produce il veleno (che viene prodotto da una vescica detta ghiandola di Leiblin), ma pare che serva come aiuto per spingerlo, attraverso il condotto, dentro i denti radulari.
Il veleno dei Coni varia da specie a specie (così come varia il DNA), ma di questo parleremo più avanti.Il bulbo è poco variabile ed è la parte più grande del sistema; di solito ha la forma simile a quella di un rene, con il condotto velenifero che parte dal lato destro della zona più assotigliata.Il condotto velenifero non è solo un semplice condotto per trasportare un liquido da un punto a un altro, è di natura granulosa ed è quello che secerne effettivamente il veleno.Il sacco radulare varia in forma e dimensione da specie a specie e consiste di due differenti bracci: il braccio “di riserva”, che apparentemente genera i denti, e il braccio “pronto” che contiene solo pochi denti completamente sviluppati.
Il sacco è attaccato allo stomaco vicino alla base della proboscide, dalla parte opposta degli organi genitali. In alcune specie il collegamento è minimo, in altre è piuttosto lungo.
All’interno del braccio “di riserva” ci sono denti a diversi stadi di sviluppo, ciascuno collegato al sacco per mezzo di una delicata guaina che si stacca facilmente.
Ogni dente ha un tubo cavo con almeno un’apertura vicino alla punta, di solito sotto un grande barbiglione. I lati del tubo si sovrappongono leggermente ed hanno, in molte specie, dei bordi leggermente seghettati.
I denti sono separati, ma sono riuniti in gruppi da un muco abbastanza denso.
I denti completamente formati passano dal braccio “di riserva” a quello “pronto” con un passaggio non ancora ben conosciuto e poi vanno nello stomaco e di lì alla proboscide.
Da qualche parte, durante questo percorso, sono riempiti di veleno.In molte specie raccolte vive si è trovato un dente pronto all’azione dentro la proboscide.
Si potrebbe definire come “un colpo in canna”……Il veleno è di colore giallastro o biancastro, è abbastanza granuloso e viscoso ed ha un pH alcalino di 7,8 - 8,1.
È relativamente immune sia al riscaldamento che al congelamento e resta altamente tossico anche dopo di versi trattamenti.
La chimica del veleno è poco conosciuta e molto complessa.Più avanti cercherò di dare, da collezionista di Coni quale sono e non da biologo, alcune informazioni su quello che si conosce sull’argomento.I denti sono di diversi tipi, anche se hanno una struttura base in comune, e variano molto in forma e dimensione da gruppo a gruppo di specie.
Essi possono essere raggruppati in tre tipi principali : 1) piscivori, 2) molluscivori, 3) vermivori.I denti piscivori sono di solito allungati ed hanno dei barbiglioni terminali lunghi e ricurvi; hanno un’asta lunga e liscia, senza barbiglioni alla base.
Sono naturalmente associati alle specie che si cibano di pesci e sono, di solito, i più pericolosi per l’uomo.I denti molluscivori sono caratterizzati dall’avere molte seghettature sopra la maggior parte dell’asta; sono abbastanza slanciati ed hanno un barbiglione evidente vicino alla base ed alla fine delle seghettature.
Questi denti sono associati ai Coni che si cibano di altri molluschi, Coni compresi.
Alcuni di essi sono molto pericolosi per l’uomo, ma non quanto quelli piscivori.I denti vermivori sono probabilmente il tipo più comune; di solito sono relativamente corti e larghi e non hanno barbiglioni molto sviluppati sulla punta; le loro seghettature sono spesso molto evidenti, con almeno uno o più barbiglioni vicino alla metà dell’asta.
La loro caratteristica più evidente è una grande cuspide basale sul lato sinistro che sporge molto dall’asta.
Si è pensato che questa cuspide serva a far rimanere il dente nella proboscide dopo che è stato iniettato dentro il verme.
Se effettivamente così, il Cono potrebbe avere una leva extra per tirare fuori il verme dal suo buco dopo averlo colpito.
Pochi vermivori sono veramente pericolosi per l’uomo, anche se le specie più grandi possono arrecare punture con dolorosi rigonfiamenti.
I Coni vermivori hanno l’apertura della conchiglia stretta; quelli molluscivori l’hanno abbastanza larga; quelli piscivori l’hanno generalmente molto larga.