BIOLOGIA
Questa è una delle sole tre specie che rappresentano il genere Cephea, tutte meduse che si distribuiscono in acque Indo-pacifiche, in Mar Rosso, e molto raramente anche in Atlantico centrale. Anche se a noi subacquei e snorkelisti capita di incontrarle sottocosta, la Cephea è assidua frequentatrice delle zone di mare aperto, tuttavia le sue dimensioni ragguardevoli (fino a 70 cm di diamtero) la colorazione blu-violacea, gli otto lunghi tentacoli marroncini (contornati da una moltitudine di sottili tentacoli incolore) e quelle caratterstiche protuberanze sporgenti dalla parte centrale dell'ombrella, la rendono facilmente riconoscibile ad ogni incontro.
PROFONDITA'
La Cephea, come tutte le meduse, ha distribuzione verticale strettamente collegata al cibo e ai moti del mare, essendo un predatore di zooplancton è osservabile dalla superficie fino a circa un centinaio di metri di profondità.
CURIOSITA'
I buffi bitorzoli che spuntano dalla parte alta della medusa, quella che viene chiamata ombrella, le danno il nome comune di Medusa Cavolfiore, ma la vera curiosità, è legata alla sua riproduzione: infatti le meduse hanno un ciclo riproduttivo decisamente complesso, con alcune fasi sessuate e altre fasi asessuate; con fasi plantoniche (quando in balia delle correnti) e fasi bentoniche (quando saldamenta ancorate al fondale). Molto frequentemente da un unico uovo di medusa fecondato che riesce a seguire tutte queste fasi e tutte le metamorfosi, si ottengono per via asessuata (come se fossero dei cloni, un numero cospicuo di giovani meduse che metamorfoseranno per poi a diventare meduse adulte. Nel caso di Cephea invece un uovo fecondato, se sopravvivrà a tutte le sue fasi di sviluppo, darà origine soltanto a un unico individuo.
AVVICINAMENTO E OSSERVAZIONE
La loro bellezza, la loro eleganza nel lascirsi trasportare da onde e correnti quasi fossero ballerine sull'immenso palcoscenico marino, è legata alla loro fragilità. Composte in gran parte da acqua, sono magari più consistenti di altre meduse ma pur sempre fragili e delicate. Evitiamo in qualsiasi modo di urtarle, ricordandoci che non hanno la possibilità di scansarci oltre ad essere urticanti. L'eventuale contatto che sarà da imputare solo a nostra distrazione o eccesso di impeto, rischia di compromettere definitivamente la vita di queste creatura che sembra giunta dallo spazio.
FOTOGRAFARE
Penso alla medusa come al soggetto più misterioso che il mare ci possa regalare. Come se non bastasse tutto ciò, qualsiasi tipo di medusa si incontri è anche un soggetto straordinario da fotografare grazie alla sua forma, alla sua trasparenza e alle sue mille sfumature. Di fronte ad una medusa possiamo davvero sbizzarrirci negli scatti ma attenzione alle sue insidie fotografiche. La trasparenza può giocare brutti scherzi se non illuminata correttamente e poi ogni tipo di medusa ha un assorbimento e riflettenza diverso al colpo di luce. Quando incontriamo soggetti che galleggiano poco sotto la superficie, quasi mai sarà necessario usare il flash in quanto già di proprio cattureranno la luce esterna. L'uso del flash sarà importante solo se usato con molta moderazione facendo in modo che questo non ecceda generando la classica sovraesposizione del soggetto. Per la maggior parte dei casi è invece consigliabile sottoesporre così da donare al soggetto i sui colori naturali e al mare un blu intenso che pemetta di staccare la medusa dal fondo. Naturalmente ogni medusa ha le sue caratteristiche e in base a quelle dovremo definire come comportarci. Il nostro soggetto potrà essere fotografato indipendentemente con obiettivi grandangolari fino ad obiettivi macro. Ci sarà sempre l'opportunità di trovare una inquadratura interessante. Se doveste usare un obiettivo macro dedicate qualche attimo all'osservazione attenta, con un po' di fortuna potrete incontrare altri piccoli pesciolini che vivono in simbiosi con la nostra medusa.
Testo di biologia curato da Emilio Mancuso (I.S.M. Istituto per gli Studi sul Mare)