DELFINI

Nelle numerose immersioni effettuate in questi anni per studiare gli squali, dal Sud Africa alle Maldive, dal Sudan alle coste di Djibouti, uno degli incontri che mi ha sempre colpito regalandomi forti emozioni è quello con i delfini.
Su questi splendidi animali sento spesso affermazioni tanto generiche e banali da indurre in me un paragone tra loro e gli squali: infatti così come lo squalo rappresenta nell’immaginario comune il “mostro marino”, il delfino rappresenta l’”amico dell’uomo”.
Ovviamente nessuna delle due affermazioni è corrispondente alla realtà: per quanto riguarda gli squali, anche se con molta difficoltà, il mondo scientifico sta cercando di dissolvere l’alone di terrore che avvolge questi animali, dando loro una reale dimensione di predatori fondamentali per l’equilibrio marino e assolutamente non interessati all’uomo come preda.
Per ciò che riguarda i delfini, bisogna partire da un distinguo che sposta nettamente i termini del discorso: essi sono infatti mammiferi marini, quindi ben differenti dai pesci.
In particolare, oltre alle numerose differenze biologiche e fisiologiche, vi è l’aspetto dello sviluppo celebrale che è nettamente maggiore rispetto agli altri abitanti marini.
In definitiva i delfini sono animali con una “testa pensante”, in grado di effettuare cognizioni logiche molto vicine agli esseri umani, attività che i pesci non sono in grado di svolgere.
Negli anni in cui ho lavorato in acquari pubblici, anche se le mie attività rimanevano incentrate sugli squali, ho avuto l’opportunità di trascorrere del tempo a stretto contatto con molti esemplari di delfini: ho potuto così comprendere i particolari aspetti della soggettività e della socializzazione che caratterizzano questi mammiferi rendendoli unici nel panorama animale marino.
Conoscendone quindi le caratteristiche etologiche, mi risulta difficile non rispondere a chi spesso mi domanda perché mi occupo di squali, feroci e cattivi predatori, piuttosto che di simpatici e giocherelloni delfini? Cerco sempre di spiegare che i delfini non sono “rigorosamente “simpatici e giocherelloni, ma essendo appunto animali estremamente complessi, sono in grado anche di essere aggressivi e “dominanti”, per poi mutare atteggiamento e mostrarsi amorevoli verso la prole e socievoli verso il gruppo. Tutto ciò è dato dall’estrema intelligenza che li caratterizza e che li pone in posizione decisamente superiore rispetto ai pesci.
In molte occasioni mi è capitato di assistere a dimostrazioni di forza tra uomo e delfino, (in delfinari), o di venire a conoscenza di quanta crudeltà possano mostrare alcuni maschi di tursiopi, che arrivano ad uccidere giovani esemplari (non loro figli), per potersi accoppiare nuovamente e portare così avanti il proprio patrimonio genetico: tutto ciò è la natura, che nei mammiferi marini risulta essere molto complessa e razionale, rispetto a quella di altri animali meno evoluti.
L’immagine di animale complesso e in grado di pensare e discernere logicamente, mi accompagna durante gli incontri in mare aperto con questi mammiferi: l’idea infatti che questi animali siano in grado di avere un comportamento non “istintivo”, come quello che posso mostrare i pesci (paura, curiosità, aggressività), ma razionale rispetto all’uomo mi affascina in maniera particolare. Un delfino infatti in presenza dell’uomo vive emozioni e ha atteggiamenti spesso di socializzazione, simili a quelli che molti bambini provano in tenera età: da uno studio eseguito da una famosa ricercatrice americana, le espressioni cognitive e sociali che caratterizzano i delfini possono essere paragonate a quelle di bambini entro i 7/8 anni di età, che rispetto agli altri esseri marini, sono sproporzionatamente maggiori. L’incontro quindi con un delfino, nel suo ambiente naturale, ha sicuramente un impatto emotivo unico.

Le “Dolphin House”
In diverse zone del pianeta (ad esempio a Marsa Alam,in Mar Rosso), esistono le cosiddette “Dolphin House”, piccole baie che durante le ore del giorno ospitano gruppi di delfini, sia “stenelle” che “tursiopi”. Queste baie, dovutamente protette, sono meta di escursioni turistiche che permettono anche agli snorkelisti di potersi avvicinare a questi splendidi animali. Infatti i delfini dopo aver trascorso la notte a caccia in mare aperto, si riuniscono in queste baie dove l’acqua bassa e calma permette le attività sociali del gruppo.
Avvicinarsi a loro risulta abbastanza semplice in quanto gli animali tollerano sufficientemente la presenza dell’uomo fino anche a pochi metri di distanza.
Risulta comunque sempre importante evitare di toccarli, in quanto si tratta di animali selvatici, il cui atteggiamento può mutare in caso si sentissero minacciati.
Infatti le potenzialità motorie di questi animali, permettono loro di poter essere molto pericolosi: oltre a possedere un’ottima dentatura, sono in grado di muoversi con grande agilità e velocità anche in spazi ristretti.
Incontri simili a quelli che avvengono nelle “Dolphin House”, mi sono capitati diverse volte in Sudan: spesso ho potuto nuotare con gruppi di Stenella longirostris che socializzavano tranquillamente sui bordi esterni dei reef come Sanganeb o Angarosh. La particolare situazione del Sudan, ove l’impatto turistico è ancora molto moderato, permette poi di godersi questo spettacolo anche per più di un’ora, in quanto gli animali risultano particolarmente curiosi di fronte al nuovo “compagno di gioco”.
Per maggiori informazioni su Dolphin House di Marsa Alam, vedere su Gazzettino – Storie - Samadai

L’osservazione in immersione
La situazione sicuramente più emozionante è l’incontro con i delfini durante un’immersione: tale momento risulta raro soprattutto perché le onde sonore prodotte dalle bolle dei subacquei infastidiscono i delfini, particolarmente sensibili ai rumori.
Un delfino che quindi si avvicina molto a un sub è da considerarsi un evento particolare, dettato spesso da esigenze di caccia: sovente mi è capitato di trovarmi in immersione in punti caratterizzati da forti correnti, che come naturale, attirano gli squali (il mio primario obiettivo) oltre che molte specie di pesci.
In queste occasioni si possono osservare i delfini mentre cacciano, solitari e in branco e rimanere senza fiato davanti alle loro acrobazie.
Un altro modo per poter osservare i delfini durante un’immersione è quello di tener “bene aperte le orecchie”: infatti capita spesso di sentire durante un’immersione il tipico fischio dei delfini e se esso persiste anche durante gli ultimi minuti di risalita, si può provare ad osservare verso la superficie, cercando il gommone d’appoggio, per vedere i delfini nuotarvi intorno. Come per qualsiasi altro animale, conviene sempre non nuotargli incontro, ma spettare che sia lui ad avvicinarsi: nel caso poi dei delfini, sarà la loro curiosità ad spingerli a noi. In definitiva parlando di delfini, bisogna partire dal presupposto che si tratta di animali completamente diversi rispetto agli altri abitanti marini: si tratta di animali in grado di vivere sentimenti e di fare cognizioni logiche che lo avvicinano molto all’uomo, tanto da permetterci di osservare momenti di socializzazione che sembrano “unire” uomo e delfino, in un ambiente che concede ancora oggi spettacoli e emozioni uniche. Dott.

Danilo Rezzolla  Mediterranean Shark Research Group www.danishark.it

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