MANTA

Immergendosi in mare l’uomo ha la sensazione di entrare in un mondo “diverso”rispetto a quello a cui è abituato e ciò è dato principalmente dalle caratteristiche fisiche che costituiscono l’acqua e che sono ben diverse da quelle dell’aria atmosferica.
A parte però la differente “dimensione” che si incontra sott’acqua, anche gli abitanti del mare sono ben diversi da quelli della terra ferma e uno su tutti spesso trae in inganno: la Manta.
Ad osservarle nuotare infatti, le Mante ricordano più un grande uccello che muove le ali, piuttosto che lo stereotipo del pesce; se poi si pensa che sono strette parenti degli squali, allora la confusione può aumentare.
In realtà, la lunga e complessa evoluzione dei pesci cartilaginei, ha dato vita ad una serie di specie la cui morfologia è ben distante dai cugini squali (ad esempio gli squali grigi), ma il tassello evolutivo di partenza è il medesimo.
Le Mante infatti, evolutesi inizialmente come animali bentonici, cioè che vivono a stretto contatto con il fondo, (come le razze), nei milioni di anni si sono adattate ad una vita semipelagica, modificando le loro abitudini alimentari ed etologiche ma mantenendo una morfologia esterna tipica dei pesci cartilaginei bentonici.

Classificazione
Le Mante fanno parte dell’ordine dei Rajformi e della famiglia dei Mobulidi che comprende in tutto 15 specie;la loro sistematica è però tuttora controversa in quanto alcuni studiosi ritengono, che esista un'unica specie ad ampissima distribuzione, (Manta birostris), mentre altri autori distinguono tre specie: Manta birostris, Mehrenbergii e Manta raya.
La tesi maggiormente accreditata è quella della specie unica, caratterizzata però da una serie di subspecies locali.

Distribuzione
Le Mante sono presenti in tutte le acqua tropicali e subtropicali del globo, con maggior presenza nell’ Oceano Indo-pacifico e nel Mar Rosso.

Morfologia
Come detto la Manta ha una morfologia ben diversa dai comuni pesci; essa infatti ha il corpo costituito da un disco corporeo piatto e depresso e da una stretta e lunga coda, priva di aculeo.
Le pinne pettorali sono attaccate al disco e costituiscono la forza motore dell’animale.
La bocca, molto ampia, si apre all'estremità anteriore del capo ed è armata di piccoli denti, disposti in fitte serie trasversali successive e presenti solo sulla mascella inferiore: ai lati vi sono le sottili appendici cefaliche che servono a radunare e convogliare il plankton di cui la Manta si nutre.
Il colore del mantello varia dal bruno olivaceo al nero, per la parte dorsale, mentre la zona ventrale è chiara, a volte cosparsa da piccole macchie più scure.
Degno di nota risulta essere il cervello delle Mante, la cui dimensione rispetto al peso corporeo è al quanto elevata, tenuto conto che si tratta di un pesce cartilagineo: in particolare va sottolineata la grandezza del telencefalo, la parte del cervello che presiede alle attività psichiche superiori.

Riproduzione
Sulla riproduzione delle Mante non si hanno moltissimi dati a causa delle loro vita semipelagica che rende difficili le attività di ricerca.
Di certo si sa che sono animali ovovivipari come gli altri Mobulidi, che mantengono quindi l’uovo all’interno dell’utero materno, fino al momento del parto.
La maturità sessuale si ha nei maschi a una dimensione di circa 4 metri, mentre per le femmine è di circa 5 metri.
Il periodo riproduttivo va da dicembre ad aprile e la gestazione dura circa 13 mesi I giovani esemplari che vengono alla luce sono in numero di uno massimo due e le loro dimensioni sono già ragguardevoli: circa un metro di lunghezza e 10 kg di peso.

I “Manta Point”
L’osservazione delle Mante è un evento abbastanza frequente, soprattutto se ci si reca in quelli che vengono definiti “Manta Point”: alle Maldive ad esempio, esistono diversi di questi siti, in cui è possibile osservare questi splendidi pesci cartilaginei.
I “Manta Point” in realtà sono dei siti subacquei caratterizzati da correnti che convogliano le grandi aggregazioni di plankton, creando dei filoni alimentari che vengono fruttati da molti pesci filtratori, tra cui le Mante.
Un famoso “Manta Point” è quello che si trova a sud dell’atollo maldiviano di Ari, che grazie a particolari correnti e condizioni meteo-marine, garantisce con frequenza la presenza di Mante: l’osservazione solitamente si svolge in corrente, ad una profondità di circa 18/22 metri.
Le Mante seguono un determinato percorso , nuotando sopra una particolare zona rocciosa che grazie alla sua forma, convoglia la corrente, e quindi il plankton: i subacquei ovviamente per poter osservare questi splendidi pesci intenti a cibarsi, si devono “fermare” sulla sommità di questa roccia e, come degli spettatori allo stadio, assistere allo straordinario spettacolo.

Osservazione delle Mante in Sudan
Per chi però volesse osservare le Mante in maniera completamente diversa, il sito da visitare è senza dubbio il Sudan: negli ultimi anni infatti, ho più volte organizzato dei viaggi studio nel Mar Rosso sudanese nel mese di ottobre, per poter osservare le grandi aggregazioni di Mante presso la baia di Mesharifa.
Infatti tra la prima e la terza settimana di ottobre, grazie alle particolari correnti e alle temperature dell’acqua, presso la baia di Mesharifa, che si trova a nord delle acque sudanesi, si concentra un enorme numero di Mante: trattandosi di una baia ampia, ma con fondali non troppo profondi, non vi sono correnti ascendenti, ma solo correnti emisuperficiali, che quindi convogliano nei primi 50/100 centimetri d’acqua tutto il plankton presente.
Questa particolare situazione, fa si che le Mante si nutrano durante il giorno, formando tanti piccoli gruppi, di 4/8 esemplari che, in fila indiana, solcano la baia, praticamente a pelo d’acqua.
Osservare quindi le Mante in Sudan risulta essere un’esperienza unica nel genere in quanto gli animali sono davvero molti e avvicinabili con grande facilità: ovviamente trattandosi di un’osservazione a pelo d’acqua non si userà l’attrezzatura sub, ma solo maschera e pinne.
Dalla barca da crociera ci si addentra nella baia a bordo dei gommoni, spostandosi molto lentamente per potersi avvicinare agli animali, senza però infastidirli: i piccoli gruppi, si possono avvistare già a 40/50 metri di distanza, in quanto nuotando a pelo d’acqua, gli apici delle loro pinne pettorali, fuoriescono dall’acqua durante il loro movimento.
Ci si avvicina quindi fino a circa 10 metri e poi si scivola in acqua con molta calma, armati solo della macchina fotografica.
Subito noteremo il colore verde e torbido dell’acqua, tipico dei siti ricchi di zoo e fitoplakton: arrivati a pochi metri, potremo finalmente vedere questi enormi pesci cartilaginei che, consci della nostra presenza, continueranno a nuotare tenendo la bocca spalancata e formando una sorta di trenino con gli altri esemplari.
In questa situazione quindi basterà nuotare al fianco delle Mante per poterle osservare da vicino e poter scattare splendide foto: come già detto in altre circostanze, risulta fondamentale evitare di usare il flash che infastidisce notevolmente gli animali e ovviamente evitare di toccare e di entrare in contatto con gli esemplari che si avvicineranno maggiormente.
Le Mante continueranno a cibarsi nuotandoci a fianco per diversi minuti, fino a quando, magari a causa della nostra insistente presenza, si allontaneranno con un poderoso e rapido “battito d’ali”: basterà però alzare la testa oltre il pelo dell’acqua per scorgere un altro gruppo di Mante a cui avvicinarsi, e godere nuovamente dello splendido spettacolo.
Come detto quindi, l’osservazione delle Mante presso questa baia sudanese, è abbastanza semplice e ciò ha permesso diverse mie attività di videoripresa e di osservazione diretta a scopi di ricerca.
Quindi, oltre ad una serie di dati sulle condizioni meteo marine e sulla morfologia della baia che permette una così elevata concentrazione di Mante nel mese di ottobre, ho rivolto le mie osservazioni, (soprattutto in fase di editing), alle attività sociali che le Mante svolgono durante il giorno.
I dati raccolti, evidenziano che mai nessun animale ha mostrato segni e atteggiamenti legati ad attività riproduttive (anche perchè il periodo di accoppiamento va dicembre ad aprile): durante le attività di alimentazione, i piccoli gruppi sono costituiti sia da maschi che da femmine, senza che il loro rapporto numerico abbia un valore all’interno del mini-gruppo.
Non ho mai potuto notare comportamenti che abbiano denotato territorialità e/o dominanza di alcuni esemplari su altri, indipendentemente dal sesso.
Probabilmente quindi, queste tre settimane che le Mante trascorrono presso Mesharifa, rappresentano un momento legato prevalentemente alle attività nutrizionali e che risulta svincolato anche dalle attività riproduttive.
Sicuramente le attività sociali che le Mante svolgono presso Mesharifa meritano una più approfondita ricerca e ciò sarà il motivo di prossimi viaggi in Sudan nei mesi di ottobre per osservare con tutta calma lo splendido “Diavolo di Mare”. Dott.

Danilo Rezzolla  Mediterranean Shark Research Group    

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