SPUGNE

Biologia
Sia dal punto di vista biologico che evoluzionistico le spugne sono un "unicum" ovvero fanno parte del phylum dei Poriferi, cui appartengono soltanto le spugne, senza nessuna stretta parentela con qualunque altro animale. A prescindere dalle classi di appartenenza, questi primitivi abitanti del mare sono costituiti da uno strato interno e uno esterno, organizzati in una miriade di piccoli pori, che notoriamente caratterizzano forma e riconoscibilità delle spugne. Le spugne contribuiscono alla pulizia e alla nitidezza delle acque, in quanto trattengono con la filtrazione molte particelle responsabili del classico torpore che si trova nelle profondità marine. E' importante sapere che indipendentemente dalle loro caratteristiche nelle spugne non osserveremo mai una colonia ma bensì un unico "individuo".

Profondità
Non vi è posto nel reef dove non siano presenti le spugne anche se il nostro occhio coglie solo le forme più vistose, ovvero una minima percentuale rispetto alla totalità di spugne presenti in quello spazio di reef. Sia su un fondo duro che su un fondo mobile, sia in superficie che a grandi profondità, le spugne sono parte integrante del reef e contribuiscono al consolidamento strutturale della comunità intera. Molte spugne non le individuiamo facilmente perchè hanno forme estremamente piatte, sono incrostanti o addirittura crescono all'interno di madrepore o di rocce di origine calcarea, perforandole "chimicamente". Questo grazie all'azione di secrezioni acide della spugna che, sciogliendo il carbonato di calcio di cui son fatte le madrepore, permettono alla spugna di crescere all'interno delle madrepore stesse. Le forme più vistose solitamente sono più evidenti man mano che si scende perchè, con l'aumentare della profondità diminuisce la luce e quindi il predominio delle madrepore “zooxantellate”,cioè quelle madrepore che costruiscono attivamente i reef grazie alla loro simbiosi con microalghe conosciute come zooxantelle.

Curiosità
A differenza degli altri sospensivori già trattati, le spugne hanno un comportamento molto più attivo. Mentre gli altri filtratori attendono passivamente che la corrente porti loro il cibo che dovranno solo afferrare al momento opportuno, le spugne al contrario si creano una corrente alimentare grazie a speciali cellule ciliate  dette anche "cellule dal colletto" presenti nei pori, che muovendosi sincronizzate creano un flusso d'acqua che trasporta con se ossigeno e risorse alimentari. Succede così che spugne non particolarmente grosse e tridimensionali siano capaci di filtrare attivamente centinaia di litri di acqua al giorno per assicurarsi una corretta sussistenza.

Avvicinamento e Osservazione
Vi sono spugne soffici e delicate, altre di aspetto molto coriaceo, qualcuna ricchissima di spicole calcaree o silicee anche in superficie ma, a prescindere dalla loro forma e aspetto, tutte le spugne meritano l'attenzione del subacqueo educato ed ecocompatibile. Non dimentichiamoci di dedicare un po' di tempo e di attenzione anche all'osservazione di quel micromondo nel quale le spugne sono solo il palcoscenico dei microscopici invertebrati che si muovono in cerca di riparo o  di cibo. Le forme più vistose come quelle a barile molto spesso ospitano pesci anche di onesta dimensione come pesci farfalla e scorpenidi che dentro il barile vanno a riposare.

Fotografare
Considerando le innumerevoli specie di spugne presenti nel mondo marino, non possiamo certo generalizzare e spiegare come si fotografano. Esiste una tale varietà di forme, colori e dimensioni che risulta alquanto difficoltoso parlarne come se si trattasse di un unico esemplare. Naturalmente non dimentichiamoci mai che stiamo parlando di animali presenti nelle acque del Mar Rosso e non in altri mari. Dico questo perchè difficilmente in Mar Rosso si potranno incontrare le grosse spugne dai colori vivaci che si osservano nelle acque indonesiane o in quelle del Pacifico. Basti pensare alle spugne volgarmente chiamate candelabro o barile che nei fondali Pacifici sono di colorazione gialla o rossa mentre in Mar Rosso sono di un colore brunato con forte attitudine all'assorbimento della luce. La differenza sta tutta nella loro colorazione che a livello fotografico fa una bella differenza. In ogni caso i grossi esemplari di spugna dalle forme bizzarre sono soggetti divertenti per essere fotografati e ambientati nel reef corallino utilizzando una fotocamera con obiettivo grandangolare. Sarà importante dosare la luce del flash in modo da illuminare correttamente il soggetto principale  senza penalizzare il resto dell'immagine. Per questo motivo sarà fondamentale sfruttare anche la luce esterna che servirà a modellare l'ambiente circostante. Se disponete di un unico flash, questo dovrà essere tenuto ben dietro la vostra custodia in modo da illuminare anche parte della barriera corallina. Non dimenticatevi di controllare che l'esposizione sia corretta prima dello scatto finale. Nei soggetti colorati le problematiche saranno minori e potrete dare spazio alla vostra fantasia. Ricordatevi sempre di contestualizzare il soggetto all'ambiente nel quale si trova, in questo l'uso del grandangolo vi sarà di aiuto. Non dimentichiamoci mai che il rispetto per l'ambiente deve essere primario rispetto al resto, quindi evitare qualsiasi situazione che possa anche solo minimamente deturparlo.

Testo di biologia curato da Emilio Mancuso (I.S.M. Istituto per gli Studi sul Mare)

Esplora, Viaggia e Naviga con Noi