GOBIDI

Biologia
Famiglia decisamente biodiversa quella dei Gobidi o ghiozzi, con circa 1500 specie descritte, e poco conosciute date le loro minuscole dimensioni. I gobidi o ghiozzi sono tipici rappresentanti del "benthos demersale" negli ambienti di reef; infatti vivono strettamente associati al fondo o ad altri organismi di reef come spugne, ascidie o madrepore. Nei gobidi è tipica la pinna pelvica che forma una specie di ventosa imbutiforme sulla quale poggiano da fermi. Il movimento dei gobidi sul fondale è a scatti brevi e non vi è mai un nuoto prolungato. Di norma sono animali solitari e solo nel periodo degli amori (primavera inoltrata) tendono ad unirsi in gruppi numerosi, intrecciando danze nuziali. Anche nella famiglia dei gobidi il maschio si assume l’onere della costruzione del nido, della cura e della ossigenazione delle uova. Nella loro enorme varietà, i tratti comuni sono le minuscole dimensioni, la forma del corpo tendenzialmente allungata che presenta due pinne sul dorso con la testa di forma massiccia con occhi grandi rispetto alle dimensioni del corpo. Si alimenta di piccoli pesci, crostacei e vermi e alghe verdi.

Profondità
La profondità media alla quale sono state osservate le diverse specie dipende dall'ambiente in cui vivono e sopratutto dall'organismo su cui si sono associati come commensali. Tra i "più profondisti" possiamo citare il famoso Ghiozzo delle gorgonie Bryaninops tigris, poichè sono le gorgonie a vivere nei piani più bassi del reef. Questa, come tante altre caratteristiche vanno sempre prese con cautela, poichè legate all'osservazione e allo studio di una famiglia estremamente biodiversa.

Curiosità
Piccoli pescetti dalle colorazioni più diverse, questi organismi hanno tante peculiarità legate ai vari stili di vita che si sono evoluti nel tempo e che li portano ad associarsi con i più disparati organismi del reef. Decisamente affascinante è l'associazione che certi ghiozzi di fondale sabbioso hanno stabilito con alcuni gamberi totalmente ciechi appartenenti alla famiglie degli Alfeidi. I gamberi scavano tane sui fondali sabbiosi dove ospitano anche un ghiozzo che ricambia il favore diventando la sua vedetta. Infatti una delle antenne del gambero è sempre appoggiata sul corpo del ghiozzo, il quale, se spaventato dall'arrivo di un potenziale predatore, fugge velocemente nella tana. Il gambero pur non vedendo nulla, batterà in ritirata pure lui "a zampe levate".

Avvicinamento e Osservazione
Per poter osservare la simbiosi ghiozzo - alefeide bisognerà avvicinarsi molto lentamente, mai troppo e mai frontalmente, in modo da osservare l'operosità del gambero che continua a portar fuori dalla tana il detrito, con un'antenna sempre appoggiata sul corpo della sua vedetta. Tantissimi altri ghiozzi sono osservabili in molteplici situazioni: sulle gorgonie a frusta possiamo incontrare i ghiozzi delle gorgonie, magari cercando anche le tracce della deposizione delle uova (segni nerastri frutto del fatto che il ghiozzo depone le uova su un tratto di gorgonia che è stata ripulita dallo strato di tessuti molli); per non parlare poi dei ghiozzi che si trovano su spugne, ascidie e sulle madrepore che costituiscono i reef. Vale sempre il consiglio di muoversi molto piano, di non avvicinarsi troppo e mai frontali per evitare una sicura reazione di fuga. Non dimenticandoci che un subacqueo di medie dimensioni, agli occhi di questi piccoli e coloratissimi abitanti del reef, apparirà come il più gigante dei mostri marini!

Fotografare
Ci troviamo nel mondo del piccolo e da qui non si scappa. Finora abbiamo spesso parlato della possibilità di fotografare alternando indifferentemente obiettivi grandangolari a obiettivi macro. In questo caso l'obiettivo macro sarà il nostro compagno fisso per riprendere questi splendidi, piccoli pesci. Primo problema è quello di essere in grado di individuare i soggetti e per questo ci vuole un buon occhio ma soprattutto, ancora più importante sarà la conoscenza del loro habitat e poi tanta pazienza. Il ghiozzo lo si può incontrare sulla madrepora, sulle fruste di gorgonia, sui coralli molli ma anche sul fondo sabbioso come nel caso di alcuni ghiozzi che vivono associati al gambero. Una volta individuato il soggetto dovremo avvicinarci con molta cautela evitando di farlo fuggire. Ritrovarlo sarebbe abbastanza complicato. Prima di concentrarsi sulla scatto sarà importante avere sistemato tutti i problemi relativi all'assetto e alla corretta messa a punto della macchina fotografica. Pensate solo che ogni vostro movimento, per un pesce di queste dimensioni, risulterà amplificato all'ennesima potenza. Ancora a distanza di sicurezza, fate uno scatto di prova per individuare la corretta esposizione su un qualsiasi soggetto che per dimensioni può avvicinarsi a quelle del ghiozzo. Ricordatevi che per riprendere soggetti di queste dimensioni dovrete scattare con un diaframma molto chiuso. Posizionate il o i flash in modo che il fascio di luce converga sul soggetto da riprendere e quando siete pronti cominciate le operazioni di avvicinamento molto lentamente, tenendo sempre un occhio sulla posizione del pesce. Ogni tanto fermatevi e fate in modo che si abitui alla vostra presenza. Quando pensate di essere abbastanza vicini ma con ulteriori margini di miglioramento, fermatevi ed iniziate ad allungare le braccia che sorreggono la macchina. A quel punto potrete scattare con calma cercando di non perdere mai di vista il vostro soggetto che con molta probabilità si sarà spostato di qualche centimetro. Quella che vi abbiamo raccontato è una pratica fotografica molto Zen. Dipenderà dal vostro stato di grazia portare a termine un buon risultato.

Testo di biologia curato da Emilio Mancuso (I.S.M.) Istituto per gli Studi sul Mare)

Esplora, Viaggia e Naviga con Noi