ISTRICE

Biologia
E' pressochè impossibile non riconoscere gli appartenenti alla famiglia dei Diodontidi, ovvero quella dei pesci Istrice, o Porcupinefishes come vengono chiamati in inglese:
corpo ovaliforme, allungato ricoperto di lunghe spine rigide, erigibili ad eccezione del lato anteriore del muso, delle guance e del peduncolo caudale.
Occhi abbastanza laterali e molto sporgenti, muso "a forma di becco" e i classici "aculei" che caratterizzano il pesce istrice.
La pinna dorsale e l'anale sono piccole, arrotondate e sistemate vicino al peduncolo caudale. Le pettorali sono ampie e tonde.
A seconda della specie l'istrice si attesta tra i 20 e i quasi 100 cm di lunghezza.
Dettagli che poi vedremo tra le curiosità legate a questa famiglia che conta una ventina di specie circumtropicali, di cui 4 ben rappresentate sui reef del Mar Rosso.


Profondità
La distribuzione è legata al loro stile alimentare, pressochè focalizzato su molluschi, crostacei e qualche anellide, quindi troviamo alcune specie sui reef e altri su fondali sabbiosi tendezialmente tra la superficie e i primi 100 metri di profondità.

Curiosità
Questi buffi pesci sono "cugini" degli altrettanto buffi pesci palla, appartengono infatti ai Tetraodontiformi, e con i pesci palla condividono diverse caratteristiche come la fusione dei denti in piastre dentali: solo due negli istrice (da qui Diodontidae) mentre sono quattro nei pesci palla (da cui Tetraodontidae). Come i loro cugini, anche i pesci istrice hanno la famosa e temibilissima tetradotossina che li rende mortalmente velenosi; e anche loro hanno evoluto la bizzarra strategia difensiva dell'ingurgitare acqua fino a dilatare lo stomaco assumendo così la forma della palla. Il rigonfiamenteo dei pesci istrice è li porta a diventare come una palla spinosa grazie all'evoluzione delle loro scaglie che, diventate aculei cornei vengono erette man mano che il soggetto si gonfia d'acqua facendolo così diventare di difficile gestione da parte di un predatore.

Avvicinamento e Osservazione
Lo scriviamo per dovere di cronaca, perchè nessuno possa mai pensare il contrario, perchè non si possa dire "ma non lo sapevo"...Nessuno si sogni di stressare questi organismi per il solo sollazzo di vederli mentre si gonfiano di acqua. Ricordiamoci che è una strategia difensiva messa in atto quando l'animale si sente minacciato, e un qualsiasi subacqueo o snorkelista "ecofriendly" non può comportarsi in maniera mincacciosa, offensiva o tale da diventare motivo di disturbo per gli organismi. Fatto questa doverosa e speriamo superflua precisazione, i pesci istrice sono animali molto lenti e quindi è necessario un approccio lento, tranquillo e non frontale. Questo avvicinamento ci potrà portare ad accorciare la distanza di osservazione anche di molto.

Fotografare
Un soggetto davvero molto divertente da incontrare e poi da fotografare. Non è semplice avvicinare il pesce istrice a meno che non sia lui ad essere incuriosito dalla nostra presenza. La maggior parte delle volte l'incontro con questo pesce molto, ma molto timido avviene prevalentemente nei primi metri se non addirittura sulla superficie del reef dove il pesce istrice trascorre parte del suo tempo a caccia. Durante il giorno è poco visibile perché sta rintanata nelle cavità delle scogliere da dove vedremo sporgere il suo caratteristico muso. Purtroppo dal punto di vista fotografico questa sua timidezza complica il nostro lavoro di fotografi che vorremmo ottenere sempre ottimi risultati ad ogni scatto facendo poca fatica. Quello con l'istrice deve essere un lavoro di pazienza e di accettazione, solo allora potremo iniziare a scattare qualche immagine che non risulti banale. Il momento in cui il pesce si incuriosice, deciderà di uscire dalla sua tana e comincierà a girarvi intorno e ad osservarvi con attenzione. Dovremo farci trovare pronti a scattare perchè il tempo a disposizione a quel punto sarà poco. Molto presto tornerà a rifugiarsi e proteggersi dagli intrusi. Una delle prime cose a cui fare attenzione prima di scattare, è la colorazione chiara del ventre che se colpita direttamente con il colpo di luce del flash, rischia di sovraesporsi troppo. Sarà necessario dosare molto bene il colpo di flash con la luce esterna utile per ravvivare la vostra immagine. Gli ambienti nei quali si muove il nostro amico non sono tra i più stimolanti dal punto di vista fotografico ed è per questo motivo che per realizzare un buono scatto ci si dovrà impegnare molto. Altra condizione poco agevole è quando incontriamo il pesce divincolarsi tra le rocce, anche qui non sarà semplice trovare una scenografia idonea dato che la vicinanza alla roccia o al fondale rischia di creare forti ombre generate dalla luce del flash. L'utilizzo di due flash in questo caso sarebbe l'ideale, al contrario, avendone uno solo, sarà importante controllare bene la direzione del fascio che non dovrà essere dall'alto ma al contrario leggermente dal basso verso l'alto così da non colpire direttamente il fondo e generare la classica ombra nera. Cercate sempre, prima di scattare, di attendere che il soggetto non risulti rigido nella sua forma ovoidale ma al contrario ben inserito nell'ambiente e possibilmente in posizione dinamica. Certamente un buon esercizio di pazienza. Per concludere non pensate neanche lontanamente di farlo spaventare per poterlo fotografare gonfio. A voi non cambierà nulla a lui molto.

Testo di biologia curato da Emilio Mancuso (I.S.M. Istituto per gli Studi sul Mare)

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