SGOMBRO INDIANO

Biologia
Il Rastrelliger kanagurta, così si chiama lo Sgombro Indiano o "Indopacific Makarel", appartiene alla famiglia molto conosciuta degli Scombridae di cui fanno parte anche il Tonno, la Palamita e gli Sgombri. Lo Sgombro Indiano non sarà il più conosciuto per fama o economia della risorsa, ma certamente è il più buffo e riconoscibile per il suo comportamento. Ha una sagoma affusolata, due pinne dorsali di cui la seconda perfettamente simmetrica con la pinna anale, corpo ben ricoperto di scaglie e testa grossa (poco più lunga della dell'altezza del corpo).
Il colore è bluastro sul dorso e argentato sui fianchi e ventre. Macchie scure irregolari sono presenti sul dorso e due o tre fasce scure longitudinali sono talvolta presenti sui fianchi.
Fin qui potrebbe essere anche confuso, per forma grossolana e colore, con lo Sgombro europeo, ma appena spalanca la bocca, cosa che fa di continuo poichè filtratore di zooplancton, la sua sagoma e il comportamento lo rendono immediatamente riconoscibile.


Profondità
Da letteratura la sua distribuzione è tra la superficie e i 70 metri di profondità, ma di norma si osseva in banchi anche molto numerosi (e scenografici) sul margine delle scogliere o sui fondali limacciosi in cerca delle sue prede: fitoplancton e zooplancton che comprende dalle piccole diatomee fino alle larve di crostacei e larve di piccoli pesci.

Curiosità
La strategia di alimentazione è la caratteristica che lo rende capace di destare maggiore curiosità; osserverete che all'unisono e perfettamente sincronizzati, spalancano la bocca che presenta denti minuti ma talmente ampia che riuscirete a vedere facilmente gli archi branchiali e le branchiospine, trattasi di filtri sottili e setolosi che trattengono plancton durante il loro movimento a bocca aperta. Poco dopo, esattamente come hanno iniziato, perfettamente sincronizzati, chiuderanno la bocca e affonderanno di qualche metro per poi riprende la loro filtrazione di massa mentre risalgono nuovamente per rastrellare la colonna d'acqua e le acque superficiali.
Bisogna ricordare che anche questa specie rientra tra i migratori lessepsiani, cioè quelli che dal Mar Rosso sono passati in Mediterraneo attraverso il canale di Suez; stiamo comunque parlando di migratori molto rari poichè sono stati osservati solo due volte in Mediterraneo lungo le coste israeliane nel 1970.

Avvicinamento e Osservazione
Saranno loro ad avvicinarsi, ad allontanarsi e magari ad avvolgervi completamente all'interno del grosso banco, ma essendo animali fortemente gregari ed abili nuotatori non pensate di poter decidere al posto loro. Nel momento in cui li individuate cercate di intuirne la direzione senza mai nuotargli incontro e senza mai tagliargli la strada, così facendo potreste passare delle ore in snorkeling ad osservarli. Da eleganti e idrodinamici di colpo spalancano la bocca e diventa buffi ingoiatori di plancton.
Chiunque li abbia incontrati è rimasto affascinato, da questo pesce. Usate la giusta pazienza ed educazione e loro non scapperanno, permettendovi così di passare dall'osservazione delle dinamiche del banco fino a focalizzare l'eleganza del singolo individuo, che sicuramente vi porterà a strizzare gli occhi per mettere a fuoco quella bocca tanto grande con le brachiospine che, ad occhio attento e paziente, potranno essere osservate anche abbastanza bene.

Fotografare
Lo sgombro indiano è un soggetto molto interessante e curioso da riprendere: la vita in branco è una delle sue caratteristche così come quella bocca spalancata durante la fase dell'alimentazione. Capita di imbattersi in nutriti banchi di sgombri che si muovono tutti nella medesima direzione e tutti con l'enorme bocca aperta alla ricerca di cibo. Una situazione particolare per la quale vale assolutamente la pena di dedicare tempo per realizzare qualche bello scatto. Data la loro movenza lenta e senza grossi cambiamenti di rotta, il soggetto potrà essere ripreso indifferentemente usando qualsiasi tipo di obiettivo, dal grandangolo all'obiettivo macro.
Considerando che la maggior parte delle volte li si incontra in pochi metri d'acqua, questo è un altro enorme vantaggio per la ripresa. L'unico inconveniente può essere dato dal fatto che il branco nuota in un ambiente nel quale trova alimenti e quindi spesso ricco di plancton e alghe; dobbiamo solo pensare che quelli che noi consideriamo elementi di disturbo sono invece elementi importanti da contestualizzare nel nostro scatto. Dovremo cercare sempre di trovare il miglior assetto per non doverci muovere troppo una volta avvicinati al soggetto. Considerata la loro livrea argentea e la bassa profondità, non saranno necessari grossi colpi di flash visto che utilizzeremo principalmente la luce esterna. Un leggero colpo di luce sarà più che sufficiente per bloccare il soggetto, per il resto cercate di sfruttare al massimo la luce esterna.
Nel caso di una ripresa con obiettivo macro, avvicinandosi il più possibile frontalmente avrete la possibilità di riprendere la parte interna della bocca dove sono presenti le  brachiospine.

Testo di biologia curato da Emilio Mancuso (I.S.M. Istituto per gli Studi sul Mare)

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