BIOLOGIA
E' la famiglia Echeneidae quella a cui appartengono le 8 specie di remore presenti nei nostri mari. Non sono conosciute specie di remore d'acqua dolce. Alcune popolano maggiormente le zone di mare aperto, altri esemplari sono più costieri, ma tutte facilmente riconoscibili: corpo mediamente sottile e allungato con muso acuminato e pinne pettorali appuntite. La pinna dorsale è perfettamente simmetrica alla pinna anale e spostate molto indietro mentre la pinna caudale poco lobata e poi quella curiosa ventosa posta sopra la testa che caratterizza e incuriosice le remore.
PROFONDITA'
Le remore che prediligono ambienti più costieri, o prediligono associarsi a individui costieri, tendono a restare confinate nei primi 50-80 metri di profondità, tuttavia troviamo in letteratura numerosi dati che ci raccontano di esemplari presenti fino a 250 metri di profondità. Questi dati vanno in larga parte associati alla mobilità degli animali cui si associano come gli squali, i marlin, mante, tartarughe e cetacei.
CURIOSITA'
Senza dubbio la maggiore curiosità riguarda la sua ventosa: un disco ovale di tessuto che a partire dalla fronte si estende per tutta la testa e in alcune specie copre anche la prima parte del dorso. La superficie del disco presenta delle pliche che, a seguito di contrazioni muscolari, creano l'effetto ventosa. Il comportamento della remora, che si sviluppa intorno ai sei mesi di vita dell'animale, serve a risparmiare energia negli spostamenti, e probabilmente anche a farsi notare di meno (chiunque in acqua noterà prima una tartaruga o uno squalo, piuttosto che la remora che vi è attaccata). Vero anche, se qualche avanzo dovesse sfuggire dalla bocca di uno squalo, potrebbe diventerebbe cibo per la remora, ma il suo attaccarsi a ospiti più grossi non va confuso per parassitismo o commensalismo: infatti le remore, che si nutrono di piccoli pesci e invertebrati, si attaccano anche a tartarughe con cui non condividono nessuna abitudine alimentare, ad esempio la tartaruga verde.
Breve nota mitologica riguarda il poderoso accostamento della remora ai vari animali, e alla chiglia delle imbarcazioni: si narra che in epoca romana questa particolare abitudine fece nascere la leggenda secondo la quale le remore erano in grado di frenare le imbarcazioni bloccandole in giro per i mari. Leggenda che ci resta ancora oggi nel detto "non avere remore".
AVVICINAMENTO E OSSERVAZIONE
Avvicinare le remore significa quasi sempre avvicinarsi ai loro vettori: tartarughe, squali, mante, grossi pesci o cetacei: molti di questi organismi sono già stati trattati nella nostra rubrica quindi non ci resta che ricordare o rileggere. Aggiungiamo a quanto già detto che un approccio troppo esuberante avrà come effetto l'allontanamento della remora, che "scivolerà" dal suo ospite per riattaccarsi a qualcun altro, mantenendo così sempre la distanza di sicurezza nei confronti del visitatore troppo invadente.
Se invece vi dovesse capitare di incontrare una remora nuotare libera, fate attenzione perchè con non poca sorpresa potreste diventare voi il temporaneo ospite/vettore della remora.
FOTOGRAFARE
Non sarannomolte le occasioni in cui avremo modo di fotografare un esemplare di remora solitaria, dato che la sua vita la costringe a trascorrere gran parte del tempo in compagnia di altri esemplari marini. Semmai dovessimo incontrare un esemplare isolato, sappiate che presto questo cercherà di avvicinarsi a voi pensando di potersi aggregare. La remora solitaria è generalmente un pesce inquieto e abbastanza schizofrenico dato che è sempre alla ricerca di un compagno e proprio per questo risulterà impegnativo riuscire a fotografarla con calma. Semmai doveste avere la fortuna di imbattervi in un esemplare a zonzo nel blu, cercate di avvicinarvi il più possibile in modo da creare una distanza minima tra voi e il soggetto e iniziate a scattare cercando di riprenderla in un contesto che non sia soltanto quello del pesce isolato nel blu, rischiereste di ottenere una immagine di poco effetto scenografico. Se poi avrete modo di trovarvi molto vicino con il pesce in totale relax, allora concentratevi sulla sua parte superiore che è quella dove è presente la ventosa.
Testo di biologia curato da Emilio Mancuso (I.S.M. Istituto per gli Studi sul Mare)