Editoriale

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Da diverso tempo pensavamo di trattare un argomento caro a tutti i viaggiatori come quello dei voli charter sull’Egitto. Sarebbero molteplici gli argomenti da sviscerare in quanto quello dei charter è un mondo molto nebuloso e poco chiaro ai viaggiatori e per certi aspetti anche a noi Tour Operator. Tra i vari argomenti quello che oggi più “infastidisce” il viaggiatore oggi è la questione del peso dei bagagli, soprattutto per quella categoria di viaggiatori “sportivi” che oltre al proprio abbigliamento devono trasportare anche l’attrezzatura sportiva cercando di rimanere rigorosamente entro i canonici 15 chili più 5 chili di bagaglio a mano. E’ ovvio che questo limite costringe il viaggiatore a fare calcoli ben precisi, dato che in aeroporto non esiste la minima tolleranza a meno di non avere la fortuna di incontrare un addetto sensibile che chiuda un occhio di fronte al mezzo chilo di eccedenza, ma “la regola” è che se sei fortunato in partenza difficilmente potrai esserlo anche al ritorno. Considerando che mediamente il costo dell’eccedenza bagaglio è di 10 euro a chilo, ci vuole poco a pensare di dover sborsare decine di euro tra andata e ritorno. A quel punto subentra l’ossessione nella preparazione della valigia e nel conteggio del peso. Però, se da una parte esiste una regola imposta dai vettori aerei, dall’altra dovrebbe esistere anche serietà da parte loro e del personale di terra nel dimostrare che i chili in eccedenza siano effettivamente reali. Invece la sensazione è che vi sia molta approssimazione e quasi un tacito accordo premeditato nel fare pagare questa tassa. Se a tutto questo si aggiunge una pessima assistenza in aeroporto fino a trascendere alla maleducazione e all’arroganza allora più di qualcuno inizia a pensare che forse sarebbe meglio cambiare meta. La considerazione è che questo atteggiamento finisca per creare un effetto boomerang che paradossalmente sconfina al di fuori dei muri dell’aeroporto, andando a coinvolgere tutta quella piccola industria di venditori locali che vivono e lavorano proprio grazie al turismo. E’ ovvio che se si è riusciti a mantenersi entro i canonici 15 chili, mai e poi mai si penserà di acquistare artigianato locale per doverlo poi pagare ben due volte: al venditore e in aeroporto dove ci si scontrerà con la fatidica bilancia. La pretesa minima del viaggiatore sarebbe quella di trovarsi di fronte ad uno strumento preciso e perfettamente tarato, invece la sorpresa sarà quella di appoggiare le proprie valigie su specie di pesa simile a quella usata per pesare i tir (poco ci manca). Ma come è possibile che alla partenza la valigia pesava 15 chili e magicamente al ritorno i 15 sono diventati 18 o addirittura 20? Come se non bastasse ci si troverà da soli di fronte a personaggi ambigui che se va bene cercheranno di spiegarsi in un inglese stentato e poco comprensibile, se invece va male ci si imbatterà nella maleducazione e arroganza di quello che viene definito “personale di terra”. Lo spunto per parlare di questo argomenti ci è stato fornito da uno dei tanti clienti da poco rientrati dall’Egitto. Lettera indirizzata al vettore aereo Neos da un viaggiatore: Ieri al mio ritorno da Hurghada con il vostro volo NO2641 delle 12,50, all’aeroporto ho assistito ad una scena incredibilmente incresciosa. Da moltissimi anni frequento questa località e mai avevo notato che prima di accedere al CHECK-IN ci fosse uno stop per pesare le valigie. Nel mio caso eravamo in tre persone, le nostre valigie compreso il bagaglio a mano di mia moglie che le è stato tolto in maniera decisamente incivile sono state appoggiate sulla bilancia e pesate tutte insieme. Il peso totale risultava di 49 chili e mezzo, arrotando a 50. Quindi 5 Kg di extra peso e l’immediato pagamento di 50 Euro. Comunque questo può anche essere accettato, a parte il modo estremamente maleducato del personale addetto alla pesatura. Peccato che i 50 chili comprendessero anche il bagaglio a mano che di regola dovrebbe essere pesato a parte. Quello che mi premeva farvi notare e mettere a vostra conoscenza è che davanti a noi c’era una signora, che alla richiesta di pagare una grossa somma, che penso non avesse neanche, è stata costretta ad aprire tutte le valigie e togliere indumenti e oggetti vari prontamente requisiti e portati via dal personale addetto al controllo! Ha lasciato li vestiti, maschere, pinne e quant’altro. La cosa che ha sconvolto tutti i passeggeri presenti è stato vedere la corsa ad accaparrarsi quanto veniva tolto dalle valigie. Una scena disgustosa che personalmente mi ha fatto molto riflettere su un sistema che oggi, dopo quanto visto in prima persona mi convince ancora di più sulla malafede e poca professionalità di chi lo gestisce. Penso che in questi casi, dato che è il vettore aereo che chiede la rigida applicazione della regola dei 15 kg, sarebbe auspicabile la presenza di un responsabile della compagnia che, prima di tutto sia in grado di parlare con il passeggero, dato che la sola lingua araba non è sufficiente per spiegare il motivo di tanto accanimento per uno o due chili di sovrappeso e poi, ancora più importante, spiegare a queste persone che arroganza e maleducazione possono solo che ritorcesi contro. Peraltro siamo rimasti positivamente impressionati dall’elevata qualità del vostro servizio e dalla professionalità del personale di bordo, proprio per questo sarebbe opportuno che fatti come quelli sopra riportati non capitassero più lasciando un compito così delicato in mano a persone arroganti ed incompetenti. Sicuri che prederete provvedimenti. Porgo distinti saluti Penso che molti di voi si riconoscano nel malcapitato passeggero che tanto malcapitato non è dato che queste situazioni sono ormai all’ordine del giorno negli aeroporti egiziani. In qualità di operatori del settore non possiamo fare altro che prendere atto e sperare che questi appelli arrivino alle orecchie dei diretti interessati. Anche noi ci troviamo sempre più spesso ad ascoltare impotenti le lamentele di chi rientra da questi viaggi senza avere la minima possibilità di dare spiegazioni ragionevoli. Stranamente la maggior parte delle volte questi fatti avvengono al rientro e non in partenza. Ci capita molto spesso di ricevere richieste di intermediazione nei confronti delle compagnie aeree ma purtroppo in questo caso l’operatore turistico vale tanto quanto il passeggero. Non pretendiamo di dare consigli su come preparare un bagaglio ma sarà necessario valutare bene cosa mettere in valigia cercando di evitare il superfluo. Per chi si appresta ad effettuare una crociera non è necessario riempire la borsa di scarpe, magliette e pantaloni tanto sappiamo bene che in barca si vive con un costume e al massimo tre magliette. I vestiti indossati per partire potranno benissimo essere gli stessi che verranno usati al rientro. Questo mese sul Gazzettino Su questo numero conosceremo l’isola di Mesharifa in Sudan, il luogo nel quale si potranno incontrare gruppi di mante che vi stazionano nel periodo autunnale. Non è un’immersione classica ma per osservare le mante ci si immergerà in apnea all’interno della laguna che circonda l’isola. Prosegue con la seconda puntata la conoscenza dei Coni curata da Marco Bettocchi. Sul Diario di Bordo di questo mese si ritorna finalmente a parlare di Saint John grazie all’amico e collaboratore ormai fisso Bruno Fullin che grazie al suo stile ironico e ai bellissimi disegni ci offre l’ennesima storia di un viaggio tra realtà e fantasia. Le proposte AltriMari Top Destination: crociere esclusive a numero chiuso nei mari più belli del mondo. Seychelles dal 17 al 25 ottobre 2009 a bordo di Sea Bird Thailandia e Birmania dal 25 dicembre 2009 al 6 gennaio 2010 a bordo di Giamani Coco’s Island dal 9 al 23 aprile 2010 a bordo di Undersea Hunter Galapagos dal 24 al 31 ottobre 2010 a bordo di Sky Dancer


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Immersioni Mesharifa

MarRosso

Mesharifa non è una vera immersione ma il luogo dove si concentrano le mante nel periodo autunnale. Si potranno avvicinare questi animali in apnea. leggi articolo


Biologia Marina CONUS - parte 2

MarRosso

Prosegue la nostra conoscenza dei Coni sviscerando su questo numero la loro distribuzione, l’habitat e le abitudini. leggi articolo

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Diario di Bordo L'ombra dello squalo

MarRosso

Finalmente dopo tanto tempo ritorna un diario su Saint John e ad inviarcelo è come sempre l’amico Bruno Fullin che ci racconta come solo lui sa fare, le meraviglie di una crociera che rimane sempre tra le più entusiasmanti e ricche di spunti. leggi articolo


Segnalibro La conseguenza dell'amore

MarRosso

 Un libro da leggere comunque per poi trarre le proprie conclusioni. Non lo ritengo un capolavoro e tantomeno veritiero fino in fondo ma il rapporto amoroso tra due persone in un paese come l’Arabia Saudita ha ancora oggi vincoli quasi invalicabili. leggi articolo

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Reportage Le meraviglie di Sanganeb

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Negli anni Cinquanta Port Sudan ospitava personaggi come Hans Haas e Cousteau e i ricordi del loro passaggio sono ancora tangibili e ben visibili dentro e fuori dall’acqua leggi articolo