Editoriale

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Molte volte abbiamo pensato di dedicare uno spazio importante del nostro Gazzettino alla barca rossa di Albebaran e al suo equipaggio ma per diversi motivi alla fine l’abbiamo sempre lasciata in disparte; non certo per cattiveria nei suoi confronti ma perché quella di Aldebaran è la storia di una barca quasi perfetta e come tutte le storie scontate rischia di non fare notizia. Aldebaran è soprattutto famosa per essere la stella più luminosa della costellazione del Toro, quella che nell’immaginario rappresenta l’occhio destro dell’animale iniettato di sangue. La stella di Aldebaran viene identificata come “una stella guida” che, grazie alla sua luminescenza particolarmente accentuata, è un punto di riferimento costante per chi viaggia per terre e per mari. Per noi Aldebaran è una bella barca dello stesso colore dell’occhio insanguinato del Toro, di quel rosso acceso che per chi naviga nel blu del Mar Rosso egiziano è ormai la  certezza  di un incontro fisso, quasi imperdibile.  Sognata fin dal 2004 Aldebaran è stata progetta nell’aprile 2006 per sostituire definitivamente la “mitica” Zabargad, la barca che dal 1991 al 2000 aveva scritto pagine importanti nella storia delle crociere subacquee in Mar Rosso. Con l’avvento di Aldebaran, possiamo oggi definitivamente chiudere il capitolo di quella che era stata la prima barca da crociera a solcare le acque del sud Egitto quando ancora, poco più che pionieri, navigavamo alla ricerca di quei punti d’immersione che nel tempo sarebbero diventati famosi in tutto il mondo. Alcune barche si sono succedute nel tempo per provare a sostituirsi al mito dello Zabargad ma con vicende e fortune alterne. Sarebbe stato solo questione di tempo dato che Aldebaran stava nascendo nell’immaginario dei suoi padri sognatori: Andrea Resio e Ginetto Pati, vecchie conoscenze dello Zabargad,  anello di congiunzione tra in passato e il presente. Andrea che è stato dal 1995 prima la guida dello Zabargad per poi diventarne anche l’armatore assieme a Ginetto, nel 2003 decide di lasciare definitivamente il ruolo di guida e inizia ad immaginare “la sua barca”. Il primo progetto di Aldebaran è nato sulla sabbia del deserto prospiciente il cantiere di Safaga, dove poi sarebbe stata costruita. >Poi finalmente la grande festa durata un giorno e una notte mentre la luna illuminava la barca rossa che galleggiava per la prima volta sulle acque del Mar Rosso. Aldebaran è stata progettata per soddisfare tutte le esigenze dei propri ospiti con una missione ben precisa: Navigare per regalare emozioni! Costruita e rifinita nei minimi dettagli, rappresenta oggi una delle imbarcazioni più professionali di quelle presenti nelle acque del Mar Rosso egiziano, grazie alla presenza a bordo di un equipaggio e di uno staff tra i più competenti. Artefici principali sono i fratelli Siri: Andrea e Roberto cuore e anima della barca. Nell’ambiente delle imbarcazioni da crociera esistono “barche fortunate” perché da quando nascono vivono di luce propria mentre altre, altrettanto belle non subiscono per vari motivi la stessa sorte. Tutte le barche sono contornate da un alone di mistero, di superstizione, di strani personaggi che si avvicendano nel tempo a bordo e ognuno di loro nel bene o nel male lascia una traccia. Dall’armatore al capitano, dai marinai al motorista, dal cuoco al lavapiatti per finire alle guide subacquee che agli occhi degli ospiti sono il legame con il resto dell’equipaggio. Dicevamo che la barca perfetta non esiste e questa è l’unica verità ma vi sono barche che nella loro totalità si avvicinano a quel tipo di perfezione che, per noi che le gestiamo e le proponiamo, significa “non creare problemi”. Sapere che gli ospiti che tornano da un viaggio su quella barca, difficilmente avranno motivi per lamentarsi e poi, ricevere i complimenti per la qualità del suo servizio. Per la verità Aldebaran non era nata sotto i migliori auspici dato che durante la sua prima crociera inaugurale nell’aprile del 2008 andava a toccare un reef subendo il dissestamento dell’asse dell’elica. Poca roba, rimediata velocemente ma, a proposito di superstizione, questo è il classico esempio di come un episodio possa segnare un destino. La volontà di tutte le persone che vi lavorano ha fatto si che quell’episodio venisse rapidamente rimosso e la sua sorte prendesse velocemente una altra strada. Questa è la breve storia di una barca guidata dalla buona sorte di una stella tanto luminosa quanto importante nella volta celeste. Il nome ha origine dall’arabo Al Dabaran, colui che segue, perché la stella segue le la costellazione delle Pleiadi nel loro percorso celeste.Ore 19.57 del giorno 23 novembre, classico squillo di messaggio sms sul cellulare. Ormai siamo abituati a ricevere messaggi a tutte le ore. Messaggio ricevuto da Andrea (nostra guida in Arabia Saudita) il Voyager non esiste più … sta bruciando … crew ok!Non credo ai miei occhi non posso credere a quello che vedo scritto ( ero a bordo tre giorni prima ma questo poco importa) chiamo immediatamente Andrea e sento in sottofondo le tipiche voci di certe situazioni. - Il Voyager ha preso fuoco il Veena e le altre barche ormeggiate si stanno allontanando tutte dal porto. I ragazzi (si riferisce all’equipaggio filippino) stanno tutti bene ma hanno perso tutto - mi dice Andrea. – Spengo il telefono senza salutare Andrea.L’idea che improvvisamente tutti i ragazzi dell’equipaggio stiano bene mi tranquillizza ma non è sufficiente perchè conoscendo la loro realtà e cosa rappresentasse per tutti loro quello barca so bene che in quel secondo fatale hanno perso tutto. Il Dream Voyager era anche la loro casa.Purtroppo è tutto vero, il Dream Voyager è colato a picco dopo quattro ore ininterrotte di fuoco. Da questo momento in avanti nella mente si susseguiranno solo pensieri e immagini di oltre sei anni di viaggi.Questo mese sul GazzettinoL’immersione di questo mese è dedicata a Twenty Miles, un nuovo sito di immersione dei Farasan Banks. Intanto proseguiamo con la nostra rubrica sui Conus curata dallo specialista Marco Bettocchi che su questo numero ci parla delle specie pericolose per l’uomo.  Il diario di bordo ci è stato inviato da Alice, una bimba che, accompagnata dai genitori ha vissuto una bellissima esperienza alle Farasan, raccontata nei minimi dettagli nel suo diario di bordo.


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Immersioni Twenty Miles

MarRosso

Twenty Miles è un pinnacolo corallino che si erge dalle profondità dei Farasan Banks. Immersione da non perdere quando è possibile effettuarla. leggi articolo


Biologia Marina CONUS - parte 4

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Tutti i Coni sono pericolosi, dato che tutti hanno i denti veleniferi in grado di provocare rigonfiamenti e dolore. Per fortuna, la maggior parte di essi sono piccoli e si cibano di vermi e, quindi, le conseguenze per l’uomo sono abbastanza trascurabili. leggi articolo

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Diario di Bordo la prima volta di Alice alle Farasan

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“La prima volta di Alice alle Farasan” è il racconto di come la piccola Alice ha osservato questo nuovo mondo attraverso i suoi occhi di adolescente, culminato con l’incontro con la manta leggi articolo


Segnalibro la Muta

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Una storia iraniana che è anche la storia dei diritti calpestati di tutte le donne del mondo. Un diario che colpisce allo stomaco e alla coscienza del lettore leggi articolo

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Reportage le isole Farasan

MarRosso

Fanno parte di un banco corallino a sud della costa dell’Arabia e, grazie alla bassa profondità, hanno una barriera incredibilmente ricca di vita, che fa da sfondo al passaggio di grandi quantità di pesce pelagico leggi articolo