I portici del mare

Autore: Shams Nadir

Editore: Sellerio

Prezzo: Euro 7,75

Per via di una certa, impietosa e involontaria ironia, Shams Nadir è stato definito il Borges d'Oriente, rovesciando il dato di fatto culturale che senza l'Oriente e le sue visioni del mondo, nessun Borges sarebbe esistito. E come fortuita e precisa risposta a quella definizione i racconti di I portici del mare si aprono con un diario di bordo del 1462, che riferisce di una scoperta dell'America, fatta trent'anni prima da un gruppo di arabi, e di come, diversamente dall'occidentale Cristoforo Colombo, i mussulmani l'avrebbero portata a termine - per salvare Granata, per rispondere alla profezia. E chiamare fantastici questi racconti di Shams Nadir (una indiana che regala all'umanità la più grande scoperta matematica, lo zero; la scoperta delle tavole della legge, che indirettamente scatena l'avidità destinata a confermare la profezia apocalittica in esse contenuta; le indagini magiche e mistiche di un dotto attorno all'emersione, dal mare, di esoteriche architetture) è, come quella definizione, riduttivo. Sono al contrario i racconti di uno scrittore che modernamente traduce le sue radici antiche, espressione di un modo diverso di guardare la realtà: che la vita è scoperta di un segreto, oppure nulla, illusione; che il mondo che appare è l'epifenomeno di un mistero, destinato a svanire quando questo è svelato. Che è il mare, l'acqua, il liquido la memoria del mondo, la base stabile di tutto ciò che è solido.

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