Autore: Alvaro Mutis
Editore: Einaudi
Prezzo: 8,00 euro
"Lasciare una testimonianza di questa saga senza eguali è quanto sto cercando di fare, se non con la giusta fortuna, almeno con l'illusione di ritardare, nella scarsa misura delle mie possibilità, la sua caduta nell'oblio": con queste parole -lvaro Mutis ci fornisce, nel suo ultimo libro pubblicato in Italia, le ragioni che lo hanno portato a raccontarci le imprese e tribolazioni di Maqroll il Gabbiere e di quanti gli sono stati vicini.
"Abdul Bashur, sognatore di navi" racconta alcuni aneddoti salienti sull'amico prediletto del Gabbiere, che con lui ha diviso donne e avventure. Libanese, nato in una famiglia di armatori di piccolo cabotaggio, Abdul "credeva che tutto fosse in divenire" e che i veri perdenti fossero "gli sciocchi irredimibili che minano il mondo con le loro astuzie da quattro soldi", si innamorava "con infallibile regolarità", affrontava i propri avversari "brutalmente, senza calcolare i rischi", coltivava la vendetta "per tutto il tempo necessario e la riscuoteva senza pietà", era "generoso senza misura, ma dentro di sé manteneva un bilancio di perdite e guadagni", sentiva sempre nostalgia "per l'accampamento che lo accoglieva con il calore della sua gente" e, infine, "non credeva negli uomini come specie, ma dava sempre a ognuno la possibilità di dimostrare che si stava sbagliando".
Il libanese insegue per tutta la vita il sogno del tramp steamer (piccolo mercantile) perfetto, con la giusta armonia di linee e il motore diesel di fattura particolare. Lo cerca in ogni angolo della terra, sfidando pericoli mortali.Ma ogni volta che sta per metterci le mani sopra, ecco che la nave gli sfugge: qualcun altro l'ha comprata, oppure si rivela un vuoto specchietto per le allodole. Con la morte dell'amante-sorella Ilona Grabowska: Bashur diventa allora indifferente, fatalista, e comincia ad "accettare il destino senza misurare la portata dei suoi occulti disegni". Rischia il linciaggio seducendo una bella e sessualmente esigentissima pellegrina alla Mecca. Dirige, in Grecia, un giro di giovani borseggiatori. Trasporta armi per i terroristi spagnoli. Si mette a navigare con un traghetto tra Istanbul e Uskadar. Finalmente, Maqroll gli trova, a Madeira, il famoso cargo ideale. Ma Abdul muore cadendo con l'aereo a Funchal: "Sullo sfondo, in una piccola insenatura, riposava la silhouette dello slanciato tramp steamer". "Sia le poesie che i racconti finiscono sempre per riuscirmi tristi", ha appuntato altrove l'autore. La cosa, però, non è del tutto vera. I suoi personaggi vedono quasi sempre cadere le proprie illusioni, si trovano spesso a vivere in ambienti sordidi, ma non cedono mai alla squallida, monotona ordinarietà del quotidiano. Nelle pagine dello scrittore argentino, uomini e donne vivono "le irrimediabili stagioni del loro sconforto, il fallimento di una vita, i molti, molti inferni su questa terra" in ambienti proletari o piccolo-borghesi opprimenti di banalità, asfissianti di isolamento, nei quali l'unico conforto cui il cuore può abbarbicarsi sono gli intangibili mondi di finzione, i sogni e i fantasmi nutriti dal cinema e dalla letteratura popolare. Maqroll e i suoi compagni, invece, scorrazzano per l'ampio mondo, incontrano donne dalla sensualità piena e disponibile, sentono "vibrare quelle ali che si risvegliano di fronte all'emozione dell'ignoto e per l'approssimarsi dell'avventura e che annunciano una sorta di recuperata giovinezza"; quando perdono, lo fanno con la grandezza di un eroe conradiano.