Hebat Allah

Località Abu Ramada (Hurghada)
Distanza dalla Costa 7 miglia
Tipo Nave mercantile
Nazionalità Egiziana
Cantiere sconosciuto
Varo sconosciuto
Data Affondamento 10 agosto 2004
Causa Affondamento autoaffondamento
Lunghezza 51 metri
Larghezza 9 metri
Stazza sconosciuta
Propulsione motore moderno
Motori sconosciuto
Eliche 1 a 3 pale
Posizione assetto navigazione
Profondità minima e max. da 25 a 46 metri
Profondità max consigliata 30 metri
Visibilità da media a buona
Corrente bassa probabilità
Difficoltà impegnativa
Esplorazione Interni media
Interesse Storico basso
Interesse Biologico basso
Interesse Scenografico medio
Ora migliore mattino – ore centrali
Notturna no
Snorkelling no

NAVE

La nave Hebat Allah misura 51 metri di lunghezza per 300 tonnellate di peso. Adibita come nave mercantile fino agli inizi degli anni ’80 prima di venire disarmata e inesorabilmente abbandonata nel porto di Safaga.


STORIA

Dopo essere rimasta in disarmo presso il porto di Safaga fino al1987, il suo armatore che nel frattempo aveva accumulato troppi debiti con le autorità portuali locali per una nave ormai al disarmo e di nessun interesse fu costretto a svenderla ad un albergo di Hurghada con l’intenzione di ricavarne un ristorante galleggiante. Almeno questa era l’idea iniziale del proprietario dei villaggio. La realtà è che l’Hebat Allah rimase per quindici anni arenata poche miglia fuori dall’albergo come un vecchio fantasma che il tempo consumava giorno per giorno. Questo sembrava il destino finale di questa nave fino a quando non si decise che il suo affondamento avrebbe potuto generare il primo sito d’immersione artificiale della zona di Hurghada al fine di alleviare la pressione nelle zone subacquee più visitate che rischiano di essere rovinate dalla continua presenza di subacquei. Mohamad Hoeidek, ex proprietario della nave e personaggio di rilievo nel panorama alberghiero di Hurghada, si è detto entusiasta del progetto e non ha esitato a donare la nave alle autorità locali: la RSDASS, Associazione della Subacquea e degli Sport Nautici in Mar Rosso con l'appoggio del Governatore del Mar Rosso Gen. Saad Abo Reda. L’idea iniziale Il 10 agosto 2004 al largo della costa di Hurghada, precisamente tra El Aruk Diana e Gotha Abu Ramada, è stata affondata la nave da carico Hebat Allah, creando così il primo relitto artificiale in questa area di mare. Il motivo di questo affondamento è esclusivamente di ordine pratico in quanto tutta la zona d’immersioni di Hurghada ha subito in questi ultimi anni un sovraffollamento di subacquei, costringendo le autorità locali con l'appoggio del Governatore del Mar Rosso ad effettuare questa operazione di rimozione della nave con l’aiuto della Marina Egiziana. Dal momento della sua fondazione, uno degli obbiettivi principali dell'Associazione è stato quello di aumentare e diversificare i punti di immersione nella zona di Hurghada, Col passare del tempo, attorno al relitto artificiale si formerà una nuova barriera corallina, ma il relitto stesso è già perfetto ed accessibile in particolare dai sub tecnici che apprezzeranno la penetrazione del relitto in tutta sicurezza. L’affondamento dell’Hebat Allah Purtroppo non tutte le operazioni riescono come dovrebbero! Secondo i progettisti, la nave sarebbe dovuta essere affondata in un punto in cui il fondale raggiungeva la massima profondità di -30 metri in modo da dare la possibilità a tutti in subacquei di poterla visitare nella massima tranquillità. Tuttavia, dopo aver raggiunto la posizione stabilità collocata tra El Aruk Diana e Gotha Abu Ramada i ritardi nella preparazione dell’operazione fecero si che la nave non venne affondata nel punto prestabilito bensì in altra posizione con il risultato che invece della prevista profondità la nave si è adagiata a -47 metri perdendo così la sua finalità primaria che era quella di poter essere visitata da tutti i subacquei. Il relitto oggi giace in assetto di navigazione in acque aperte non lontano dall’isola di Abu Ramada e può essere visitata da sub tecnici.


PIANO IMMERSIONE

La nave è stata posizionata perfettamente in equilibrio sulla chiglia ad una profondità massima di -47 metri su un fondo di madrepore. La visibilità è ragionevolmente buona ma influenzata dalle correnti che si posso trovare considerando che tutta l’area circostante è priva di ripari e quindi senza nessuna protezione. Una volta raggiunto il punto in cui si trova il relitto si può iniziare la sua visita partendo dalla zona di prua dove è presente una stiva di poco interesse che probabilmente serviva come zona di deposito per le cime, ancore e altre attrezzature. Dopo aver trascorso il tempo necessario nella zona di prua ci si dirigerà verso la poppa per proseguire la sua visita. La sovrastruttura è costituita da tre ponti ognuno dei quali può essere facilmente penetrato. Ci si potrà addentrare nel settore della sovrastruttura attraverso due botole poste una su ogni lato. Entrando dalla porta laterale i sub si troveranno in un corridoio stretto con camere su entrambi i lati ma si dovrà fare attenzione ad una grossa rete che si è impigliata tra i ferri del relitto. Proseguendo all’interno del relitto si raggiunge la zona di poppa dove il passaggio diventa più agevole fino a raggiungere il boccaporto principale, da qui grazie ad un portellone si accede alla sala macchine seguendo le scale che conducono al livello inferiore da dove si potrà accedere anche dall’esterno attraverso le finestre e le porte. Tutte le stanze sono completamente vuote e di poco interesse. L’immersione terminerà con la visita della zona poppiera esterna dove si potrà ammirare l’elica. Il timone purtroppo si è rotto probabilmente quando la nave è andata a sbattere sul fondo.

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