Salem Express

Località Hyndeman reef (Safaga)
Distanza dalla Costa 5 miglia
Tipo Nave traghetto
Nazionalità Egiziana
Cantiere Constructions Navales Mediterranee a La Seyne
Varo 1976
Data Affondamento 16 dicembre 1991
Causa Affondamento collisione contro reef
Lunghezza 100 metri
Larghezza 18 metri
Stazza 4.771 tonnellate
Propulsione motore moderno
Motori 4 a 8 cilindri diesel
Eliche 2 a 3 pale
Posizione adagiato su murata destra
Profondità minima e max. da 13 a 30 metri
Profondità max consigliata 30 metri
Visibilità da bassa a media
Corrente media probabilità
Difficoltà media
Esplorazione Interni sconsigliata
Interesse Storico basso
Interesse Biologico basso
Interesse Scenografico medio
Ora migliore mattino – ore centrali
Notturna no
Snorkelling no

NAVE

Varato con il nome di Fred Scamaroni nel 1976, la nave traghetto è stata costruita nei cantieri Navales et Industrielles de la Mediterranee a La Seyne in Francia. Successivamente gli venne cambiato nome in Nuits San George. Soltanto nel 1988 le venne affibbiato il nome definitivo di Salem Express. Lunga 100 metri per 18 metri di larghezza con una stazza lorda di 4.771 tonnellate, disponeva di 4 motori a 8 cilindri costruiti dalla Ch de L'Atlantique di La Seyne che erogavano una potenza di 14.880 cavalli ed operavano sulle due eliche principali e sulle eliche direzionali.


STORIA

La notte del 16 dicembre 1991, il traghetto del Salem Express salpato dal porto di Jeddah in Arabia Saudita e diretto a Port Safaga, concludeva la sua navigazione a poco meno di 10 miglia dal porto di destinazione a causa di un imperdonabile errore da parte del suo capitano, andando ad urtare contro una piccola torre madreporica situata a poca distanza dalla barriera corallina di Hyndeman reef. Di base a Safaga, il Salem Express ha da sempre fornito un servizio di traghettaggio fra l'Egitto e l'Arabia Saudita per i pellegrini diretti alla Mecca. Il suo capitano Hassan Moro che disponeva di una notevole esperienza di navigazione in Mar Rosso, cominciò ad operare sulla rotta di Safaga per conto della Samatour Shipping Company prima come capitano in seconda e poi, dal 1988 come primo capitano del natante. Il 16 dicembre 1991 il Salem Express cominciava il suo viaggio finale; un viaggio di quasi 450 miglia dal porto di partenza. Dopo il tramonto, il tempo si era notevolmente deteriorato con venti da nord che soffiavano fortissimo: era circa mezzanotte quando la nave si avvicinava ai reefs di Hyndeman ma in tali circostanze atmosferiche era praticamente impossibile distinguere il reef dal mare e quella maledetta notte Hassan Moro per rientrare al porto di Safaga aveva deciso di seguire una rotta diversa navigando ad est del suo itinerario normale, costeggiando l’Hyndeman reef. Questo gli avrebbe permesso di guadagnare oltre un’ora di navigazione sulla normale rotta che invece gli fu fatale. Lo scafo andò a sbattere a tutta velocità sul lato di dritta contro il reef. L’impatto fu talmente violento da determinare anche la contemporanea apertura del portellone di prua nel quale erano parcheggiate tutte le automobili con il conseguente accesso di una impressionante massa d’acqua che ne ha decretato l’immediato affondamento. Con la tempesta che non accennava a diminuire e la nave che cominciava ad inabissarsi, fra i passeggeri si era generato il panico totale. Trascorsero solo venti minuti prima che il Salem Express venisse definitivamente inghiottito dal mare andando ad adagiarsi in profondità. Nonostante il Salem avesse una stazza superiore alle 1.000 tonnellate, s'inabissò troppo velocemente, lasciando pochissimo tempo ai numerosi passeggeri di salvarsi. Dei quasi 1000 pellegrini imbarcati, oltre 600 perirono in questa tragica sciagura. Troppe vite erano state perse nel corso dell’affondamento ma per alcuni, tuttavia, la prova più ardua doveva ancora venire; nuotare disperatamente per salvarsi. La rapidità con la quale avvenne l’incidente e la poca dimestichezza dell’equipaggio, non diedero modo di calare in acqua tutte le scialuppe di salvataggio. I sopravissuti si trovarono da soli ad affrontare un mare in burrasca. 180 di loro riuscirono a salvarsi grazie alla intensa corrente che per loro fortuna spingeva in direzione del reef di Hyndeman sul quale andarono a cercare riparo. Ufficialmente alla partenza la nave registrava 650 persone di cui 578 passeggeri e 72 marinai ma purtroppo come spesso accade in questi casi, il numero di persone presenti a bordo era notevolmente superiore. Il capitano Hassan Moro seguì tragicamente la sorte della sua nave.


PIANO IMMERSIONE

Oggi lo scafo perfettamente conservato, si trova in prossimità del reef che fu causa del naufragio con il lato di tribordo appoggiato a -32 metri di profondità e con il lato di babordo a circa -10 metri dalla superficie. L’esplorazione del Salem Express inizia dalla poppa dove si potranno osservare le due grandi eliche a quattro pale, di cui quella di babordo che si staglia imponente verso l’alto avvolta da moltitudini di alcionacei multicolori mentre l’elica di tribordo è parzialmente sommersa nella sabbia. Seguendo l’imponente ponte in legno, a circa metà dello scafo si potranno osservare adagiate sul fondo a -27 metri di profondità le due scialuppe di salvataggio a testimonianza del veloce affondamento della nave che non ha dato il tempo ai passeggeri di utilizzare i mezzi di salvataggio. Proseguendo lungo il ponte, si raggiungono i due grandi fumaioli che s’innalzano maestosi verso il blu sui quali è impressa la grande lettera “S” racchiusa da una corona d’alloro che costituisce l’iniziale del nome della nave. Raggiunto il ponte superiore del traghetto, in prossimità del castello di comando, si possono osservare con l’ausilio di un illuminatore  alcune strumentazioni di bordo. Proseguendo raggiungeremo la zona di prua dove noteremo subito l’immenso portellone apertosi nell’impatto contro il reef, all’interno un’impressionante nuvola di glassfish riflettono la loro livrea trasparente alla luce dei fari. Sul parapetto di sinistra fuoriesce la gigantesca ancora fissata all’occhio di cubia. Si raccomanda di non entrare all’interno del Salem Express, in quanto la nave è considerata una tomba e si deve avere il massimo rispetto per le numerose vittime che perirono in questo tragico naufragio. L'immersione su questo relitto deve essere effettuata al mattino quando il sole illumina in modo uniforme l’intero scafo. Normalmente in questa zona di reef, l’acqua è abbastanza torbida ed è quasi sempre presente una leggera corrente. L’immersione sul Salem Express, può considerarsi di media difficoltà a condizione di muoversi con molta prudenza e sempre accoppiati. Lo scafo si sta ricoprendo di vita e colore grazie alle varie specie di coralli che si sviluppano abbondanti sulle sue lamiere. Nel blu, è ormai consuetudine incontrare branchi di piccoli barracuda e carangidi, diventati stanziali nelle acque circostanti il relitto.

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