Rosalie Moller

Località Gubal Seghir
Distanza dalla Costa 14 miglia
Tipo Nave cargo
Nazionalità Inglese
Cantiere Barclay Curle & Co di Glasgow
Varo gennaio 1910
Data Affondamento 8 ottobre 1941
Causa Affondamento bombardamento
Lunghezza 108.2 metri
Larghezza 10 metri
Stazza 3.960 tonnellate
Propulsione vapore
Motori 1 a 3 cilindri x 1.980 hp.
Eliche 1 a 4 pale
Posizione assetto navigazione
Profondità minima e max. da 17 a 50 metri
Profondità max consigliata 40 metri
Visibilità da bassa a media
Corrente alta probabilità
Difficoltà impegnativa
Esplorazione Interni molto impegnativa
Interesse Storico medio
Interesse Biologico elevato
Interesse Scenografico elevato
Ora migliore mattino – ore centrali
Notturna no
Snorkelling no

NAVE

Costruito a Glasgow dai cantieri Barclay Curle & Co, il Rosalie Moeller è stata varato inizialmente con il nome di "Francis" nel gennaio del 1910. Lungo 108.2 metri e largo 10 metri per una stazza di 3.960 tonnellate, disponeva di motori 3 cilindri a triplice espansione alimentata da 2 caldaie con combustione a carbone che producevano una velocità di crociera di oltre 10 nodi.


STORIA

Nel marzo del 1931 l’allora Francis, venne venduto alla compagnia Reederei Moller con base a Lancashire e gli venne cambiato il nome in "Rosalie Moller." Il Francis aveva navigato in acque costiere europee, fino a quando i nuovi armatori la iscrissero nei registri Cinesi dove la compagnia aveva sede, sotto bandiera inglese, facendola navigare tra Schangai e Tsing-Tao. Nel frattempo lo spettro della guerra cominciava ad apparire in lontananza e la linea Moller, come altre linee marittime, era cosciente del fatto che se la guerra fosse stata dichiarata, non avrebbero avuto molte scelte dato che in caso di guerra, le compagnie assicuratrici non avrebbero più assicurato le navi. A quel punto non c’erano più molte scelte: prestare le loro navi per aiutare il paese, o rischiare la rovina finanziaria perdendole. Nel 1940, il Rosalie Moller si trovava a Liverpool sotto gli ordini del capitano James Byrne. La nave era ormai invecchiata per i troppi viaggi effettuati nei mari orientali era però ideale per le funzioni di supporto alle navi da guerra e presto cominciò a dare un contributo significativo trasportando fino a 4.500 tonnellate del miglior carbone gallese, particolarmente apprezzato per il poco fumo che produce e per la sua alta luminosità. Nel luglio del 1941, i motori del Rosalie il Moller vennero totalmente revisionati in previsione di quella che poi sarebbe stata la sua ultima spedizione. La traversata del Mediterraneo era troppo rischiosa per le insidie che si nascondevano sotto il mare, date dai sommergibili italiani e dagli U-Boote tedeschi e allora preferirono circumnavigare le coste africane, fermandosi a rifornirsi in Sud Africa per poi risalire l’Oceano Indiano ed entrare in Mar Rosso attraverso lo stretto di Bab el Mandeb. In questo modo avrebbero potuto fermarsi a fare rifornimento nei porti di Port Sudan e Massaua, roccaforti inglesi dopo la caduta delle colonie dell’Africa Orientale Italiana. L’11 settembre il Rosalie Moller attraccava a Durban in Sud Africa per effettuare un carico di ottimo carbone per poi proseguire la navigazione lungo il litorale orientale dell'Africa. Dopo un altro breve arresto a Aden, la nave entrò in Mar Rosso diretta a Suez, dove le venne assegnato l’Ancoraggio H" a ridosso dell’isola di Gobal. Il 6 ottobre 1941, due Heinkel HE III tedeschi attaccarono ed affondarono il Thistlegorm facendo esplodere buona parte delle sue munizioni. Il cielo di notte venne illuminato rivelando la posizione di altre navi poste agli ancoraggi, tra queste il Rosalie Moller. Il 7 ottobre 1941, il capitano Byrne e la sua squadra erano ignari che due Heinkels avevano da poco attraversato il litorale egiziano da nord per puntare diritti su di loro. Due morti e l’affondamento del Rosalie Moller furono il risultato di quella maledetta notte nei cieli egiziani.


PIANO IMMERSIONE

Adagiato su un fondale sabbioso nel canale presente tra l’isola di Gobal Seghir e l’isola di Tawila alla profondità di -50 metri, il relitto si presenta in perfetto assetto di navigazione. L’immersione è impegnativa data la scarsa visibilità, la corrente quasi costante e le notevoli profondità che non permettono di immergersi entro limiti di sicurezza accettabili. Ci limiteremo a descrivere il relitto nei dettagli, consapevoli che per poterlo visitare nella maniera corretta, ci vorranno almeno due o tre immersioni. Seguendo l’albero di poppa ci si porterà sul ponte poppiero posto ad una profondità di circa -33 metri, scendendo lungo la murata si osserva lo squarcio provocato dall’impatto della bomba, da qui si potrà penetrare nella stiva di poppa dove era contenuto il carbone. Si rientra nuovamente sul ponte superiore per ispezionare la cambusa al cui interno ci sono ancora masserie di diverso genere. Tutta la zona poppiera è avvolta da nuvole di glassfish e pterois volitans di straordinari e dimensioni. Superato il parapetto di poppa si raggiunge l’enorme elica a 3 pale (in origine erano 4 pale) e il timone. Passando tra elica e timone si risale sul lato opposto che riconduce sullo specchio di poppa per proseguire fino a raggiungere la zona dove sono presenti gli alloggi dei marinai posti circa a metà nave. Si attraverserà un corridoio dove sul lato destro si trova la cucina e l’accesso alla sala macchine e sul lato sinistro i bagli e gli alloggi ormai totalmente privi di sovrastrutture. Terminato il corridoio ci si troverà nella zona dove era posto il grande fumaiolo con la M ormai caduto e appoggiato sulle sovrastrutture. A questo punto si rientra seguendo il lato destro per raggiungere nuovamente l’albero di poppa ed incontrare le sovrastrutture poste a -33 metri dove sono presenti 3 gavoni. Sul primo gavone a destra si trova l’ancora di rispetto, proseguendo si raggiunge la prua dove si trova l’ancora inserita all’interno dell’occhio di cubia di sinistra mentre l’ancora di destra è appoggiata sul fondale a circa 100 metri di distanza dalla prua lungo la catena. Si risale sulle sovrastrutture dove si incontra il salpancore avvolto da nuvole di glassfish e cernie. Sbirciando nel gavone di sinistra si potranno vedere diverse gomene e barili tutti perfettamente stivati. Procedendo verso l’albero di prua si ispezionerà il ponte di comando del capitano. Per effettuare questa immersione è assolutamente necessario l’utilizzo di torce. Considerando la massiccia presenza di strato ferruginoso presente ovunque, ci si dovrà muovere con estrema cautela cercando di non sollevare il limo presente. L’orario migliore per immergersi sul Rosalie Moller è al mattino in quanto nel pomeriggio l’acqua si intorbidisce creando problemi di visibilità.

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