El Arish
Località Safaga
Distanza dalla costa sottocosta
Tipo Nave traghetto
Nazionalità Egiziana
Cantiere Bergen - Norvegia
Varo 31/3/1981
Data Affondamento 2001
Causa Affondamento incendio sala macchine
Lunghezza 105 metri
Larghezza 17,3 metri
Stazza 4.600 tonnellate
Motori 2 x 12 clindri diesel
Eliche 2
Posizione adagiato su murata destra
Profondità minima e max. da 12 a 30 metri
Profondità max consigliata 30 metri
Visibilità bassa
Corrente no
Difficoltà semplice
Esplorazione Interni semplice
Interesse Storico nullo
Interesse Biologico medio
Interesse Scenografico medio
Ora migliore sempre
Notturna no
Snorkelling no

NAVE
Si tratta di un traghetto costruito dai cantieri norvegesi A/S Bergens nel 1981 per conto della compagnia egiziana EDCO shipping di Alessandria che lo utlizzò per quasi vent'anni  con il nome di El Arsh el Tor fino a quando nel 1999 lo vendette alla compagnia Sayed Nasr del Cairo che gli diede il nome di  El Arish. Due anni dopo averla acquistata la nave prese fuoco e venne definitivamente abbandonata. El Arish trasportava circa un migliaio di passeggeri e oltre cento automobili. Operava sulla rotta dall'Egitto all'Arabia Saudita.
La nave disponeva di 2 motori da 12 clindri diesel per una velocità di 19 nodi. Erano presenti 328 cabine per una portata  massima di 1025 passeggeri, poteva trasportare fino a 150 automobili all'interno del ponte garage.

STORIA
L'ultimo viaggio del traghetto venne effettuato nel 2001, partito da Jeddah per raggiungere il porto di Safaga, durante il trasferimento la nave venne gravemente danneggiata da un incendio nella sala macchine. Riuscì a raggiungere il porto di Safaga per essere depositato in un bacino di carenaggio dove vi rimase per diverso tempo, diventando anche un riferimento per le piccole imbarcazioni locali fino a quando un bel giorno sparì dalla vista. I motivi del suo affondamento sono ancora oscuri, c'è chi dice che venne affondata per non avere provveduto ai pagamenti delle tasse portuali  mentre altre voci alludono ad una truffa assicurativa, come sempre non si conoscerà mai la verità ma questo poco importa.

PIANO IMMERSIONE
Il relitto completamente intatto giace su un fondale di 15 metri appoggiata sulla murata di destra con le scialuppe di salvataggio adagiate sul fondo a 30 metri. Tutta la zona di prua, compresa l'elica sono totalmente avvolte da cespugli di coralli molli. La maggior parte delle strutture sono state colonizzate dai coralli molli in particolare i corridoi e le scale. La nave è caratterizzata da quattro ponti che si protendono verso il mare aperto. Al momento della sua scoperta era ancora presente la campana con incisa la scritta El Tor Alessandria 1981. Un sottile strato di limo riveste per intero gli interni della nave e i vari oggetti ancora presenti nelle stive e nelle varie stanze.
Una volta raggiunta la zona poppiera ci si imbatte in un complesso sistema di scale e binari che collegano i quattro ponti. Due enormi eliche e il timone di dimensioni straordinarie sono anch'essi rivestiti di corallo molle. Terminata la perlustrazione della zona poppiera si può rientrare verso prua nuotando lungo il ponte di passeggiata. Ci si imbatterà nel fumaiolo sul quale è inciso il marchio della compagnia di navigazione.

 

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