Hamam Rashed

Hamam Rashed non è una persona comune e non lo pensiamo solo noi che lo conosciamo da oltre quindici anni; questa frase la sentiamo ripetere continuamente da tutti coloro che hanno avuto modo di conoscerlo e di trascorrere del tempo con lui.
Rashed è il nome della sua famiglia e deriva da una delle maggiori tribù beduine provenienti dai deserti dell’Arabia Saudita, una dinastia di migratori che nei secoli ha attraversato i deserti sauditi fino a raggiungere quelli delle coste egiziane ed è proprio da qui che un ramo della grande famiglia di Hamam Rashed proviene.
Da viaggiatori di deserti a viaggiatori di mare ma il loro spirito migratorio non è mutato, la grande famiglia viaggia ormai per mari da almeno tre generazioni, questo è quanto hanno ereditato dai loro discendenti e questo è quanto trasmetteranno ai loro figli. Hamam è sicuramente tra i più grandi capitani che navigano il Mar Rosso, Lui sente il profumo del mare e capisce cosa succederà nelle prossime ore, guarda l’orizzonte e riesce ad individuare a più di un miglio di distanza la presenza di un microscopico reef che è capace di ritrovare anche dopo molti mesi. Lui è un tutt’uno con la sua barca, non sopporta manovrarla dall’interno di una cabina ma deve assolutamente sentire il vento contro la sua faccia perché un capitano è un capitano solo se la sua pelle alla fine della giornata è ricoperta di sale.
Il mare è la sua vita perché fin da piccolo navigava a bordo di microscopiche feluche al seguito di suo padre e con lui ha imparato a conoscerne il profumo e a navigare di notte seguendo le stelle. Partivano dall’Egitto per raggiungere le coste dell’Arabia Saudita alla ricerca di zone più pescose, stipati in piccole feluche dove il bambino cresceva e imparava a conoscere il suo nuovo mondo. Una scuola di vita che ancora adesso è la base del suo mestiere. Non smette di ripetere che del mare ha enorme considerazione e in qualsiasi momento e condizione, deve essere rispettato perché soltanto così potrà essere affrontato.
Gli anni trascorsi a seguito dei vecchi pescatori l’hanno formato nel fisico e nella mente, da questa esperienza ha imparato a conoscerlo, a rispettarlo e soprattutto a viverlo in tutte le sue sfumature. La vita in mare è pesante soprattutto quando si lavora in condizioni estreme come nel suo caso ma c’è un momento magico in cui tutte le fatiche della giornata si assopiscono e la delfiniera della sua barca diventa il punto di ritrovo dove un tappeto steso, un bicchiere di tè, le luci del tramonto e un fiume di risate sono la miglior medicina per recuperare tutte le energie. Sì perché il nostro beduino del mare parla un perfetto italiano e ha un senso dell’umorismo fuori dal comune. La sua risata è qualcosa di indimenticabile che entra nella pelle e coinvolge chiunque si trovi lì vicino.
La vita di Hamam cambiava in una assolatissima giornata di luglio del 1990 quando, partito alla scoperta dell’isola di Zabargad e inconsapevole di cosa sarebbe accaduto di lì a poco, mollava per la prima volta gli ormeggi dal piccolo pontile di Ras Qulan, un piccolo e diroccato pontile situato nel profondo sud del Mar Rosso Egiziano. A quel tempo nessuno di noi era a conoscenza di cosa sarebbe accaduto negli anni a venire, ma tutti noi eravamo consapevoli che da quel giorno avremmo dedicato la nostra vita per questo sogno.



Hamam all’isola di Zabargad ha dedicato una buona parte della sua vita; dalla prima crociera alla ricerca di questi fondali ad oggi, il suo pensiero è sempre stato rivolto all’isola e Zabargad l’ha contraccambiato consacrandone la sua leggenda.
Per quattro anni è stato l’unica capitano con la sua barca a poter navigare in queste acque, ognuno dei reef presenti in questa zona è stato cercato, scandagliato e mappato e buona parte di questi ancora oggi mantengono i nomi originali attribuitigli il giorno della loro scoperta. Nomi che appartengono a marinai, cuochi e meccanici, uomini comuni che assieme al loro capitano hanno contribuito a rendere famosa questa zona del Mar Rosso egiziano. Dell’isola il nostro capitano conosce ogni sfumatura e ogni volta che la raggiunge ringrazia il cielo di avergli regalato questo privilegio. La gerarchia in mare è una regola ma nonostante questa, anche i capitani più anziani rispettano questo uomo e a lui chiedono consigli e il permesso di poter ormeggiare la loro barca nella piccola laguna dell’isola. Non sono sufficienti poche righe per raccontare la storia di questo grande uomo e tutte le volte che mi concentro a pensare cosa scrivere, mi si affollano per la mente tutti i giorni e le notti trascorsi assieme a lui a parlare sotto un cielo ricoperto di stelle.



In una di quelle notti senza luna, quando il cielo egiziano è ricoperto da miliardi di stelle e si fa fatica ad individuarne anche le costellazioni più comuni, ci trovavamo seduti sulla delfiniera a prua della barca, improvvisamente il suo sguardo si concentra su un puntino brillante seguito da una invisibile scia luminosa in mezzo a milioni di altri punti luminosi, fissa il microscopico punto e lo indica allungando il braccio verso l’infinito, sostenendo che quella piccola stella seguita da una invisibile scia luminosa non l’aveva mai vista prima d'allora.
Al momento nessuno di noi fece caso a quella affermazione che lì per lì sembrava poco rilevante e soprattutto fuori luogo considerando che i cieli egiziani nelle notti senza luna sono qualcosa d'inimmaginabile per la quantità di stelle presenti. Il giorno dopo veniamo a conoscenza della presenza di una cometa. Questo è Hamam, un uomo del mare che legge le stelle.
Immagino che dopo tutti questi proselitismi nei confronti di questo uomo, qualcuno possa pensare che esista una sorta sudditanza nei suoi confronti ma chi l’ha conosciuto o chi avrà la fortuna di conoscerlo sa e saprà! Oggi Hamam naviga sempre a bordo della sua barca che naturalmente si chiama Zabargad e ogni tanto ritorna alla sua isola perché di questa non può farne a meno. Incontrarlo è semplice: la sua “isola galleggiante” oggi si chiama Saint John ed è qui che naviga il nostro grande capitano.

 

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