Quseir

Il paese di Quseir, è situato 140 chilometri a sud di Hurghada e a circa 80 chilometri da Safaga. Da pochi anni Quseir costituisce una delle nuove località turistiche sviluppatasi lungo le coste meridionali del Mar Rosso egiziano. Le origini di questo paese si perdono nella notte dei tempi; nota storicamente come uno dei porti principali della costa del Mar Rosso, Quseir fu al tempo dei faraoni il punto di partenza della spedizione della regina Hatshepsut per la terra di Punt. In epoca tolemaica, proprio dove oggi si trova il paese, si sviluppò un porto di enorme importanza, che gli archeologi identificarono con il celebre sito di Myos Hormos. Nonostante la costa fosse priva di insenature riparate e quindi non offriva una adeguata protezione per le navi all’ormeggio, lo scalo di Myos Hormos conobbe momenti di assoluta importanza commerciale ed economica. La principale motivazione di questo fenomeno va ricercata nel fatto che il porto era situato nel punto di collegamento più breve tra il Mar Rosso e le sponde del Nilo in corrispondenza della maggiore pista del deserto orientale. Inoltre, quest'importante via commerciale attraversava anche uno dei territori più ricchi di pozzi, che rendevano agevoli i trasporti carovanieri lungo il deserto. Fu per questo motivo che, nonostante la nascita di nuovi ed importanti porti commerciali come quello di Berenice, Myos Hormos continuò a ricoprire sempre un ruolo fondamentale nei commerci che seppe mantenere anche dopo l'epoca greco-romana.
Agli inizi del 1500, nell’epoca delle grandi scoperte geografiche, numerosi navigatori attraversarono questo mare tra cui i Portoghesi che tracciarono per primi quelle rotte che sarebbero poi diventate le vie di scambio tra l’antico mondo Mediterraneo e le nuove Indie Orientali. A quel tempo il porto di El Quseir così come quello di Suakin in Sudan, rappresentava un crocevia obbligato per tutti i mercanti che facevano transitare le loro merci lungo il Mar Rosso. Nei secoli successivi, la cittadina accrebbe la sua sfera di influenza avviando nuovi commerci con l'Arabia Saudita, la quale riceveva nel porto di Jeddah navi con stive colme di cotone e cereali provenienti dalla Valle del Nilo. Grazie a questa importante attività di scambio, Quseir divenne tra il Medioevo e il XIX secolo anche il principale porto per l’imbarco dei pellegrini che dall’Africa navigavano in Arabia per poi raggiungere la città santa della Mecca. Per diversi anni questa attività produsse un impressionante movimento di navi che partivano per raggiungere le coste opposte da dove poi i pellegrini avrebbero proseguito per la Mecca. Con il passare del tempo Myos Hormos cadde in rovina per essere definitivamente ricostruito nel 1798 dai francesi, si narra che una parte della flotta di Napoleone che in quel periodo era intento a combattere proprio in Egitto, raggiunse questo porto da dove poi sbarcò parte del contingente. Nella vecchia città di Quseir al Qadim (“la vecchia”) che è situata 8 chilometri a nord dell’attuale paese, si trovano ancora le rovine dello storico porto considerato il più antico in Egitto. Di questo glorioso passato rimangono oggi testimonianze tangibili nelle vecchie abitazioni del centro storico e nella fortezza, costruita a difesa del porto nel XVI secolo per volere del sultano Selim. Il ruolo strategico di rotta commerciale di Quseir rimase immutato sino all'apertura del Canale di Suez e alla costruzione della ferrovia, due fatti che determinarono l’inesorabile tramonto della città costiera, anche se Quseir rimase ancora il principale punto d'imbarco dei minerali estratti nelle cave e miniere del deserto antistante. Le montagne alle spalle della cittadina sono ricche di minerali e di fosfati; per sfruttare al meglio queste risorse naturali, una compagnia mineraria italiana installò, agli inizi del Novecento, un grande impianto estrattivo che operò fino a pochi anni fa, dando lavoro a moltissimi abitanti locali. Lo stabilimento ormai in disuso, fa parte oggi del piano di recupero di un ambizioso progetto d’archeologia industriale.


Vale assolutamente la pena di conoscere il paese di Quseir in quanto si tratta dell’unico paese presente lungo la costa egiziana che ha mantenuto quasi intatte le sue caratteristiche architettoniche - la tipica architettura del Mar Rosso - ormai totalmente scomparsa in Egitto e presente soltanto a Jeddah in Arabia Saudita, a Suakin dove ormai il degrado è in stato più che avanzato e a Massawa in Eritrea, dove le continue guerre stanno anche qui riducendo a cumuli di macerie questi preziosi e ormai unici esempi architettonici. Oggi Quseir si presenta come un grazioso villaggio arabo che in questi ultimi anni ha subito un notevole sviluppo, trasformandosi in una delle nuove frontiere turistiche egiziane ma a differenza degli altri paesi, ha continuato a mantenere una sua identità. A Quseir la vita scorre ancora con il ritmo della luce e la gente del paese continua a vivere lontana dalla contaminazione dei turisti. L’elemento principale che permetterà a Quseir di trasformarsi nel prossimo futuro in uno dei centri più innovativi di questa costa, risiede in un progetto di recupero che prevede di ristrutturare la cittadina sia nel tessuto urbano sia nelle singole abitazioni che fortunatamente hanno conservato sino ad oggi vari elementi caratteristici del proprio passato. L’ambizioso progetto di recupero della vecchia città avviato nel 1998 da una organizzazione svedese per conto dell’Uneso, prevede la ristrutturazione del tessuto urbano e di cinquecento abitazioni di cui una parte di queste da adibire a piccoli insediamenti turistici in modo da trasformare Quseir in un caratteristico borgo in grado di offrire una vasta scelta di servizi, grazie anche all’incontaminata natura del suo bellissimo mare. El Quseir rappresenta tutt’ora l’unica testimonianza esistente dell’antica e tipica architettura del Mar Rosso, ed è stato edificato con l’unico materiale facilmente reperibile in questa zona: la pietra corallina. La tecnica edile, rimasta immutata nel corso dei secoli, è in assoluto la più idonea alle condizioni atmosferiche di questi luoghi: pareti ben isolate dalla calura, con aperture orientate in modo da convogliare la brezza marina all’interno delle abitazioni. Tutti gli edifici sono dotati di ampi balconi in legno intagliato, chiamati “masharabiye”, (foto  centrale sotto il titolo) che permettevano alle donne arabe di affacciarsi verso l’esterno senza essere viste dai passanti. Una vacanza a Quseir è l'ideale per chi ricerca tranquillità, un piacevole contatto con la natura e soprattutto le tradizioni locali. Oggigiorno la popolazione è principalmente composta da pescatori, minatori e ovviamente da impiegati dei lussuosi hotel situati sul litorale del Mar Rosso.

ESCURSIONI
Da Quseir si possono effettuare piacevoli escursioni giornaliere a Luxor, raggiungibile con taxi o pullman in poco più di tre ore. La maggior parte delle zone d’immersione raggiungibili da Quseir sono situate lungo l’esteso reef che si sviluppa parallelo e a poca distanza dalla costa, dove si potranno scoprire splendidi ambienti sommersi, alcuni dei quali nascondono insoliti tesori, come il dugongo, mammifero diventato purtroppo raro in tutto il Mar Rosso, a causa di un’insensata caccia che si è protratta per molti anni. Uno degli aspetti subacquei più interessanti di questo litorale si può scoprire 33 miglia a Nord Est dalla coste di Quseir, dove sono situate le solitarie isole Brothers. Sotto il profilo subacqueo, costituiscono una delle zone d’immersione più esclusive e straordinarie, capaci di non deludere le aspettative dei sub più esigenti.        

PROGETTO CARPE DIEM
Un imprenditore, dopo aver visitato Quseir, s'innamorò di questa destinazione e decise di investire tempo, energia e soldi nell'economia e nella popolazione locale. Si rese conto che la cittadina stava passando attraverso un grosso cambiamento con conseguenti sfide economiche e sociali, e benché la comunità locale desiderasse adattarsi a queste trasformazioni, mancava delle infrastrutture adatte allo scopo. In collaborazione con il Ministero Egiziano degli Affari Sociali, Carpe Vitam ha costruito a Quseir il Centro di Sviluppo Culturale, il Centro d'Informazione e Tecnologia e l'Organizzazione di Sviluppo Femminile di Quseir. L'Istituto di Carità Stiftelsen Carpe Vitam, fondato in Svezia, è un'organizzazione che promuove un innovativo approccio culturale all'educazione mondiale. Lo scopo della fondazione Carpe Vitam è di rendere accessibile l'educazione a tutti coloro che vogliono imparare. La missione di Carpe Vitam è di trasformare, rafforzare ed unire le comunità d'allievi di tutto il mondo. Il progetto di Carpe Vitam a Quseir è iniziato nel 2001 con la ristrutturazione di un vecchio ospedale. Il Centro di Sviluppo Culturale ha ufficialmente aperto i battenti il 27 Gennaio 2002. Dal giorno della sua apertura ad oggi, più di 1500 persone (300 dei quali bambini) hanno ricevuto un'educazione extra scolastica nei centri Carpe Vitam. Gli impiegati del centro provengono da diverse esperienze professionali: tra loro insegnanti di scuola, assistenti sociali ed altri professionisti. Per far parte del progetto hanno seguito uno speciale programma d'addestramento dell'istituto Carpe Vitam, completo di lezioni pratiche e teoriche in Egitto e all'estero. In aggiunta, è stata indetta una sezione speciale per insegnare il metodo Montessori a bambini con difficoltà d'apprendimento. L'Organizzazione di Sviluppo Femminile di Quseir permette alle donne del posto di imparare le tecnologie moderne, al fine di sviluppare e gestire più efficacemente le loro attività d'artigianato tradizionale. Il centro è gestito dalle donne stesse. Nel centro è inoltre possibile seguire dei corsi di lingua, utili per integrarsi più facilmente alla nuova società. Qui le donne ricevono molto di più dei semplici strumenti finanziari per migliorare la loro situazione economica: imparano ad aver più stima e fiducia in se stesse e nelle proprie capacità: strumenti essenziali per mantenere in vita le tradizioni. Al centro ICT, cittadini di tutte le età e provenienza sono stimolati ad imparare l'utilizzo del computer e delle sue più avanzate tecnologie, internet incluso. Al momento i bambini del posto possono chattare online con i loro cugini al Cairo, e i proprietari di piccole aziende sono in grado di tenersi in contatto con i loro clienti all'estero. Quello che più colpisce del progetto di Carpe Vitam è la capacità di unire le antiche tradizioni locali con le nuovissime tecnologie, allo scopo di migliorare lo sviluppo dell'intera comunità. Grazie all'aiuto dei pionieri del Carpe Vitam, la comunità di Quseir sta imparando ad apprezzare e allo stesso tempo a "reinventare" se stessa  

ITALIANI A QUSEIR  
A El Quseir - sul Mar Rosso - dal 1914 alla fine degli anni sessanta ha operato la Società Italiana per l'estrazione ed il commercio dei Fosfati - prima del Gruppo Iri e poi (dal 1945) del Governo Egiziano: sono state attive fino a 7 miniere. Il fosfato estratto veniva portato sul mar Rosso e qui, dopo opportuni trattamenti imbarcato . La "colonia" di italiani il cui numero tra lavoratori e familiari ha superato per lungo tempo le 100 persone, era dotata di una scuola elementare la G.B. Belzoni - regolarmente riconosciuta: dagli anni immediatamente successivi alla II Guerra mondiale hanno affiancato il misssionario francescano Padre Leone un nucleo di suore francescane che hanno gestito una scuola femminile di educazione domestica riservata alle figli del personale egiziano che lavorava nelle miniere. Gli italiani presenti a Quseir erano prevalentemente originari di Agordo in provincia di Belluno.    


TEMPO LIBERO
Mons Porphyrites
Mons Porphyrites (Montagna di Porfirite) era un importante complesso di cave di epoca romana, presso Gebel Abu Dukhan (Il Padre della Montagna di Fumo), nel cuore del Deserto Orientale. Per più di tre secoli, dal 20 d.C. al 335 d.C., una raffinata roccia viola, che non si trovava in nessun'altra parte del mondo, nota come Porfirite Imperiale, vi fu estratta per la gloria degli imperatori romani. Questa pietra purpurea, a grana fine e screziata di cristalli bianchi, fu scoperta da un legionario romano di nome Caius Cominius Leugas, nel 18 d.C. La sua bellezza ben presto divenne simbolo di regalità ed i successivi imperatori ne pretesero il diritto di esclusiva. Gran parte di questa roccia, così simile ad una gemma, finì col diventare colonne, vasche, statue e sarcofagi a Roma e Istanbul. Oggi si organizzano escursioni a Mons Porphyrites da El Gouna, Hurghada, Safaga e Quseir. Si può esplorare ciò che resta delle rovine della fortezza, delle abitazioni, dei templi, dei sepolcri, dei pozzi, delle colonne rotte e dei bagni in pietra spaccati.

Myos Hormos
Duemila anni fa, Myos Hormos era l'ingresso principale dell'Impero Romano verso l'India e l'Africa orientale. Soltanto di recente, gli archeologi sono stati in grado di identificare l'esatta ubicazione di questo antico porto, situato appena 8 km a nord di Quseir. Si dice che durante il periodo del suo massimo splendore, attorno al 20 d.C., 120 navi, cariche di vini, ceramiche di eccellente qualità, vetro, metalli preziosi e tessuti, salpassero ogni anno da Myos Hormos dirette verso l'India, per tornare poi colme di ogni sorta di merci di lusso, incluse spezie, medicine, sete e perle. Sembra che Myos Hormos sia stata abbandonata verso il II secolo d.C. Tuttavia, durante il XIV e il XV secolo, il porto tornò a nuova vita grazie ai pellegrini diretti alla Mecca e al rifiorito traffico commerciale con l'India. A Myos Hormos, potete osservare le fondamenta delle strutture dell'antico porto e i numerosi resti di vasi di deposito romani (anfore). Frammenti di ceramiche sono sparsi un po' ovunque nell'area, prova delle fiorenti attività economiche.

Wadi Hammamat
A circa metà strada fra Quseir e Qena, si trova il leggendario Wadi Hammamat. Attraverso la sua valle corre un'antica strada, la più breve dal Mar Rosso al Nilo. Centinaia di iscrizioni rupestri ornano le pareti della secca. Alcuni disegni, come quelli delle antiche barche egizie di canne, risalgono al 4000 a.C. Ciò che rese veramente famoso Wadi Hammamat nell'antichità, fu la pietra di Bekheny, una bella roccia ornamentale di colore verde, ritenuta sacra. La pietra fu attivamente estratta dai tempi faraonici fino a quelli romani, per la produzione di coppe, statue e sarcofagi. Numerosi oggetti realizzati con pietra di Bekheny sono stati rinvenuti nelle piramidi, nelle tombe e nei templi di questi periodi. Oggi, non solo resterete meravigliati davanti a disegni che documentano un passato assai remoto, ma avrete anche modo di ammirare i resti di cave, miniere, fortezze, torri di guardia e pozzi, che giacciono sparsi lungo la strada principale

Le antiche miniere di smeraldi
Lo smeraldo è la più antica gemma conosciuta. Di colore unicamente verde e largamente usati in gioielleria, gli smeraldi furono apprezzati e amati nel mondo antico quali simboli di eternità e potere. E' opinione generale che i faraoni egiziani abbiano cominciato le attività di estrazione degli smeraldi nella zona montuosa del deserto orientale, a sud-ovest di Marsa Alam. Identificata più tardi come Miniere di Cleopatra o Mons Smaragdus (Montagne di smeraldo), l'area divenne il più famoso complesso minerario del mondo antico. Le miniere di Wadi Gimil, Wadi Sikeit, Wadi Nuqrus e Gebel Zabara furono intensamente sfruttate durante i periodi romano e tolemaico. Lo sfruttamento delle miniere continuò anche nei secoli seguenti, finché furono abbandonate dopo che gli Spagnoli scoprirono gli smeraldi in Colombia nel 1545. Oggi le rovine degli insediamenti minerari di Zabara e Sikeit sono ancora evidenti così come i resti delle strutture di un tempio e delle miniere crollate.

Mons Claudianus
Nel deserto riarso, tra il Mar Rosso e il Nilo, giacciono le affascinanti rovine di un insediamento romano. Per più di due secoli, dal 68 d.C. al 282 d.C., Mons Claudianus usò le montagne circostanti per produrre colonne d'alta qualità e blocchi da costruzione di granito grigio, noto come granodiorite, all'unico scopo di abbellire la Roma imperiale. Oggi, si possono osservare questi magnifici monumenti nel Pantheon, nella Villa di Adriano e nell'incompleto Tempio di Venere. Mons Claudianus, il sito romano più grande e meglio conservato del deserto orientale, ospitava un tempo un migliaio persone, tra operai impegnati nelle cave e soldati. Si possono ancora vedere i resti d' una fortezza, delle abitazioni, delle officine, delle stalle e dei bagni, così come di colonne di granito spezzate e di lastroni. Una delle colonne ha le impressionanti dimensioni di 16 metri di lunghezza e 2.4 metri di larghezza, con un peso di 209 tonnellate. Mons Claudianus merita decisamente un'escursione, che si può effettuare, nell'arco di una giornata, partendo da El Gouna, Hurghada, Safaga o Quseir.

Bir Umm Fawakhir
Un po' più a nord di Wadi Hammamat, nella porzione centrale del deserto orientale, si trova un insediamento minerario (per l'estrazione dell'oro) bizantino, del quinto e sesto secolo, noto attualmente con il nome di Bir Umm Fawakhir. Circa mille Cristiani copti vivevano in questa città di circa duecento edifici. L'oro estratto dalle montagne circostanti era lavato e trasportato verso la Valle del Nilo per la raffinazione. La miniera più grande di Bir Umm Fawakhir si estende orizzontalmente per un centinaio di metri nella montagna ed è alta circa due metri. Oggi si può visitare il sito ed osservarne gli edifici di accurata progettazione, e le antiche iscrizioni incise sui massi di granito presso le postazioni di guardia della città.  

Il tempio di Seti I a Kanais
A Kanais, a est di Edfu, lungo la strada del deserto per Marsa Alam, si trova un piccolo tempio tagliato nella roccia, costruito da Seti I (1305-1290 a.C.) Purtroppo è possibile visitare soltanto l'ingresso del tempio. La camera posta dentro la rupe, con i magnifici disegni di Seti I che colpisce i nemici ed offre un dono al dio Amun, è chiusa al pubblico per ragioni di conservazione. Non lontano dal tempio, si trova un antico pozzo. Superba arte rupestre di epoca pre-dinastica, risalente a 6000 anni fa, al periodo di Seti I, decora le ripide pareti del wadi, con barche a remi, divinità danzanti, gazzelle dalle lunghe corna, grassi ippopotami e scene di caccia. Più vicine alla strada principale sono le rovine di un forte romano: un'indicazione di quanto fosse importante questa zona nei tempi antichi.

La Fortezza di Quseir
Questa fortezza ottomana si trova nel centro della città di Quseir e vale certamente una visita. Fu costruita nel sedicesimo secolo durante il regno del Sultano Selim per proteggere i collegamenti commerciali con l'India. Le truppe di Napoleone occuparono la fortezza nel 1799, rendendola più sicura grazie a dei cannoni montati in alto sulle mura. Vi aggiunsero anche una nuova piattaforma di avvistamento. Pochi anni più tardi, le forze britanniche scacciarono quelle francesi dopo una feroce battaglia ed aggiunsero una nuova porta alla fortezza. L'apertura del Canale di Suez nel 1869 segnò il declino della fortezza di Quseir. Recentemente sono stati portati a compimento i lavori di restauro della fortezza. I cannoni sono puntati ancora una volta verso il mare dalle loro originali feritoie. Anche la piattaforma di avvistamento è stata restaurata sulla base delle illustrazioni della Déscription de l'Egypte che era stata commissionata da Napoleone. La fortezza ora ospita il nuovo Centro Visitatori con mostre dedicate alla storia locale, all'archeologia e alla cultura della regione circostante.  

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