Farasan Banks

Dal momento in cui ci si lascerà alle spalle il piccolo e sperduto porticciolo di Al Lith, tutto sembrerà diverso e ogni istante si materializzeranno piccoli gioielli di sabbia in mezzo al mare. Abbandonate le insidie del bassofondale corallino dei Farasan Banks ci si troverà come d’incanto in mare aperto con una moltitudine di strette lingue di sabbia circondate da un reef ricchissimo e intatto dove l’acqua ha il colore e la trasparenza dello smeraldo.
I Farasan sono un esteso banco corallino che si sviluppa a sud di Jeddah e si estende per 62 miglia (100 chilometri) verso il mare aperto e per 800 chilometri lungo la costa dal paese di Al Lith fino alle isole Kamaran nello Yemen. I Farasan fanno parte della piattaforma continentale della penisola araba che cade da una profondità di 40 metri fino a oltre 600 metri sulla caduta esterna. I Farasan includono centinaia isolotti corallini generati nel corso della sesta era glaciale. A causa delle vaste zone di acqua poco profonda, i coralli si sono generati grazie alla notevole presenza di luce che ha contribuito allo sviluppo del reef, generando un ecosistema ricco e inalterato ancora sconosciuto. Milioni di anni fa le sollevazioni geologiche hanno generato lo stato attuale del Mar Rosso dove cupole di sale (blocchi salini) hanno spinto i reef corallini verso la superficie generando l’arcipelago delle Farasan. Fino a pochi anni fa, i pescatori erano gli unici abitanti permanenti sulla Farasan Kebir poiché a maggior parte della superficie dell’isola è composta di roccia calcarea e le piogge hanno una media stagionale di 10 centimetri l’anno.


FARASAN BANK Mar Mar, Dohra, Jadir, Malothu, Danak e Jabbara sono tutte isole di origine vulcanica sul cui cratere si è sviluppata la parete corallina e successivamente l’isola di sabbia candida. Inesorabilmente rapiti dalla magia di questi luoghi primordiali ci si rende immediatamente conto di trovarsi in un mondo sconosciuto ed inesplorato. Su tutte le isole vivono colonie di volatili che rendono i Farasan Bank un vero paradiso naturalistico e uno dei luoghi più incontaminati e selvaggi del pianeta, le isole hanno tutte una forma allungata, modellate dalla direzione dei venti predominanti ed è proprio su queste punte, laddove spira più forte il vento che si radunano gli uccelli. Le spiagge sono segnate dalle tracce delle tartarughe che durante la notte raggiungono le calde sabbie per andare a deporre le uova che presto si schiuderanno e i piccoli animali compiranno a ritroso il tragitto delle loro madri per raggiungere le acque nelle quali cominceranno la loro vita di animali marini. Queste isole sembrano tutte simili, tuttavia ognuna di loro custodisce i propri segreti, a partire dalla differente composizione dello strato corallino fossile che ne determina la loro nascita. Sull’isola di Jabbara sono presenti enormi blocchi rocciosi di corallo fossile che confermano la sua antichissima formazione a differenza di altre isole dove la formazione del corallo è più recente. Osservando le spiagge si scorgeranno invece i segnali della loro storia quotidiana come pezzi di fasciame dei sambuchi, le tipiche barche dei pescatori del Mar Rosso, naufragati chissà quando e ormai erosi dal mare, lunghe cime di canapa, un remo semisommerso dalla sabbia e a ben guardare continueranno a comparire sempre nuovi segnali, come se ognuno di loro volesse improvvisamente raccontare la sua storia rimasta sepolta per tutti questi anni. Soltanto l’ammiraglio Cousteau nel 1963 aveva soggiornato per un breve periodo da queste parti e scrisse “The living Sea” nel quale raccontò i Farasan Banks come una delle aree più affascinanti esplorate nel corso della sua prima spedizione in Mar Rosso a bordo della Calypso.


MAR MAR A tre ore di distanza dalla costa, si incontra Mar Mar, una isoletta piatta ricoperta di cespugli abitati da nuvole di rondine di mare concentrate soprattutto sulle punte dove batte il vento. Da ottobre l’isola e’ meta delle tartarughe per la posa delle uova. Sulla spiaggia abbiamo trovato tantissime tracce di tartarughe. A soli 50 metri dal reef l’ecoscandaglio segna una profondità di 500 metri. La parete est e’ perfettamente ridossata e quindi un ottimo punto d’ormeggio.

DOHRA (TURTLE ISLAND) Dohra o turtle island, ha un profilo piatto e tutta la parte centrale dell’isola è ricoperta da una vegetazione di sterpaglia secca. Presenza di sule e falchi pellegrini. Sul versante nord si trova una piccola laguna interna dove stazionano aironi e sule. Ad ottobre e’ meta delle tartarughe per la posa delle uova in particolare dul versante est dell’isola dove sono presenti moltissime buche. Di dimensioni ridotte rispetto a Mar Mar. A dicembre abbiamo trovato falchi e sule con le uova. Sabbia bianchissima circonda tutta l’isola.

JADIR L’isola di Jadir si trova a circa 2,30 di navigazione dal porto di Al LIth. Isoletta molto piccola con scarsa vegetazione. Buono l’ancoraggio vicino alla punta nord.

MALATHU Isola sabbiosa e piatta assenza totale di vegetazione. Ne mese di dicembre folta presenza di sterne che depongono le uova, in alcuni casi si trovavano già i pulcini appena nati e una fiumana di uova. Su Malothu vengono a deporre le uova le tartarughe, l’isola sembra un groviera. Sul versante sud si possono notare le stratificazioni rocciose del vecchio corallo fossile che danno idea di quanto vecchie siano queste piccole isole. Piccola ma molto bella.


DANAK Anche quest’isola come le altre è contornata da una stretta barriera corallina, l’isola di sabbia bianca è completamente ricoperta da una foresta di mangrovie.

JABBARA Jabbara è l’isola più a sud di quelle presenti nell’itinerario dei Farasan Banks e forse la più affascinante,. L’isola si presenta con un profilo piatto e sabbioso nella parte centrale mentre è circondata da blocchi di corallo fossile in corrispondenza della battigia. Anche qui come nelle altre isole, la presenza di sterne e rondini di mare è particolarmente assidua in corrispondenza dei lati più esposti ai venti

ABU LATT Lungo il tragitto che riporta verso il porto di Al Lith, si incontra la montagnosa isola di Abu Latt con i suoi tre chilometri di larghezza, semplicemente meravigliosa per la sua forma e per i suoi colori, abitata da colonie di uccelli, ci accoglie maestosa all’interno di una delle tante lagune dall’acqua verde smeraldo. Camminando sull’isola si raggiunge la parte più alta da dove si domina un paesaggio da mozzafiato, ci troviamo in un luogo primordiale dominato soltanto dalla natura e dal mare, dal quale spuntano magicamente rocce a forma di enormi panettoni. Abu Latt racchiude in se tutta la magia selvaggia dei misteriosi Farasan Banks; siamo coscienti di trovarci in un luogo dove ancora la natura ha il sopravvento sull’uomo e non ci rimane che sperare, che questo impagabile privilegio possa rimanere intatto il più a lungo possibile.


ARCIPELAGO FARASAN A Sud dei Banks si trova l’arcipelago delle Farasan Island che ha caratteristiche molto simili a quello delle Dahlak che si trova alla stessa latitudine sul versante opposto del Mar Rosso. La parte Saudita dell’arcipelago Farasan è composta da oltre un centinaio di isole per lo più disabitate. L’isola maggiore si chiama Farasan Kebir (“grande” in lingua araba), collegata da un ponte all‘antistante isola di Farasan Seghir (“piccola”). Capitale del governatorato è il paese di Jizan che dista circa 20 miglia dall’isola di Farasan Kebir. Le isole conservano un proprio carattere e un’atmosfera pacifica nello stile tradizionale che sta scomparendo altrove.


Le isole più piccole sono disabitate o occupate da nuclei di pescatori che vi si installano creando piccoli e rudimentali villaggi utilizzati soltanto nei periodi di pesca e sono un vero paradiso grazie alle consistenti colonie di uccelli marini. Tutto l’arcipelago delle Farasan è considerato una delle zone più selvagge del pianeta, in queste acque è ancora presente una nutrita comunità di dugonghi, specie ormai in totale via di estinzione in tutto il resto del Mar Rosso, oltre ad innumerevoli specie di mammiferi tra cui delfini e balenottere. Presenza costante in queste acque ricche di plancton sono le mante che nuotano tranquille sopra la superficie del mare in un fantastico carosello alla costante ricerca di plancton. L’acqua che circonda le Farasan è una delle più ricche di tutto il Mar Rosso grazie ai venti provenienti prevalentemente da Nord – Nord Ovest che convogliano le correnti superficiali della parte centrale del Mar Rosso verso l’arcipelago, arricchendole di ogni specie di pesce pelagico.  

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