Perchè i Balena a Gibuti?

Quest’anno in aggiunta al progetto di fotoidentificazione degli squali balena, condotto ormai da diversi anni dal biologo Emilio Mancuso, inizierà un nuovo studio mirato a conoscere quali fattori ambientali e biologici determinano la presenza degli squali balena nelle acque di Gibuti. Dopo innumerevoli crociere trascorse a studiare questi splendidi animali, siamo giunti alla conclusione che gli squali balena arrivano in quest’acque principalmente per ragioni alimentari. I monsoni estivi, infatti, favoriscono la formazione di fenomeni di upwelling, ovvero risalite di acque profonde ricche di nutrienti, che rendono questa zona del mare altamente produttiva, ma solo in alcuni periodi dell’anno.


Gli squali balena rimangono quindi a Gibuti fintanto che le acque saranno ricche di plancton, che è il loro principale nutrimento; per poi migrare altrove.  
Al momento, però, nessuno ha svolto delle ricerche mirate ad analizzare i parametri ambientali e biologici che influenzano l’ecologia di questa specie a Gibuti. Ecco perché questo nuovo progetto si focalizza sullo studio dell’oceanografia (correnti, temperature, salinità ecc.) e sulla presenza e composizione di plancton in queste acque. Spesso, quando ci si riferisce al plancton, si tende a considerarlo come un gruppo omogeneo di microrganismi che vengono trasportati dalle correnti, ma in realtà è molto più complesso e comprende moltissime specie diverse. Ecco perché è importante condurre sia uno studio dei parametri oceanografici, sia una ricerca approfondita dei microrganismi planctonici, per capire quali di questi siano effettivamente le prede principali degli squali balena. Va considerato anche il fatto che la composizione di plancton non rimane invariata, ma cambia stagionalmente. E’ fondamentale, quindi, condurre uno studio che monitori costantemente la composizione di microrganismi, in modo tale da comprendere perché a un certo punto (più o meno a febbraio), gli squali balena migrino altrove.  
Durante la crociera a Gibuti, i partecipanti avranno modo di diventare parte attiva di questa ricerca. Ognuno di voi avrà modo, non solo di osservare i bellissimi animali, ma sarete direttamente coinvolti nella fase più importante e divertente dello studio, ovvero la raccolta dei dati!

Le informazioni da raccogliere sono moltissime e la vostra partecipazione sarà più che fondamentale. Raccoglieremo dati relativi ad ogni incontro con gli squali, annotando per esempio la posizione GPS degli esemplari (questo ci servirà per identificare le aree di maggiore affluenza), identificandone il sesso, ma anche misurandone la lunghezza. Oltre a questo, aiuteremo Emilio Mancuso con il suo progetto di catalogazione degli squali e per fare questo dovremo fotografare ogni esemplare in una zona precisa del corpo, ovvero sui fianchi, dietro le branchie. Una volta avvistati gli esemplari, si scenderà in acqua armati di pinne, maschera e macchina fotografica. Ogni squalo presenta una disposizione o pattern di macchie chiare che è unica per ogni esemplare, una sorta di impronta digitale, e sarà proprio questo l’elemento chiave che ci permetterà di identificare i vari esemplari.
Ogni partecipante diventerà parte integrante del progetto Whale Shark Expedition in quanto, grazie alle vostre immagini fotografiche, potremo catalogare i diversi esemplari. Ricordatevi quindi di portare con voi una macchina fotografica subacquea o una Gopro! Oltre a questo, ci occuperemo della campionatura del plancton con l’utilizzo di retini appositi.
Insomma, le cose da fare sono tante e ognuno di voi avrà modo di cimentarsi nelle diverse fasi del progetto, diventando parte attiva dei questa ricerca scientifica!

Ginevra Boldrocchi

 

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