TI ASCOLTO

Le 5. Forse le 5 meno 10. Minuto più, minuto meno. Non c’è sole, né grilli, né galli, né il profumo del caffè che Alberto le lasciava nella moka. Ma sa bene che un nuovo giorno è cominciato. Perché ascolta l’odor della rugiada che la penetra fin dentro lo scheletro
e i sussulti del cuore che se ne disseta, irrorandola di vita.
Gesù, ti ascolto. E ti ringrazio. Ave Maria, piena di Grazia.


Ascolta lo scricchiolare delle vecchie gambe sorde che si ribellano e il dolore è più dolce al ricordo di come scoppietta la legna giovane nella stufa.
Sono in piedi mio Dio. Sia fatta la Tua volontà.

Ascolta la luce. Ne è piena la stanza. E’ quasi assordante. Tutt’intorno eccoli, ci sono tutti, i diavoletti. Si rincorrono e si nascondono. Urtano e corrono. Odorano di terra, sapone e ciliegie. Piano bambini, vi fate male, lo dico al nonno! Ascolta
il viso rigarsi e la gola chiudersi.
Ti ascolto Gesù, venga il tuo Regno.

Ascolta la pelle del viso tendersi in un sorriso. Alberto è lì, sulla porta, affamato come un leone. Profuma di trucioli e polvere di ferro e rape e fiori. Quelli che nasconde dietro la schiena. Tende la mano. E il respiro si spezza ancora.
Lode a te o Cristo. Ascolterò ogni meraviglioso attimo che vorrai regalarmi. Ogni ombra. Ogni silenzio. E quando sarà il momento, sarò di nuovo pronta a guardare la tua luce e sentire la tua voce. amen

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