INSEGNAMENTO DEI KONSO

Per domare la natura ci vogliono ingegno e solidarietà.
Lo sanno bene i laboriosi Konso, che con incredibili terrazzamenti hanno addomesticato le colline, progettato con la stessa struttura a gradoni i loro villaggi-cittadella e connesso come in un alveare le singole proprietà.

All'interno delle mura concentriche costruite a secco, un dedalo di sentieri si apre su ampie piazze, dominate dai secolari "pali delle generazioni"; fasci di tronchi verticali a cui ogni diciotto anni viene aggiunto un elemento nuovo.

Si incontrano basse capanne aperte dove si tengono cerimonie e dove gli anziani discutono le decisioni comuni. Il senso di coesione sociale di questo popolo rende inevitabile la riprovazione con cui viene vista la violenza: le armi sono bandite e chi uccide è allontanato dalla comunità.

Persino i morti  continuano a unire le forze con gli abitanti del villaggio: i Waka, i totem sacri con le sembianze degli antenati, sorvegliano sempre l'attività dei vivi.

Testo e foto Enrico Madini

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