IN VIAGGIO DA BALI A KOMODO

PRESENTAZIONE DEL GRUPPO Siamo 6 viaggiatori: il più piccolo si chiama Liborio ed ha 7 anni; seguono Francesco, detto Ciccio, di anni 11 e Gianluca, detto Luc, di anni 17, Rosanna “piccola”, di anni 18 (nonchè fotografa ufficiale); infine, Rosanna “grande”, di anni 48 (ma sembra una bond girl) e Vito, il pater familias, di anni 50 (compiuti il 17 ottobre 2012…), ma soprattutto magro come un grissino!

Bali 17 luglio
Via Bangkok, arriviamo a Bali in un pomeriggio carico di nuvole – dovrebbe essere la stagione secca….
– e alloggiamo in un albergo di charme sul mare (anche se un po’ su con l’età ed infatti era in parziale ristrutturazione con i ponteggi in bamboo!), comunque molto bello soprattutto per il lussureggiante giardino tropicale impreziosito da piscine e corsi d’acqua

La sera, prima cena balinese in un ristorante “tipico per turisti”, ordiniamo a orecchio, Liborio non si fida e ordina una pizza 4 stagioni (poi non ne tocca una briciola e neppure noi che l’abbiamo assaggiata), in compenso Ciccio e Luc si contendono un enorme e gustoso sea food basket; tra una portata e l’altra Rosanna “piccola” fa un salto nella vicina boutique di Ralph Lauren una delle centinaia disseminate a Bali, con prezzi a 1/5 di quelli europei (per la presenza di fabbriche sul posto, come scopriamo dopo un giro di domande).
Bali 18 luglio
Abbiamo programmato una gita nel nord ovest di Bali per ammirare come ultima meta di un lungo itinerario (10 ore circa di escursione in auto)  il lago ed il vulcano di Batur.Sotto la pioggia, lungo la strada, facciamo tappa (decisa per acclamazione dai ragazzi) in una factory del solito Ralph Lauren per cinesi ricchi, a prezzi fin troppo europei.Di seguito, molto più interessante è la visita del suggestivo tempio (buddista prima e induista poi, del  IX – XI secolo d.c.) di Goa Gajah, dove ci hanno fatto indossare, per accedere ai sacri recinti, un sobrio sarong; un cittadino del posto, in uno stentato italiano, ha voluto farci da guida per 50.000 rupie ( circa 4 euro).Abbiamo poi proseguito la visita per una piantagione di spezie dove abbiamo avuto modo di degustare il famoso caffè di Kopi Luwak o Civet coffee (estratto dalle bacche del caffè non digerite dalla mangusta, ma lo si produce anche dalla civetta, Luwak appunto) ed altre spezie locali tra cui cannella e altro ancora.

A seguire un tour in una splendida risaia a terrazze dove Luc ha giocato a fare il pirata nascosto e Rosanna “grande” da perfetta bond girl, è cascata nell’acqua della risaia! Rosanna “piccola” ha immortalato i nostri piedi completamente infangati.Arrivati, dopo oltre tre ore di traffic jam balinese con guida a destra, nella zona del vulcano, non abbiamo visto assolutamente nulla causa nebbia intensa.Sulla via del ritorno, attraversata faticosamente Ubut, la famosa città degli artisti, che ci è apparsa fortemente commercializzata, ci fermiamo nella vicina foresta delle scimmie sacre: abbiamo lasciato in auto orologi, occhiali, portafogli ecc. perché pare che le scimmie rubino di tutto.
Qui abbiamo scoperto che Rosanna “piccola” oltre che fotomane è anche scimmiofoba, infatti al primo avvistamento di scimmietta è scappata via inorridita! Gli altri hanno coraggiosamente proseguito, con Liborino eroicamente abbarbicato in braccio al papà o a Luc.
Le scimmiette sono simpatiche e dispettose, sembrano quelle del Libro della giungla di Kipling.La sera, stanchi morti, abbiamo cenato in albergo, sul mare, assistiti da un premuroso e sorprendente cameriere, guarnito di fiori bianchi sulle orecchie!

Bali 19 luglio
La sveglia suona alle sette ma non la sente nessuno; alle 8,45 ci svegliamo di soprassalto ricordandoci che l’autista ci aspetta alle 9. Non ce la faremo mai! Alle 9 in punto l’autista ci telefona in camera, Vito risponde con voce registrata, un po’ inglese un po’ tedesco: .Questa volta la gita è meno impegnativa del giorno precedente.Prima tappa a pochi metri dall’Hotel, sulla spiaggia attrezzata per water sports di Nusa Dua: moto d’acqua, bananaboat, parasailing, flyingboat ecc.; contrattiamo due attività per ognuno dei 4 figli, ci dicono 15 minuti per attività, totale 120 minuti a 200 euro; in realtà si va' dai due ai tre minuti! Il tutto su una spiaggia iperaffollata di teenagers cinesi, una vera bolgia. Proseguiamo per la celebre Kuta beach, paradiso dei surfisiti nonchè la spiaggia alla moda di Bali. Un traffico indicibile, centinaia di boutiques e alberghi, un mix di Rimini, Sharm e Miami dalle parti di Ocean Drive. Ma esiste un luogo silenzioso e senza folla a Bali? Luc (col suo fisico d’acciaio e la riconosciuta abilità per tutti gli sport su tavola, dallo snowboard allo skateboard) si dedica ad una ora di surf, tampinato dai fratelli minori e da Rosanna “piccola” che lo immortala in pose degne di “Un Mercoledì da leoni”; restando in tema Rosannina, sulle orme di John Milius, non disdegna di fotografare anche un anonimo surfista biondo “californiano” super palestrato; Rosanna “grande” prende il primo sole vero dall’inizio dell’estate e, da vera bond girl, si addormenta sulla spiaggia per sfuggire alla folla di venditori ambulanti.

La gita prosegue per il tempio sul mare di Thana Lot: veniamo purificati e benedetti prima di accedere al tempio; lo spettacolo naturalistico è di una bellezza incomunicabile, le parole non bastano a descriverlo; durante questa gita ci fermiamo all’ennesima boutique di Ralph Lauren  dove offrono due T-shirt al prezzo di una (ovvero poco meno di 20 euro l’una). Vito compulsa il gruppo, lui odia lo shopping, bisogna fare presto. Dopo aver faticosamente scelto 8 magliette (2 per ogni figlio) arrivati alla cassa scopriamo di non poter pagare perché non accettano l’Amex (la Visa è dimenticata in albergo), e nemmeno gli euro in contanti, ma almeno gli euro si possono cambiare subito fuori dal negozio, solo che ne abbiamo portati pochi e così bisogna rinunciare ad una parte dello shopping.Proseguiamo il programma con una cena sul mare a Jimbaran, per assistere allo spettacolare tramonto! Ci sono decine di locali sulla spiaggia con enormi vasche con pesce vivo (aragoste, gamberoni, granchi, squaletti, cernie); ne individuiamo uno e iniziamo a scegliere il pesce da far grigliare; memori dell’esperienza di Ralph Lauren dove non abbiamo potuto usare l’Amex, chiediamo se l’accettano e ci rispondono di no; abbiamo già speso tutto il contante da Ralph Lauren, che si fa? Cerchiamo un altro locale, anche lì no all’Amex ma si offrono di seguirci in albergo a fine cena per pagamento in contanti. Accettiamo e ci fanno scegliere il pesce che poi verrà grigliato sui carboni ardenti: circa 10 Kg di pesce vivo. Contrattiamo sul prezzo, con il pater familias che lo fa scendere da 800 a 400 euro circa; la cena è da manuale, il tutto innaffiato da Chardonnay australiano James Creek! Il tramonto è poesia in… purezza.

Finalmente si rientra in albergo e si preparano i bagagli; domani voleremo a Labuan Bajo sull’isola di Flores. Scrive testualmente Liborio sintetizzando, “alla Emilio Gadda” (e dal suo punto di vista), le due giornate trascorse a Bali: Siamo arrivati nell’arbergo abbiamo disvatto le valige. L’arbergo era bellissimo c’era la piscina e dentro la piscina c’era il bar con le bibite e i gelati, poi dopo la piscina siamo andati alle scimmie ruba tutto e li abbiamo dato le bananine, il secondo giorno siamo andati a mare e ho fatto la banana boat e il motod’acqua.

Sebayur Komodo
Anche se ci svegliamo alle 6,30 i ragazzi non rinunciano ad una colazione pantagruelica nel nostro Ramada Benoa Hotel: nasigoreng e pancakes a colazione, i nostri figli possono competere con i varani di Komodo! Atterrati all’aeroporto di Labuan Bajo e raggiunto il porto dopo 20 minuti di carrettiera, con un piroscafo di legno (molto naif, molto lento e molto rumoroso), approdiamo, dopo due ore circa, sull’isola di Sebanyur, nell’arcipelago di Komodo.Scrive Rosannina: .Il 21 luglio Vito ha festeggiato la 500° immersione certificata indossando, per l’occasione, una T-shirt con su scritto: .Le immersioni sono sintetizzabili in poche battute: barriera corallina perfettamente conservata con colori nitidi come non se non ne vedono più; straordinaria presenza per qualità e quantità di minuscole, medie e grandi taglie (quasi tutte le varietà di carangidi, tonni e moltissime tartarughe), impossibili da descrivere minutamente.Una menzione speciale va agli extra small di 1 cm. (la cui scoperta è stata resa possibile dalla bravura dello straordinario Willy, dive master locale): il cavalluccio marino pigmeo e il banded crab, nonché al velenosissimo Harlequine banded snake. Quello che ci è mancato nelle 12 immersioni effettuate in 5 giorni consecutivi è l’extralarge: avvistati, nelle sole immersioni a Castel Rock e Cristal Rock, 5 o 6 squali white tip, un grigio, 1 aquila di mare, un branco di barracuda medi. Le correnti anche ascendenti e discendenti, in pratica mulinelli, sono intense e costanti ma rendono molto divertente l’immersione. Le profondità mantenute sempre nei 30 metri eliminano ogni rischio.Un capitolo a parte, ma molto importante nel catalogo delle bellezze del viaggio, è rappresentato dalla fauna terrestre: aquile, cervi, cavalli e capre selvaggi, mufloni, macachi, bufali d’acqua e gli aggressivi dragoni o varani, costituiscono gli ingredienti di safari che nulla hanno da invidiare con quelli classici africani!! Una sintesi eccelsa delle bellezze naturali e di quelle faunistiche è lo stupefacente decollo simultaneo, al tramonto, di migliaia di giant bats, altrimenti detti flying-fox da Mangrovia Island. Dalle barche alla fonda si gode uno spettacolo unico in una sola sequenza: si parte dal basso, dal mare illuminato dai riflessi del tramonto, e si sale verso l’alto scorrendo tutte le tonalità del giallo, dell’arancione e del rosso, per poi allungare lo sguardo su un tappeto nero di volatili che disegnano autostrade nel cielo prima turchino, poi azzurro e infine  blu, fino ad arrivare alla falce di luna equatoriale con la gobba a mezzogiorno.

Infine il Resort. Scrive Ciccio: .Il giudizio di Ciccio sul Komodo Resort, condiviso da tutti i viaggiatori, si riferisce ad una struttura che è agli antipodi di un villaggio vacanze “tradizionale”: niente musica, animazione, Tv, sale giochi ecc.; ma solo l’alba, il tramonto, la notte con il suo carico di stelle, luna e via lattea. Arredi semplici e perfettamente integrati nella natura. Strategico “l’orto di guerra” perfettamente coltivato con varietà locali e italiane.

Grazie mille ad Antonello (il bravo ma sfortunato – si è lesionato un piede ed è dovuto andare a Bali per cure - patron del Resort, poi Laura efficiente e cordiale responsabile diving, Flavia, idem come prima, responsabile clienti, Willy di cui si è già parlato, Al simpaticissimo istruttore sub australiano, il cuoco Carmine capace di cucinare magistrali linguine al Red Snapper, e non solo, valorizzando al meglio il pesce locale, cosa non facile perché il pesce del mediterraneo è notoriamente più buono di quello del pacifico e dell’oceano indiano.

Testo e Foto di Liborio, Francesco, Gianluca, Rosanna (fotografa), Rosanna e Vito    

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