ALEM ALEM

La voce dolce ma imperiosa di sua madre la svegliò che era ancora notte fonda, sulla pelle il fremito del sogno che l’aveva visitata come un presagio.
Rimase qualche secondo con gli occhi chiusi per evocarne le immagini.


Gocce d’acqua, tante.
Rotolavano, correvano, si riunivano in rivoli, scivolavano in una conca circolare. Attesa.
Poi un’onda bianca iniziava a muoversi, oscillava al suono di tamburi, girava in tondo una, due, tre volte, fino a innalzare un lampo di luce verso il cielo azzurro.

Alem si strappò a fatica dal candore che le aveva invaso la mente. Bisognava andare, non poteva arrivare in ritardo alla sua prima processione.
Da quando una mina si era presa le sue gambe, Alem camminava con quelle di Tesfai, il suo amato fratello, che la portava sulla schiena come fosse una piuma.

Da oltre un anno era lontano, sotto le armi. Ma era tornato apposta, la sera prima, per scendere insieme ad Adi Quala e festeggiare la Madonna della Montagna, madre misericordiosa di poveri e bisognosi.

Testo Simonetta Grossi
Foto MilleBattute
 

Esplora, Viaggia e Naviga con Noi