L’arcipelago dei Sette Fratelli fa parte di quei luoghi avvolti nel mistero e, come si addice a un luogo misterioso, sarà la leggenda ad anticiparne la storia odierna.
Si narra che tempo lontano ci fossero 7 fratelli pirati che a bordo dei loro dhow navigavano nelle acque confinanti l’oceano Indiano e il mar Rosso per depredare chiunque transitasse da quelle parti.  Un giorno i 7 fratelli: Hamra, Ounda Dabali, Kadda Dabali, Tolka, Horod le Ale, Ounda Komaytou e Syann litigarono e decisero di dividersi il tesoro accumulato. Al termine della spartizione, ognuno riprese a navigare ma per loro sfortuna incapparono nel Khamsin, il potente vento che difficilmente offriva scampo a chi si trovava per mare in quel momento. La sorte volle che i sette fratelli naufragarono e 6 di loro si materializzarono in isole mentre il settimo, Siyyan, riuscì a raggiungere la costa talmente stanco che gli tocco la medesima sorte dei fratelli adagiandosi sulla punta della penisola.  
Leggenda a parte, l’arcipelago dei Sette Fratelli è realmente composto da sei isole più una settima montagna di origine vulcanica a forma di pinna di squalo che osservata da lontano sembra galleggiare sulla superficie, ma in realtà svetta sul promontorio, da qui il nome Ras Syann.
Per un subacqueo la meta dei Sette Fratelli rappresenta oggi uno di quei luoghi quasi totalmente inesplorati dato che in questo tempo, il tratto di mare posto subito oltre lo stretto di Bab el Mandeb, non ha mai subito nessuna contaminazione. L’arcipelago dei Sette Fratelli è un luogo tutto da scoprire. Una vera esclusiva per chi ama immergersi in luoghi incontaminati.
La nostra crociera inizia con l’imbarco nel porto di Gibuti per navigare verso nord per circa 6 miglia fino ad incontrare le isole Maskali e Moucha, uno spettacolare comprensorio di piccoli gioielli posti di fronte all’imbocco del golfo di Tajoura. Le isole Moucha saranno il nostro primo punto d’immersione grazie alla presenza di due rimorchiatori e il relitto del Faon.
Nella notte inizieremo a dirigerci verso l’arcipelago dei Sette Fratelli che raggiungeremo dopo 60 miglia di navigazione. L’arcipelago è bagnato dalle acque dell’Oceano Indiano che, grazie alla vicinanza con il Mar Rosso, subiscono una mescolanza di fauna e flora marina con una morfologia di fondale tipica di questa zona, costituita prevalentemente da roccia vulcanica. L’isola di Kadda Dabali denominata Ille Grand sarà il nostro punto di ormeggio fisso per tutte le notti che trascorreremo ai Sette Fratelli in quanto oltre ad essere l'isola più grande è anche quella più protetta dai venti che spirano in questa zona. I punti di immersione sono innumerevoli grazie alla presenza di una piattaforma corallina ricca di blocchi rocciosi intorno ai quali vivono impressionanti quantità di pesce corallino. Almeno una decina di immersioni sono presenti a poca distanza dall’ormeggio, ognuna con caratteristiche diverse. Queste acque sono battute mediamente da correnti relativamente intense e grazie a queste, la vita marina è particolarmente esuberante.
10 miglia a nord ovest dell’arcipelago, all’altezza dello stretto di Perim, è presente il magnifico relitto del White Lady. Di questa nave bombardata durante la seconda guerra mondiale non si sa quasi nulla se non che è avvolta da una foresta di gorgonie bianche e da qui il nome che le è stato affibbiato. L’immersione è in mare aperto e quindi battuta da correnti abbastanza impegnative ma, una volta raggiunto lo scafo, adagiato sulla fiancata di sinistra, saremo totalmente protetti per goderci il relitto in tutta la sua bellezza.
L’ultimo giorno di crociera lo trascorreremo nuovamente alle isole Moucha dove ci immergeremo sul mastodontico relitto del Faon prima di rientrare in porto.

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